La magia dell’alba sul Monte Matajur
L’alba è un attimo, è un istante d’intimità da vivere in silenzio con sé stessi. Questo è il racconto della nostra esperienza in cima al Monte Matajur.
Da qualche mese io e Riccardo avevamo in mente di ritagliarci alcune ore esclusive solo per noi e avevamo individuato la vetta del Monte Matajur come meta ideale per assistere alla magia dell’alba.
Articolo aggiornato il 16 luglio 2018.
Monte Matajur, la nostra esperienza
L’ora x scoccò il 12 luglio 2017. Arrivammo al rifugio alpino G. Pelizzo in piena notte. Parcheggiammo l’auto nello spiazzo antistante, indossammo velocemente indumenti termici e ci dirigemmo verso l’osservatorio astronomico dove prende il via il sentiero che porta in cima.
La salita è fin da subito abbastanza impegnativa. Ci concediamo una sosta in uno slargo bordato da un anfiteatro roccioso (detto i penitentes). Giù in basso sui fianchi dei monti circostanti intravediamo le luci accese nei villaggi.
In alcuni tratti l’erba alta sovrasta il tracciato. Anche se fa ancora buio riusciamo a scorgere il candore delle margherite. Le gocce di sudore ci rigano le tempie. Dopo circa tre quarti d’ora arriviamo in vetta.
Folate di vento freddo ci frustano le guance. Ci guardiamo in giro, il panorama è splendido. Una coltre di nubi bianche ricopre la pianura friulana e le vallate.
A nord est le sagome del Canin, del Mangart, del Tricorno (Triglav) e del Monte Nero sono già ben definite. In basso verso ponente scorgiamo in un altipiano un gruppo di casere che formano Malga Tazacel.
Ogni tanto ci rifugiamo nella chiesetta del Cristo Redentore per ripararci dal vento gelido. Quando mancano pochi minuti alle ore 5.30 il nostro sguardo si rivolge verso levante. Rimaniamo in silenzio, fermi, quasi timorosi di rovinare quel momento.
Poi all’improvviso una luce abbagliante ci avvolge in un abbraccio. L’attimo si era compiuto.
Guida pratica
Il Monte Matajur (1641 m) detto anche Monte Re o Velika Baba (nel dialetto sloveno parlato nelle valli del Natisone), è una montagna delle Prealpi Giulie e si trova proprio sul confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia.
Nelle giornate più limpide il profilo del monte è facilmente individuabile dalla pianura friulana grazie al suo inconfondibile profilo a forma di piramide.
Costruita sulle macerie della precedente cappella inaugurata nel 1901 e distrutta a seguito di un fulmine e degli eventi bellici, sorge la suggestiva chiesetta del Cristo Redentore.
La via più semplice per raggiungere la vetta è senz’altro il sentiero che parte proprio dietro il rifugio G. Pelizzo (1325 m). In alternativa dalla frazione di Mersino parte una mulattiera che attraversando boschi e prati in circa un’ora e mezza porta alla meta.
Storia
Si narra che il monte fu scalato dal re longobardo Alboino quando arrivò nei pressi dell’Italia per ammirare da lassù la distesa della pianura.
In tempi più recenti invece il Matajur fece parte dell’ultima linea difensiva italiana durante la prima guerra mondiale.
Il monte passò alla storia nella cruenta battaglia di Caporetto dell’ottobre 1917, quando il tenente Rommel ne conquistò la vetta prima di lanciare l’offensiva verso l’entroterra friulano e veneto.
Come arrivare
Per chi desidera raggiungere in auto dall’Italia i sentieri che portano al Monte Matajur, il passaggio obbligato è rappresentato dalla meravigliosa cittadina di Cividale del Friuli, dal 2011 patrimonio mondiale dell’UNESCO per i Longobardi.
Lasciata Forum Iulii, come la chiamarono i Romani, si prosegue per 4 Km lungo la SS54 in direzione Slovenia.
Una volta arrivati nel villaggio di Ponte San Quirino si svolta a destra, si supera il corso del fiume Natisone e si prosegue in direzione Savogna sulla SP11.
Se fin qui la strada era salita dolcemente una volta superato il paesino inizia ad inerpicarsi con pendenze più accentuate grazie ad una serie di tornanti.
Lasciato sulla sinistra l’abitato di Montemaggiore la carreggiata si fa un po’ più stretta finché dopo una manciata di chilometri si giunge al rifugio alpino G. Pelizzo.
In totale da Cividale del Friuli sono 26 Km.
Per arrivare a piedi vi consigliamo di studiare i sentieri sul sito web del CAI Friuli Venezia Giulia.
Dove mangiare e dormire
Il rifugio alpino G. Pelizzo è aperto da Pasqua a metà novembre. La struttura offre sia servizio di accoglienza che di ristorazione.
Per gli orari e i prezzi vi consigliamo di consultare il sito web del rifugio.
Bello Ste! Credo la ricorderete a lungo sia tu che Ricky questa emozione vissuta assieme. E pure vicina a casa…!
Grazie Sara, ho visto che anche tu di recente sei stata sul Monte Matajur. Possiamo considerarci dei fortunati in quanto abbiamo trovato due splendide giornate di sole e quindi abbiamo ammirato la nostra terra nel suo insieme da una postazione privilegiata.
Grazie Sara, ho visto che anche tu di recente sei stata sul Monte Matajur. Possiamo considerarci dei fortunati in quanto abbiamo trovato due splendide giornate di sole e quindi abbiamo ammirato la nostra terra nel suo insieme da una postazione privilegiata.