Viaggio in Gagaùzia, terra dell’ultimo Kolchoz della Moldova

Viaggio in Gagaùzia, terra dell’ultimo Kolchoz della Moldova


Anche se siamo degli appassionati di geografia, dobbiamo ammettere che fino a qualche mese fa ignoravamo l’esistenza della Gagaùzia.

Tant’è vero che ne avevamo trovato traccia per la prima volta in internet mentre stavamo ricercando informazioni utili per organizzare il nostro viaggio in Moldova.

 

Icona religiosa a Comrat Gagaùzia

Icona religiosa nei pressi della cattedrale ortodossa di San Giovanni Battista di Comrat

 

Quel nome misterioso però aveva stuzzicato la nostra curiosità e anche se avevamo a disposizione solo pochi giorni di vacanza, eravamo riusciti a pianificare un itinerario di viaggio che ci permettesse di visitarla.

Ma dove si trova di preciso la Gagaùzia? La regione è situata in quella piccola porzione meridionale del paese che si incunea tra la Romania e l’Ucraina, e dal 1994 è un’entità territoriale autonoma della Repubblica di Moldova.

 

Mappa della Gagaùzia

Evidenziati in rosa i territori che formano la Gagaùzia

 

Viaggiare in Gagaùzia è piacevole. Dolci declivi risaltano nella grande pianura, il paesaggio tipicamente agreste offre distese di girasoli e prati stabili.

Qua e là lungo la strada piccole bancarelle di contadini che in base alla stagione vendono ai passanti ortaggi e frutta fresca.

Non ci sono frontiere da superare come in Transnistria, ma quando i turisti arrivano in auto al confine con la terra dei gagauzi (Gagauz Yeri in turco) si fermano sempre per una sosta fotografica. È una specie di rito.

Sul ciglio della strada infatti è ben visibile un imponente struttura in ferro e cemento armato sulla quale sventolano una di fianco all’altra la bandiera gagauza e quella moldava.

 

Frontiera tra Gagaùzia e Moldova

La frontiera tra la Gagaùzia e la Moldova

 

A proposito di strade, come in altre zone del paese anche qui sono spesso fiancheggiate da alberi di noci.

Come avevo scritto nell’articolo dedicato alle esperienze turistiche da vivere in Moldova, dopo il disastro nucleare di Černobyľ del 1986 il governo decise di trapiantare piante di noci in quanto i frutti sono ricchi di omega 3, ideali per combattere le patologie alla tiroide di cui molti soffrivano.

La Gagaùzia ha un suo Governatore (attualmente è in carica Irina Vlah), una costituzione propria, la maggioranza della popolazione è di religione ortodossa e parla il russo, la lingua adottata.

Nelle scuole come prima lingua straniera si insegna il gagauzo, la lingua nazionale, che non è altro che una variante del turco.

Come vedremo più avanti il legame con la Turchia è solido e non solo per questioni linguistiche.

 

Cattedrale ortodossa Beşalma Gagaùzia

La cattedrale ortodossa del villaggio di Beşalma

 

In questo articolo quindi vi forniremo alcune idee su cosa vedere in un giorno in Gagaùzia, oltre ad una vera e propria chicca: l’intervista al Presidente della cooperativa agricola Pobeda di Copceac.

 

Indice

Un po’ di storia

In passato queste terre facevano parte della Bessarabia, una delle regioni che formavano il Principato di Moldavia.

In seguito alla vittoriosa guerra dei russi contro gli ottomani del 1812, la Bessarabia fu ceduta come ricompensa all’Impero zarista.

Le popolazioni nomadi dei Nogai che abitavano la Bessarabia meridionale erano ostili allo Zar e quindi furono cacciate con la forza dall’esercito russo.

A ripopolare il territorio furono chiamati i Gagauzi, popolo mite ed obbediente che viveva sulle coste del Mar Nero.

 

Bandiera della Gagaùzia

La bandiera della Gagaùzia

 

Esistono diverse ipotesi sulle origini dei gagauzi. Una di queste sostiene che provenissero dalla Bulgaria, un’altra invece che discendessero dai turchi selgiuchidi che nel XIII secolo seguirono l’anatolico Seljuk Sultan Kaykaus II.

L’ultima infine sostiene che abbiano origini centro asiatiche e che provengano dalla zona dei monti Altaj, situati tra la Mongolia, il Kazakhstan e la Siberia.

Quando arrivarono in Europa si stabilirono sulle coste del Mar Nero, quelli vicini all’Anatolia si convertirono alla religione islamica mentre tutti gli altri a quella ortodossa.

 

Stemma della Gagaùzia

Lo stemma della Gagaùzia

 

La Gagaùzia è stata per un brevissimo periodo (solo cinque giorni) un paese indipendente nel 1906, quando fu proclamata la Repubblica di Comrat.

Poi è stato un continuo susseguirsi di dominazioni. Prima l’Impero russo, poi la Romania, successivamente l’Unione Sovietica.

Dopo la dissoluzione di quest’ultima la Gagaùzia entrò a far parte della Repubblica di Moldova.

 

Cimeli museo etnografico Beşalma Gagaùzia

Cimeli nel museo etnografico di Beşalma

 

Viaggio in Gagaùzia, cosa vedere in un giorno

Il Kolchoz di Copceac

Nel piccolo villaggio di Copceac, ad una manciata di chilometri dalla frontiera con l’Ucraina, abbiamo visitato l’ultimo kolchoz ancora attivo nella Repubblica di Moldova.

La cooperativa si chiama Pobeda che in italiano significa Vittoria.

Eravamo arrivati verso le ore 13.00 e per prima cosa ci eravamo diretti nel centro operativo del kolchoz, situato alla periferia del paese.

Nascosti tra alberi di alto fusto l’edificio che ospita la mensa delle maestranze ed alcuni capannoni utilizzati per la dimora di attrezzature e animali.

 

Sede operativa kolchoz di Copceac Gagaùzia

La sede operativa del kolchoz di Copceac

 

Eravamo stati accolti a braccia aperte dalle cuoche che ci stavano aspettando, ci avevano fatto accomodare in un grande salone che solitamente viene affittato per le cerimonie.

I tavoli erano addobbati con belle tovaglie bianche mentre le sedie erano rivestite con tessuto in raso. Dalla cucina intanto provenivano profumi invitanti.

In base alla nostra esperienza dobbiamo dire che in Moldova si mangia e si beve molto bene e qui a Copceac ne avevamo avuto la riconferma.

La tavola era imbandita di ogni ben di Dio: brodo con verdure e polpette di carne speziata, vari tipi di carne, verdure cotte e crude, la plăcintă fatta in casa.

Il tutto accompagnato con il vino prodotto dalla cooperativa.

 

Pietanze gagauze mensa kolchoz Copceac Gagaùzia

Il nostro pranzo alla mensa dei dipendenti del kolchoz di Copceac

 

La plăcintă è una pietanza tipica della Moldova, della Romania e di alcune zone dell’Ucraina, è un tortino fatto con latte e farina e il ripieno può essere sia dolce che salato (il nostro preferito).

Terminato il pranzo ci eravamo diretti nel centro del villaggio dove sorge la sede amministrativa del kolchoz.

La palazzina si trova proprio di fianco al municipio, riconoscibile perché nello spiazzo antistante campeggia una grande statua di Vladimir Il’ič Ul’janov, da tutti conosciuto come Lenin.

 

Monumento Lenin municipio Copceac Gagaùzia

La statua di Lenin davanti al municipio di Copceac

 

L’ingegnere Nicolai Semionovici Dragan ci accolse con una vigorosa stretta di mano nel suo ufficio, situato al primo piano dell’edificio.

Sulle pareti le fotografie dei presidenti della Gagaùzia e della Moldova, oltre a quella di Lenin.

Sulla scrivania tra faldoni di carte sbucavano le bandiere dei due paesi, mentre le pareti erano foderate da icone religiose, croci, diplomi, attestati e grandi quadri.

Ci eravamo seduti su un comodo divano in pelle scura e dopo aver rotto il ghiaccio avevamo iniziato la nostra chiacchierata con questa domanda: “Che cos’è un kolchoz?”

Un kolchoz (o colchoz) ci spiegò il Presidente, è una proprietà agricola collettiva e questa forma giuridica non permette l’intervento dello stato.

Da parte loro comunque non c’è nessuna intenzione di cambiarla in futuro.

 

Il Presidente kolchoz Copceac Nicolai Semionovici Dragan

Foto di gruppo con il Presidente del kolchoz di Copceac, l’Ing. Nicolai Semionovici Dragan

 

La cooperativa nacque nel 1947, ha 2200 soci che mettono a disposizione i loro terreni ed ogni quattro anni l’assemblea elegge il Presidente.

Attualmente le maestranze dell’impresa raggiungono le 400 unità (tra operai, braccianti ed impiegati), ai quali vanno aggiunti i lavoratori stagionali, ma nei momenti di massimo splendore dell’attività si ebbe una forza lavoro di 3500 dipendenti.

Dopo lo sgretolamento dell’Unione Sovietica iniziò una diaspora demografica e molte persone emigrarono all’estero alla ricerca di un tenore di vita migliore.

I soci percepiscono una rendita in base alla quantità del terreno che mettono a disposizione, oltre ad uno stipendio fisso nel caso in cui siano anche dipendenti del kolchoz.

La cooperativa ha a disposizione circa 6500 ettari di terreno così suddivisi per tipologia di coltivazione: 300 di vigneti, 70 di peschi, 20 di prugni ed il resto in cereali. Nelle stalle invece vengono allevati maiali, bovini e pecore.

Oltre che sul mercato interno ci disse il Presidente, i nostri prodotti vengono esportati anche all’estero, per esempio nella penisola arabica, in Polonia ed in altri paesi dell’Europa dell’Est.

 

Kolchoz Pobeda di Copceac Gagaùzia Moldova

Le maestranze premiate durante l’ultima festa del raccolto nel kolchoz Pobeda di Copceac

 

Dato che la cooperativa dà lavoro a molte persone di Copceac e dintorni, gli avevamo chiesto se lo stato fosse stato lungimirante e per trattenere i giovani avesse creato un istituto professionale per gli studenti della zona.

Il signor Nicolai ci disse che lo stato non fa molto per invogliare i giovani a rimanere qui.

Comunque nel villaggio di Svetlîi, a circa mezz’ora di strada da Copceac, c’è una scuola professionale agraria (Colegiul Tehnic Agricol) e lo stato sovvenziona gli studenti con un piccolo stipendio.

Tutti i giorni al mattino nella sede della cooperativa si svolge un briefing tra il Presidente e i capi reparto (meccanico, allevamento bestiame, frutteti, cereali) per suddividere la forza lavoro in base alle esigenze di giornata.

Ogni anno l’ultima domenica di novembre si festeggia la festa del raccolto (una specie di festa del ringraziamento). Durante la manifestazione vengono premiate le maestranze che si sono messe in luce durante l’anno.

 

Comrat

La cittadina di Comrat è il capoluogo della Gagaùzia. Non aspettatevi nulla di particolare, niente che faccia pensare ad una capitale nell’accezione che solitamente intendiamo noi.

Non ci sono grandi palazzi, non ci sono ampie arterie, non ci sono insegne luminose sfavillanti, non ci sono monumenti kitsch come invece si trovano abitualmente nelle città dei paesi ex-sovietici.

 

Viaggio in Gagaùzia

Edificio governativo statale della Gagaùzia a Comrat

 

La vita si sviluppa lungo la via principale che è intitolata a Lenin. La città è bagnata dalle acque del fiume Ialpug ed in prossimità dell’abitato c’è il grande Lago Comrat.

Venne fondata alla fine del XVIII secolo ed il nome è di origine turca.

La leggenda narra infatti che in passato in un piccolo villaggio (dove ora sorge Comrat) si svolse una gara di velocità tra cavalli, e la corsa fu vinta da un bellissimo purosangue dal mantello nero di nome Murat.

In lingua turca il colore nero si dice Kara. I viandanti diretti a quel villaggio rispondevano a Kara Murat (il villaggio del cavallo nero) a chi gli chiedeva dove stessero andando.

 

Turismo in Gagaùzia

L’ingresso del parco centrale di Comrat con il simbolo di Kara Murat

 

Che ci sia un legame profondo con la Turchia lo si evince anche leggendo su Wikipedia l’elenco delle città gemellate con Comrat.

Oltre a diverse città turche infatti, il capoluogo è gemellato anche con Nicosia Nord e Tatlisu, città appartenenti de facto all’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord.

Ma non solo. La Gagaùzia è una regione che ha ottimi rapporti con la Turchia, dalla quale riceve fondi tramite la TIKA, l’agenzia statale turca di cooperazione internazionale. G

razie a questi aiuti sono state migliorate le infrastrutture. È stata aperta la biblioteca turca dedicata a Mustafa Kemal Atatürk, sono arrivate nuove ambulanze e attrezzature mediche.

 

Cattedrale ortodossa San Giovanni Battista Comrat Gagaùzia

La cattedrale ortodossa di San Giovanni Battista a Comrat

 

Comrat comunque è una cittadina piacevole da visitare. Il parco centrale ben curato e ricco di piante, vivaci bazar, esercizi commerciali e molta gioventù per le strade.

Diversi sono i monumenti interessanti. Da quello dedicato a Lenin a quello in memoria dei caduti nella guerra in Afghanistan, passando per quello intitolato ai difensori di Comrat.

L’edificio che ha catturato la nostra attenzione però è stato sicuramente la Cattedrale ortodossa di San Giovanni Battista.

Ha le facciate gialle, le guglie dorate e fu costruita nel 1820 proprio in centro città.

 

Il museo Nazionale di Storia e di Etnografia della Gagaùzia

Nel piccolo villaggio di Beşalma, situato ad una ventina di chilometri a sud di Comrat nei pressi del lago Congaz, sorge dal 1966 l’interessante Museo Nazionale di Storia e di Etnografia Gagauza.

 

Museo etnografico Beşalma Gagaùzia

Foto di gruppo con le maestranze del museo etnografico di Beşalma

 

La struttura è dedicata a Dumitru Cara Ciobanu (Dmitry Karachoban), famoso scrittore e ricercatore che spese la sua vita a difendere la cultura e le tradizioni di questo popolo.

Il museo è suddiviso in alcune sale dove vengono custoditi oggetti che valorizzano la storia e la cultura dei gagauzi, dall’antichità sino ai giorni nostri.

L’esposizione contiene più di 6000 cimeli tra cui opere dei più famosi scrittori, poeti ed artisti gagauzi.

 

Vasi museo etnografico Beşalma Gagaùzia

Vasi nel museo etnografico di Beşalma

 

Prima di terminare la visita, nel piccolo cinema all’interno del museo avevamo visto un video che descrive il rito nuziale tradizionale dei gagauzi.

 

Conclusioni

Il nostro articolo sul viaggio in Gagaùzia termina qui. Se c’è una persona che dobbiamo ringraziare per aver reso possibile tutto quello che vi abbiamo raccontato, allora questa è Cristina Rus.

Guida locale preparata e professionale, parla un ottimo italiano, sempre disponibile a venire incontro alle nostre esigenze e richieste.

 

Photo credits: la foto della mappa è stata scaricata da Google Maps, mentre la foto della bandiera da Google Immagini.

Steve

Sono nato a Udine nel 1963 e vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. Appassionato di geografia, ho viaggiato fin da piccolo grazie ai miei genitori.

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Un android developer a tempo perso, una polacca innamorata dell'Italia e un appassionato di geografia prestato all'informatica.

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