Portogruaro, cosa vedere nella città sul Lèmene

Portogruaro, cosa vedere nella città sul Lèmene


Portogruaro è una graziosa cittadina situata all’estremità orientale del Veneto a circa metà strada tra Venezia e Trieste.

Adagiata lungo le sponde del fiume Lèmene, è facilmente raggiungibile da alcuni dei più importanti centri balneari dell’Alto Adriatico e dalla nostra regione, il Friuli Venezia Giulia.

A proposito di spiagge, nel raggio di poche decine di chilometri si sviluppano gli arenili di Caorle, Bibione, Eraclea, Jesolo e Lignano Sabbiadoro, che durante la bella stagione richiamano milioni di turisti da tutta Europa.

In questo articolo vi proponiamo un itinerario sostenibile su cosa vedere a Portogruaro, oltre ad una serie di informazioni pratiche per organizzare al meglio la visita.

 

Indice

 

Come arrivare

Portogruaro si trova lungo l’importante e trafficata direttrice Venezia – Trieste, ha un’uscita sull’autostrada A4 e ospita anche la stazione dei treni.

Frequenti sono le corse che la collegano agli snodi ferroviari di Mestre e Venezia e diversi convogli con destinazione Trieste fermano anche al Trieste Airport.

Meno comodi invece sono gli spostamenti in corriera, operati dalla compagnia ATVO, che la collegano comunque con i vicini centri balneari e l’aeroporto Marco Polo di Venezia.

 

Cenni storici

Il primo documento ufficiale che attesta l’esistenza di Portogruaro risale al 1140, quando Gervino, vescovo di Concordia, stipulò un accordo con dei commercianti, consentendo loro di costruire un porto, abitazioni e fondachi.

Pur conservando una certa autonomia politica e amministrativa, Portogruaro rimasta sotto la sfera di influenza del Patriarcato di Aquileia fino al 1420, quando passò alla Repubblica di Venezia.

In questo periodo la cittadina visse un notevole sviluppo commerciale e vennero edificati degli splendidi palazzi in stile gotico rinascimentale e restaurate le porte di accesso.

Alla caduta della Serenissima, nel 1797, la cittadina entrò nell’orbita di influenza austriaca fino al 1866, quando entrò a far parte del Regno d’Italia.

 

La facciata di Palazzo Götzen a Portogruaro

Palazzo Götzen

 

Portogruaro, cosa vedere

Il pittoresco centro storico di Portogruaro è racchiuso in un raggio di poche centinaia di metri, si visita tranquillamente a piedi e va esplorato con calma.

Noi vi consigliamo di lasciare l’auto nel parcheggio situato alle spalle della Villa Comunale, per poi raggiungere il centro attraversando il parco della Pace.

Il centro storico si sviluppa lungo due vie parallele, Corso Martiri della Libertà e via Seminario, separate dalle placide acque del Lèmene.

Le due strade sono fiancheggiate in alcuni tratti dai caratteristici portici, sotto i quali si affacciano bar, attività commerciali e studi professionali.

Visitare Portogruaro è un mix di esperienze.

Significa passeggiare per le strade del centro con il naso all’insù, ammirando i particolari architettonici delle facciate dei palazzi.

Significa visitare monumenti e musei dal pregiato valore storico, artistico e culturale, magari intervallandoli con una sosta caffè o aperitivo in una osteria o enoteca.

Andiamo a scoprirlo assieme.

 

Aperitivo e cicchetti all'osteria Ai Ciclisti di Portogruaro

Osteria Ai Ciclisti

 

Piazza della Repubblica

La visita di Portogruaro secondo noi può iniziare da qui.

La piazza, di forma rettangolare, è racchiusa su tre lati da interessanti edifici mentre il quarto si affaccia sul Corso Martiri della Libertà.

La costruzione più importante tra quelle che circondano lo slargo è sicuramente il Palazzo del Municipio, detto anche Loggia Comunale.

Fu edificato in stile gotico in due momenti distinti tra il XIII e il XVI secolo.

Presenta un prospetto caratterizzato da tre porte al piano terra e sei monofore al piano nobile, al quale si accede tramite una scala esterna in pietra d’Istria.

La parte superiore dell’edificio è abbellita dalle merlature cosiddette a coda di rondine, per la caratteristica forma dei rialzi.

Al centro della piazza invece si innalza il monumento in onore dei caduti della prima guerra mondiale, opera di Gaetano Orsolini, inaugurato nel 1928 dal principe ereditario Umberto di Savoia.

 

Palazzo del Municipio a Portogruaro

Palazzo del Municipio

 

Pozzetto delle Gru

Di fianco al palazzo comunale, proprio sul vertice sud-occidentale della piazza, sorge quello che è da tutti considerato il simbolo di Portogruaro, il Pozzetto delle Gru.

Il pozzo è stato scolpito da Giovanni Antonio Pilacorte nel 1494.

Le gru in bronzo invece sono opera di Valentino Turchetto, che le fabbricò nel 1928 in sostituzione di quelle trafugate dagli austro-ungarici durante la Grande Guerra.

Se vi avvicinate noterete che dai becchi dei due uccelli zampilla un filo d’acqua.

 

Il Pozzetto delle Gru a Portogruaro

Pozzetto delle Gru

 

La Pescheria

Proprio dietro Piazza della Repubblica sorge la cosiddetta zona della pescheria, senza ombra di dubbio uno dei luoghi più pittoreschi di Portogruaro.

Affacciata sul corso del Lèmene, in passato su quest’area si svolgevano le attività commerciali legate alla pesca.

Sotto un porticato dal soffitto in legno, circondato da un pavimento in piastrelle a scacchiera, sorge il piccolo oratorio in legno dedicato alla Madonna.

Il piccolo luogo di devozione risale alla prima metà del Seicento, quando iniziò a diffondersi il culto per l’immagine della Madonna del Carmine, che si trova proprio all’interno dell’oratorio.

La cappella fu innalzata nel 1627 dai pescatori.

Venne sfregiata e spogliata durante l’invasione austriaca del 1917, ma per iniziativa di Bittolo Bon Giuseppe fu restaurata e abbellita nell’estate del 1920.

 

L'oratorio della pescheria a Portogruaro

Oratorio della pescheria

 

I Mulini di Sant’Andrea

Adiacenti alla zona della pescheria sorgono i mulini di Sant’Andrea, secondo noi un must della Portogruaro da vedere.

Risalenti al XIII secolo, i due mulini furono edificati per volere dei vescovi di Concordia, ai quali appartennero fino al 1867. In quegli anni rappresentarono il volano dell’economia locale, grazie alla macinatura del grano.

Dopo alcuni passaggi di proprietà vennero acquistati definitivamente dal comune cittadino nel 1970. Oggi ospitano delle mostre d’arte.

Il ponte in pietra a due arcate dedicato a Sant’Andrea è il luogo ideale per immortalare dei suggestivi scatti fotografici.

Nel 2010 grazie al FAI, Fondo Ambiente Italiano, è stato ricollocato in cima ad un pilone frangiflutti il leone marciano, o di San Marco, in sostituzione di quello distrutto dalle truppe francesi nel 1797.

 

Il Campanile

La torre civica è stata edificata tra il XII e il XII secolo, è alta 59 metri e pende in direzione nord-est di oltre un metro.

La caratteristica costruzione ci ha immediatamente ricondotti con il pensiero a un altro campanile storto, molto conosciuto, che vi abbiamo descritto nell’articolo dedicato a cosa vedere nell’isola di Burano, nella laguna di Venezia.

Dal 2001 il manufatto è monitorato con attenzione dall’Università di Trento ed è stato messo nero su bianco un progetto per la messa in sicurezza.

 

Il Campanile storto di Portogruaro

Il Campanile

 

Il Duomo

Il duomo è l’edificio religioso più importante di Portogruaro, venne costruito in stile neoclassico a partire dal 1793 e consacrato nel 1833.

Sorge sul posto dove in precedenza c’era un’altra chiesa, probabilmente del XII secolo, con la facciata orientata a occidente.

La chiesa è a tre navate, con abside a semicerchio, e al suo interno ospita diverse opere pittoriche della cosiddetta scuola veneta:

  • “La Presentazione di Gesù al Tempio” di Giovanni Martini (1512-13), posizionato nell’abside dietro l’altare maggiore;
  • “La Crocifissione” di Palma il Giovane (fine del XVI secolo) appeso sopra la porta laterale destra.

Tra tutti i luoghi che abbiamo visitato, ad essere sinceri il duomo è quello che ci ha colpiti di meno.

Forse perché è troppo essenziale e poco appariscente nelle sue forme decorative e architettoniche.

 

Corso Martiri della Libertà

Prima di spostarsi sull’altra riva del Lèmene, vi consigliamo di fare quattro passi lungo la via principale di Portogruaro.

Lungo la strada, nei tratti più ampi ed esposti, ci sono delle panchine in pietra su cui concedersi dei momenti di relax, intervallate da alte piante di palma.

Il tratto che da Piazza della Repubblica si dirige verso Porta San Gottardo è secondo noi il più interessante, con pregevoli palazzi in stile gotico rinascimentale.

Al civico 39 Palazzo Muschietti, al 35 Palazzetto Moro, al 42 Palazzetto Fratto, al 36 Palazzo Longo, al 30 Casa Muschietti abbellita da colonne classiche e architravi in legno, al 23 palazzo Götzen e infine al numero 1 Palazzo Dal Moro.

 

Corso Martiri della Libertà a Portogruaro

Corso Martiri della Libertà

 

In fondo alla strada, incastonata tra due edifici, sorge Porta San Gottardo.

Si tratta di una delle tre porte ancora esistenti, testimone della cinta muraria difensiva di epoca medioevale.

Risale al XII secolo ma è stata ristrutturata alla metà del XVI secolo. Oltre la porta un ponticello in pietra con lo stemma araldico della città.

Dalla parte opposta del Corso infine sorge la Porta di San Giovanni.

Edificata anch’essa nel XII secolo, in passato rappresentava l’entrata principale in città per uomini e merci provenienti dal fondaco delle mercanzie.

 

Via Seminario

Dopo Corso Martiri della Libertà, via Seminario è sicuramente la strada più importante e frequentata del centro storico.

Fiancheggiata su un lato dai portici, si congiunge con via Cavour, in fondo alla quale sorge Porta Santa Agnese, edificata all’inizio del XIII secolo.

 

Museo Concordiese

La creazione del museo fu fortemente voluto da Dario Bertolini, avvocato di Portogruaro e appassionato di archeologia.

Finanziò le prime ricerche sistemiche a fine Ottocento nella vicina colonia romana di Concordia.

L’edificio che ospita le esposizioni venne costruito con fondi statali su un terreno acquistato dal comune e la prima pietra venne posata nel 1885, come ricorda una lapide situata all’ingresso.

La struttura ha la forma di una basilica paleocristiana a tre navate su colonne in mattoni rivestite di stucchi, che imita il marmo cipollino.

Il museo ospita al piano terra importanti testimonianze di epoca romana e paleocristiana.

Provengono in gran parte dalla vicina colonia di Concordia, con un’interessante raccolta di sepolcri, epigrafi e statue.

Di fronte alla biglietteria, nell’atro di ingresso, una piccola stanza è dedicata all’esposizione di una collezione numismatica.

 

Interno del Museo Concordiese di Portogruaro

Museo Concordiese

 

Le tre sale situate al primo piano invece sono state riallestite nel 1986.

La prima ospita una collezione di bronzi, la seconda una collezione di vetri, gemme, laterizi e ceramiche romane, l’ultima infine dei resti di epoca protostorica recentemente rinvenuti.

Il paese di Concordia Sagittaria dista quattro chilometri da Portogruaro e anch’esso scorre lungo il fiume Lèmene.

L’occupazione del territorio da parte dei romani avvenne nel II secolo a.C. e Concordia ebbe lo status giuridico di colonia a partire dal 40 a.C.

Acquisita la configurazione urbanistica classica romana, venne chiamata Iulia Concordia.

Fino alla fine dell’Ottocento rimase Concordia.

Solo in seguito ai primi ritrovamenti che rivelarono che era la sede di una fabbrica di frecce in epoca tardo antica, gli fu aggiunto l’appellativo che la distingue ancora oggi.

L’abitato che sorse sul sito della colonia romana era formato da capanne e da aree artigianali dove si lavoravano la ceramica, il bronzo e le ossa.

Con il passare dei secoli le capanne vennero sostituite con case aventi tetti in tegole, articolate attorno a dei cortili e disposte lungo strade aventi la caratteristica struttura romana dei cardi e decumani.

Di fianco all’edificio che ospita il museo sorge il collegio Marconi, costruito all’inizio del Settecento come seminario della diocesi di Concordia su precedente convento e ospedale dei Crociferi.

 

Palazzo Altan Venanzio a Portogruaro

Palazzo Altan Venanzio

 

Palazzo Altan Venanzio

Il palazzo è stato edificato nel XV secolo sulle fondamenta di una precedente costruzione ed è affrescato nel Seicento da Giulio Quaglio.

Dal 1877 ospita alcuni uffici pubblici e dal 2015 è sede del centro culturale cittadino – biblioteca civica Nicolò Bettoni.

Il piano terra ospita una esposizione permanente di opere del pittore futurista Luigi Russolo.

 

Il complesso di Villa Comunale a Portogruaro

Il complesso di Villa Comunale

 

Villa Comunale

Sulla lista delle cose da vedere a Portogruaro non può di certo mancare la Villa Comunale.

Molti sostengono che sia il palazzo più rappresentativo tra quelli realizzati in città nel Cinquecento. Si ritiene che sia opera di Guglielmo da Alzano, detto il Bergamasco, che la costruì all’incirca alla metà del XVI secolo.

Nel corso dei secoli l’edificio ha ospitato diverse famiglie benestanti, finché nel 1973 è stato acquistato dal comune di Portogruaro.

La villa conserva ancora la sua struttura originaria, oltre ad una serie di aggiunte del secolo scorso. Oggi ospita degli uffici comunali e il museo paleontologico Gortani.

Di fianco alla villa, su via Seminario, si affaccia l’Oratorio di Sant’Ignazio, eretto nel 1682 da Giulio Tasca.

Purtroppo tutte le volte che siamo stati noi era chiuso.

Il parco invece aveva originariamente forma rettangolare, era più piccolo rispetto a quello attuale, e terminava a ridosso delle mura cittadina.

Dalla consultazione delle mappe degli anni Trenta si evince infatti che il primo ampliamento del giardino sia successivo all’abbattimento delle mura.

La sistemazione attuale del parco infine è dovuta agli interventi promossi dalla famiglia dei Marzotto negli anni Quaranta.

Durante i lavori si prestò la massima attenzione alla conservazione di molte delle piante preesistenti.

Se venite qui durante la bella stagione verrete inebriati dal delicato profumo dei fiori bianchi dei gelsomini.

Steve

Sono nato a Udine nel 1963 e vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. Appassionato di geografia, ho viaggiato fin da piccolo grazie ai miei genitori.

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Un android developer a tempo perso, una polacca innamorata dell'Italia e un appassionato di geografia prestato all'informatica.

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