Rio de Janeiro, cosa vedere in 3 giorni nella Città Meravigliosa

Rio de Janeiro, cosa vedere in 3 giorni nella Città Meravigliosa


uando gli esploratori portoghesi arrivarono qui all’inizio del XVI secolo, pensarono di trovarsi davanti alla foce di un grande fiume. Lo battezzarono subito Fiume di Gennaio.

Il nostro arrivo a Rio de Janeiro invece rappresentò l’inizio del nuovo anno 2006, una ouverture tra i vizi e le virtù di una città e di un paese, il Brasile, tra i più contraddittori da noi visitati.

Rio de Janeiro è una città nata per essere bella.

Sorge infatti in una posizione incantevole tra le cale della Baìa de Guanabara, alcune isole come Governador e Paquetà e le colline ricoperte di vegetazione verde che la circondano.

Non per niente è chiamata la Cidade maravilhosa.

 

La statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro

La statua del Cristo Redentore (© Robert Nyman)

 

Di seguito forniamo alcune idee e suggerimenti su cosa vedere a Rio de Janeiro in tre giorni, oltre ad alcuni consigli pratici e informazioni utili per organizzare al meglio la visita.

A dire il vero la nostra permanenza era stata condizionata dalle avverse condizioni atmosferiche, che non ci avevano permesso di gustare pienamente l’escursione alle isole tropicali e di frequentare le spiagge più famose.

Prima di passare al resoconto di viaggio devo sinceramente dirvi che Rio de Janeiro è stata l’unica città, tra quelle che abbiamo visitato, che non ci ha trasmesso sicurezza. Sarà stata magari una nostra percezione ma fu così.

Riccardo allora aveva sette anni e nelle vie parallele ad Avenida Atlântica, la strada che scorre lungo la spiaggia di Copacabana, avevamo notato strani movimenti intorno a noi che ci avevano fatto muovere con circospezione.

 

Articolo aggiornato il 16 maggio 2020.

 

Panorama della baia di Rio de Janeiro

Panorama della baia (© Cerqueira)

 

Indice

 

Free Tour

Per prendere confidenza con la città vi consiglio di partecipare ai Free Tour. Sono sempre delle esperienze interessanti, sono gratuiti, hanno una durata di circa due ore e la guida specializzata parla in inglese.

Vi potete iscrivere senza impegni ai seguenti link:

Free Tour del Centro Storico e del famoso quartiere di Lapa. Il tour comprende anche una degustazione di deliziosi dolcetti e liquori tipici.

Il Free Tour Santa Teresa vi porterà invece alla scoperta del famoso quartiere bohémien ricco di street art, tram gialli e ville moderne.

Free Tour del Carnevale si incentra sul legame della città con il continente nero, l’Africa.

 

La baia di Botafogo a Rio de Janeiro

La baia di Botafogo vista dal Morro da Urca

 

Tour guidato

Se invece volete approfondire la visita allora potete prenotare un Tour guidato di Rio.

L’escursione parte dalla spiaggia di Copacabana, ha una durata di circa tre ore e mezza, la guida specializzata parla in inglese ed il tour termina di fronte al Monastero di São Bento.

Durante il giro è prevista una sosta in un bar tradizionale per assaggiare tre tipi diversi di cachaça, la tipica bevanda alcolica brasiliana.

 

Dove dormire a Rio de Janeiro

Rio de Janeiro accoglie ogni anno numerosi visitatori, basti pensare al periodo del Carnevale. Per soddisfare tutta la domanda presenta un’ampia offerta di alloggi, in grado di soddisfare tutte le esigenze.

Troverete quindi hotel di ogni standard, alberghi, appartamenti e ostelli della gioventù, alcuni nuovi e altri rimodernati in occasione delle Olimpiadi del 2016.

 

Camera da letto nell'hotel 55 Rio Copacabana a Rio de Janeiro

Hotel 55 Rio Copacabana (© 55riocopacabana.com)

 

Noi avevamo alloggiato all’hotel Debret che negli ultimi anni ha cambiato nome ed è diventato 55 Rio Copacabana.

Si trova in una posizione incantevole proprio di fronte alla spiaggia più famosa della città.

 

Qui puoi verificare le offerte e la disponibilità di

Alloggi a Rio de Janeiro

 

Cosa vedere a Rio de Janeiro in tre giorni

Qui di seguito troverete le nostre impressioni trascritte così come le avevamo annotate live sul quaderno degli appunti.

 

GIORNO 1

Trasferimento da Foz do Iguaçu a Rio de Janeiro e primi momenti in città

Sbrigate le pratiche doganali saliamo a bordo del Boeing 757 della Varig, la compagnia di bandiera brasiliana.

I colori vivaci della livrea delle hostess e delle fodere dei sedili ci fanno subito capire di essere arrivati in un paese che fa dell’allegria, della musica e del fatalismo una questione di vita.

Un vero e proprio modus operandi.

 

Panorama di Rio de Janeiro con il Corcovado sullo sfondo

Panorama della città con il Corcovado sullo sfondo (© Agustin Diaz)

 

A destinazione troviamo ad accoglierci una cappa di afa ed un cielo plumbeo che non fa presagire nulla di buono.

Il pulmino messoci a disposizione dall’hotel per il transfer tarda ad arrivare e quindi per tenere sott’occhio la situazione decidiamo di appostarci all’esterno della zona arrivi.

Una volta arrivato, carichiamo in fretta valigie e zainetti e ci dirigiamo verso il nostro alloggio che si trova in Avenida Atlântica, proprio di fronte alla spiaggia di Copacabana.

A proposito, se avete bisogno di un Transfer a Rio lo potete comodamente prenotare online cliccando sul link.

 

Durante il tragitto attraversiamo Rua Figueira de Melo. Passiamo davanti ad un vecchio impianto sportivo dove campeggia su un muro una grande scritta bianca a caratteri cubitali: “Aqui nasceu o Fenômeno” (Qui nacque il Fenomeno).

Dato che il Fenomeno non può essere che lui, Luìs Nazàrio de Lima conosciuto da tutti come Ronaldo, presumo si tratti dello stadio del São Cristóvão, il club carioca nel quale iniziò a giocare a livello professionistico qui in Brasile.

Preso posto nel nostro alloggio, ci dirigiamo a fare due passi su uno dei lungomari più famosi del mondo. Avenida Atlântica è un brulicare di turisti e ragazzi.

Facciamo una sosta in uno dei tanti chioschi che si trovano all’inizio della spiaggia e ci dissetiamo con una delle specialità del posto: il coco gelado.

 

Panorama sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro

L’Avenida Atlântica e la spiaggia di Copacabana

 

Sulla banchina pedonale posta tra le due carreggiate, tra palme e pini marittimi, spuntano come funghi le bancarelle di un mercatino ambulante.

I bagnanti ormai si sono ritirati dalla spiaggia e si vedono solo alcuni ragazzi che giocano a beach volley.

Seduti ad un tavolino e con il naso rivolto all’insù, scrutiamo preoccupati il cielo.

Dobbiamo infatti decidere e comunicare all’agenzia il programma di domani: city tour alla scoperta dei luoghi di maggior interesse della città oppure escursione alle Islas Tropicales.

 

GIORNO 2

Rio de Janeiro

Dalle vetrate della sala colazione del nostro hotel, posta all’ultimo piano dell’edificio, ammiriamo uno scorcio bellissimo di Copacabana, illuminata dai raggi caldi del sole.

Ancora non sappiamo però che queste saranno le ultime ore di bel tempo della nostra vacanza.

Mentre Riccardo si diverte ad assaggiare delle qualità di frutta a noi sconosciute, seduti davanti ad una tazza di caffè fumante ci divertiamo a seguire con lo sguardo i giochi di onde bianche e nere formati dalle piastrelle del passaggio pedonale sul lungomare.

 

Sala colazione all'hotel 55 Rio Copacabana a Rio de Janeiro

Hotel 55 con vista sulla spiaggia di Copacabana (© 55riocopacabana.com)

 

Laggiù in fondo il Pão de Açúcar (Pan di Zucchero) svetta incontrastato sopra gli altri promontori, mentre alle nostre spalle l’austero Forte di Copacabana fa da sentinella al quartiere.

Nel consulto familiare di ieri sera aveva prevalso la prima ipotesi e quindi il programma del giorno prevede la visita guidata alla città.

Prima tappa il Pan di Zucchero.

Il monolito formato da granito e quarziti si eleva di 396 metri sul livello del mare e la sua cima è raggiungibile grazie ad una funivia chiamata Bondinho. La salita si fa in due tappe. La prima porta al Morro da Urca, sulla cui sommità si trova un eliporto.

Da qui si scorge il quartiere di Botafogo con la sua insenatura e la piccola spiaggia, mentre sullo sfondo appare ben visibile la statua del Cristo Redentore sul Corcovado.

 

La funivia che porta sul Pan di Zucchero a Rio de Janeiro

Il bondinho, la funivia che porta sul Pan di Zucchero (© Davi Costa)

 

La seconda tappa della salita invece è di quelle da togliere il respiro a chi, come me, ha paura del vuoto. La cabina della funivia infatti, appena lasciata la stazione di Urca, si lancia nell’ignoto prima di cominciare la lenta salita verso il Pan di Zucchero.

Da quassù abbiamo una panoramica a 360° sulla città e riusciamo a scorgere in lontananza le spiagge di Leme e Copacabana, ancora illuminate dal sole.

Dopo pranzo saliamo nuovamente, questa volta sul Corcovado, per vedere da vicino ciò che è ben visibile da qualsiasi zona di Rio, la statua del Cristo Redentore.

Il pullman si inerpica per le tortuose strade della montagna tra vecchie abitazioni, tratti di foresta e passanti che ci guardano e ci salutano con la mano.

Poi ad un certo punto la carreggiata si restringe notevolmente ed il mezzo è costretto ad accostare e parcheggiare.

 

La statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro

La statua del Cristo Redentore sul Corcovado

 

Lasciamo la corriera e veniamo fatti salire su piccoli ed agili pulmini per completare l’ultimo tratto della salita.

La cima della montagna si erge di 700 metri sopra il livello del mare e la statua del Cristo Redentore è alta 38 metri di cui 8 fanno parte del basamento.

Il monumento fu progettato dallo scultore francese Paul Landowski e come supervisore alla costruzione fu scelto l’ingegnere brasiliano Heitor da Silva Costa.

Un gruppo di tecnici studiò il progetto di Landowski e decise di sviluppare la struttura in calcestruzzo anziché in acciaio, in quanto ritenuto materiale più adatto a strutture a forma di croce.

Il monumento fu inaugurato il 12 ottobre del 1931 dal presidente Getúlio Vargas.

 

La statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro

La statua del Cristo Redentore (© Robert Nyman)

 

Durante l’ultima fase della nostra scalata le nuvole basse e la foschia si sono impossessate della statua di Gesù Cristo, della quale riusciamo ad identificare a mala pena i piedi.

Aspettiamo invano per una mezz’ora, poi purtroppo dobbiamo ridiscendere per fare spazio ad altre comitive di turisti in arrivo senza aver avuto la possibilità di intravedere il monumento.

La sorte invece bacia i miei genitori, i quali arrivati dopo di noi hanno approfittato di un breve squarcio di sereno per immortalare la statua di Gesù con le braccia aperte.

Carpe diem!

Hanno colto l’attimo e per loro si è trattato di un momento davvero emozionante.

 

Al seguente link potete prenotare online un Tour al Cristo Redentore ed alla città in minibus.

Il tour ha una durata di cinque ore, la guida parla italiano e nel prezzo è compreso il servizio di pick up e drop off negli hotel situati nei quartieri di Centro, Leblon, Ipanema e Copacabana.

 

Continuiamo il nostro giro tra i luoghi di maggior interesse di Rio de Janeiro visitando dapprima la Cattedrale Metropolitana, il cui vero nome è Catedral de São Sebastião do Rio de Janeiro, in onore del Santo Patrono della città.

Sorge nella città vecchia, è di forma conica e può contenere al suo interno fino a 20.000 (ventimila) fedeli durante le cerimonie.

 

La Catedral de São Sebastião a Rio de Janeiro

La Cattedrale Metropolitana (© Tung Wong)

 

Nel centro storico mi sembra di rivedere le stesse forme architettoniche della vecchia Lisbona (edifici bianchi in stile coloniale con i tetti rosso bordeaux).

Mi piacerebbe molto passeggiare nei suoi stretti vicoli in acciottolato, sedermi ad un tavolino a gustarmi un caffè, chiacchierare con la gente del posto.

Invece il rigido programma imposto dal tour prevede la visita al Sambodromo.

Si tratta di una struttura fissa, progettata dall’architetto Oscar Niemeyer (tra le sue opere c’è il progetto di Brasilia, la capitale del paese), adatta ad ospitare manifestazioni in forma di parata.

Si sviluppa in senso longitudinale per circa 700 metri lungo un viale chiamato Avenida Marquês de Sapucaí.

 

Il sambodromo di Rio de Janeiro

Il sambodromo

 

È il luogo in cui si svolgono le famose sfilate delle scuole di samba di Rio durante il carnevale.

Sotto gli spalti si trovano diversi servizi tra cui un interessante museo nel quale sono esposti dei bellissimi costumi variopinti. Un addetto illustra ai visitatori la filiera di lavorazione per la produzione dei costumi stessi.

Terminata la visita saliamo sul pullman, non facciamo neppure in tempo a sederci sui comodi sedili che sulla città si abbatte una pioggia torrenziale.

Prendiamo la strada dell’albergo passando davanti allo stadio Mário Filho, noto a tutti con il suo nome originario di Maracanã.

I moderni palazzi e condomini che si elevano nel reticolo di strade alle spalle di Avenida Atlântica a Copacabana sono protetti da alte inferriate, mentre gli ingressi sono piantonati da guardie armate di compagnie di sicurezza privata.

È comunque noto che in queste zone il tasso di microcriminalità sia molto elevato.

 

GIORNO 3

Escursione alle isole Tropicali

Appena sveglio butto lo sguardo fuori dalla finestra della camera per verificare le condizioni atmosferiche: piove a dirotto.

“Questa proprio non ci voleva!” esclamo con un filo di voce per non svegliare Riccardo. Oggi infatti abbiamo in programma l’escursione alle isole Tropicali, un vero e proprio paradiso di mare, spiagge, flora e fauna.

Davanti alla spiaggia di Copacabana intanto, quelli che io ho definito come i forzati del jogging, continuano a correre su e giù per il celebre lungomare incuranti della pioggia battente.

 

L'isola tropicale di Itacuruçà in Brasile

L’isola tropicale di Itacuruçà

 

Nonostante il tempo inclemente partiamo per l’escursione percorrendo la strada BR101 in direzione Santos.

Le periferie di Rio regalano squarci che descrivono perfettamente le situazioni di disagio in cui vivono i loro abitanti.

Agglomerati urbani cresciuti selvaggiamente sulle pareti scoscese delle colline, senza un piano regolatore e privi dei basilari servizi (pensiamo alle fognature ed ai sistemi di depurazione delle acque).

Sopra le piccole abitazioni grovigli di cavi, allacciamenti elettrici effettuati senza seguire la minima norma di sicurezza, antenne paraboliche.

La strada che percorriamo si incunea tra colline ricoperte da una vegetazione verde e lussureggiante.

Dopo circa un’ora e mezza arriviamo alla marina di Itacuruçá. Saliamo sul saveiro (imbarcazione a motore) e ci dirigiamo nella Bahía de Sepetiba dove si trovano le isole di Itacuruçá, Martins e Jaguanum che formano l’arcipelago delle isole Tropicali.

 

Goletta sull'isola di Itacuruçà in Brasile

Goletta nella baia dell’isola di Itacuruçà

 

La pioggia intanto ha diminuito la sua intensità però noi, per scaramanzia, continuiamo ad indossare il nostro k-way. Durante la traversata della baia è consuetudine avvistare delfini, martin pescatore giganti e tartarughe.

Oggi invece tra le acque torbide ci dobbiamo accontentare di una manta. Il programma prevedrebbe una sosta per una nuotata però il tempo non ce lo consente e quindi tiriamo diritti fino all’isola di Itacuruçà.

Il capitano attracca il saveiro nel porticciolo accanto ad una goletta.

Appena lasciato il molo troviamo ad accoglierci un bellissimo pappagallo variopinto: ha il becco nero, gli occhi sono circondati da piume bianche, il collo è nero mentre il petto è giallo.

La schiena invece ha un piumaggio che va dal turchese al blu aviatore. La coda infine è azzurra con delle striature gialle.

 

Pappagallo variopinto nell'isola tropicale di Itacuruçà in Brasile

Pappagallo variopinto nell’isola tropicale di Itacuruçà

 

Ci addentriamo nei sentieri tra palme, grandi felci, piante grasse e vegetazione tropicale. L’acqua del mare è calda.

Improvvisamente tra le nubi fanno capolino dei raggi di sole che riscaldano subito l’ambiente e l’anima di noi escursionisti.

In un battibaleno calo i miei jeans, rimango in costume e mi sdraio sulla sabbia bianca della spiaggia.

Riccardo intanto non resiste alla tentazione e si tuffa in acqua. In giornate di sole questo dovrebbe essere un vero e proprio paradiso.

L’acqua caduta però ha rovinato i piani della giornata e per questo motivo il pranzo a buffet previsto sulla spiaggia è stato posticipato al nostro rientro sulla terraferma.

 

La spiaggia dell'isola di Itacuruçà in Brasile

La spiaggia dell’isola di Itacuruçà

 

Rientrati dall’escursione ci prepariamo a trascorrere l’ultima serata a Rio. La pioggia intanto ha ricominciato a cadere con buona intensità. Un cenno lo meritano i ristorantini denominati a kilo.

Generalmente si tratta di piccoli locali anonimi. Hanno il banco di mescita posto in senso longitudinale rispetto alla stanza.

Gli avventori si siedono su alti sgabelli oppure nei pochi tavolini presenti all’interno. Sulla parete di fronte all’entrata c’è sempre la televisione accesa.

All’esterno stuoli di ragazzini seduti a terra, con le spalle appoggiate al muro o alla vetrina del locale. Sono chiamati a kilo perché solitamente si paga la quantità di cibo consumato.

 

GIORNO 4

Trasferimento da Rio de Janeiro a San Paolo e successivo volo per Milano

Lasciamo una Rio avvolta ancora dalle nubi e bagnata dalla pioggia. Prima di salire sul pulmino messoci a disposizione dall’hotel per il trasferimento in aeroporto buttiamo un ultimo sguardo alla vicina spiaggia di Copacabana.

Era la meta dei nostri sogni che purtroppo sono rimasti tali. La nostra visita di tre giorni a Rio de Janeiro termina qui.

 

Fuso orario Rio de Janeiro

In Brasile ci sono quattro fusi orari.

L’ora solare standard di Rio de Janeiro rispetto all’Italia: -4

 

Copertura sanitaria in Brasile

L’Italia e il Brasile hanno stipulato una convenzione sanitaria bilaterale. Alcune tipologie di cittadini italiani che si recano in Brasile per turismo sono coperti per alcuni servizi e trattamenti.

Prima di partire è necessario recarsi alla propria Azienda Sanitaria di competenza e compilare il modulo di richiesta.

Per saperne di più vi consiglio di consultare la sezione Se parto per sul sito web del Ministero della Salute. In alternativa vi consigliamo di stipulare una assicurazione sanitaria privata.

 

Valuta Brasile

Real Brasiliano – BRL (suddiviso in 100 Centavo)

Simbolo R$

 

Photo Credits: la foto di copertina è opera di Agustin Diaz ed è stata scaricata da Unsplash. Le foto dell’hotel 55 Rio Copacabana sono state scaricate dal sito web dell’hotel. Ringraziamo inoltre Robert Nyman, Davi Costa, Cerqueira, Tung Wong per le foto scaricate da Unsplash.

Steve

Sono nato a Udine nel 1963 e vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. Appassionato di geografia, ho viaggiato fin da piccolo grazie ai miei genitori.

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Un android developer a tempo perso, una polacca innamorata dell'Italia e un appassionato di geografia prestato all'informatica.

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