Porto, cosa vedere in 3 giorni: itinerari consigliati
Siamo sinceri. Ammirando alcune fotografie sui social e ascoltando i commenti entusiastici di chi c’era già stato, siamo partiti per Oporto con certe aspettative.
Al termine vi possiamo dire che le nostre speranze sono state pienamente soddisfatte, se non addirittura accresciute.
Oporto non è una città che colpisce emotivamente a prima vista, ma si impara a conoscere ed apprezzare lentamente.
Ammirando le facciate di vecchi palazzi impreziosite da decorazioni di maiolica, oppure buttando lo sguardo nei saloni di barbiere arredati come una volta.
Degustando un bicchiere di Porto seduti in una enoteca, oppure strabuzzando gli occhi davanti alla vetrina di una pasticceria.
Le strade del centro storico sono piuttosto strette, in buona parte pavimentate con mattonelle di pietra, che donano quel tocco vintage che non guasta mai.
Lungo le vie più affollate si esibiscono a tutte le ore musicisti di strada che rallegrano l’atmosfera.
La gente è cordiale, sempre disponibile a fornire info e consigli, o semplicemente a scambiare quattro chiacchiere.
Questi sono solo alcuni degli aspetti che la rendono così speciale agli occhi dei forestieri, provenienti da tutto il mondo.
In questo articolo ad ogni modo ci concentriamo su cosa vedere a Oporto in 3 giorni.
Per quanto riguarda invece le informazioni pratiche per visitare Oporto, vi rimandiamo al nostro precedente articolo, che potete consultare cliccando sul link.
Articolo aggiornato il 7 gennaio 2024.
Indice
- Niccolò Nasoni
- Oporto, cosa vedere in 3 giorni
- Ribeira – Itinerario n°1
- Aliados e Bolhão – Itinerario n°2
- Aliados e Miragaia – Itinerario n°3
- Vila Nova de Gaia – Itinerario n°4
Niccolò Nasoni
Prima di andare alla scoperta delle bellezze che Oporto sa offrire, non possiamo dimenticare un italiano che ha lasciato un’impronta indelebile sulla città, Niccolò Nasoni.
Nato a San Giovanni Valdarno nel 1691, il pittore ed architetto toscano ha lavorato a lungo in Portogallo, grazie all’invito ricevuto dal Decano della Cattedrale di Oporto nel 1723.
Durante la sua permanenza in città realizzò numerose opere, tra cui gli affreschi ed il rinnovamento della Sé, il Palazzo Episcopale, la Chiesa e la Torre de los Clérigos.
Quest’ultima è stata probabilmente la ciliegina sulla torta della sua illuminata carriera artistica.
Ormai benestante, al termine dei lavori non pretese un compenso economico dall’ordine dei Chierici, ma strappò la promessa di venire sepolto all’interno dell’edificio.
Morì nel 1773.
Oporto, cosa vedere in 3 giorni
Il centro storico di Oporto si sviluppa sulla riva settentrionale del fiume Douro e si visita tranquillamente a piedi.
Tenete presente però che le strade sono un continuo saliscendi.
In alcuni tratti le pendenze sono abbastanza accentuate, così se a fine giornata vi sentite stanchi vi consigliamo di utilizzare l’efficiente rete di mezzi pubblici.
In base alla nostra esperienza vi proponiamo quattro itinerari sostenibili, che abbinano tempi corretti da dedicare alle visite di chiese e monumenti a momenti di svago e relax.
Con 3 giorni pieni a disposizione, allora potete tranquillamente pensare anche a una escursione a Matosinhos, come abbiamo fatto anche noi.
Ribeira – Itinerario n°1
Il primo itinerario ci porta alla scoperta di alcuni degli edifici più belli ed eleganti della città, ed è sicuramente uno dei percorsi turistici più battuti.
La camminata ha inizio in Rua das Flores, proprio di fronte alla stazione di São Bento e ricalca in molti tratti il Free Tour di Oporto a cui abbiamo partecipato.
È una delle strade più frequentate dai turisti, ricca di attività commerciali, gastronomie, ristoranti e opere di arte urbana.
A proposito di street art, lungo la via ci sono quindici centraline elettriche decorate con colori sgargianti.
Dalla facciata laterale di un edificio invece sbuca “Perspéntico”, il grande gatto blu del famoso artista Liqen.
Spoiler: salendo verso São Bento, l’opera si trova sulla destra.
Quasi in fondo alla strada, poco prima di tuffarsi verso Praça do Infante Dom Henrique, sorge il Museu da Misericórdia do Porto.
È la sede della confraternita della Misericordia, con la chiesa barocca eretta nel XVI secolo, ma che ha subito un importante intervento di ampliamento nel 1750, su progetto proprio di Niccolò Nasoni.
Numerosi comunque sono stati i lavori di ristrutturazione negli anni, il più recente dei quali ha portato alla realizzazione del complesso museale.
La mostra ha l’obiettivo di far conoscere la storia della Santa Casa della Misericórdia e le sue finalità istituzionali, nonché le opere d’arte custodite al suo interno.
Il percorso didattico comprende anche la visita alla Igreja de Misericórdia e alla Galleria dei Benefattori.
Praça do Infante Dom Henrique è uno spiazzo verde di forma rettangolare, su cui svetta il massiccio monumento che omaggia Enrico il Navigatore.
Nelle giornate di bel tempo i ragazzi si sdraiano sul prato a chiacchierare tra di loro e prendere il sole.
La piazza è circondata da splendidi edifici tra cui il Palácio da Bolsa, un lato della Igreja de São Francisco e il Mercado Ferreira Borges, una struttura in ferro e vetro dal colore rosso granata.
Non si tratta di un vero e proprio mercato come lo intendiamo noi, ma ospita diversi locali dove fermarsi per un aperitivo o uno snack.
Il Palácio da Bolsa è secondo noi uno degli edifici più belli ed interessanti di Oporto.
Si può visitare solo partecipando a delle visite guidate, che vi consigliamo di prenotare in anticipo per evitare lunghe code alle biglietterie. Purtroppo non sono previste visite in lingua italiana.
L’edificio in stile neoclassico fu edificato tra il 1842 ed il 1910 su un terreno donato dalla Regina alla Compagnia Mercantile, dove in passato sorgeva il vecchio convento dei francescani.
Il tour ha inizio nel patio delle nazioni. Sul cornicione sono raffigurati gli stemmi dei paesi che intrattenevano rapporti commerciali con il Portogallo nel XIX secolo, tra cui l’Italia.
I lavori di costruzione del palazzo durarono all’incirca sessanta anni, quaranta dei quali necessari per ricavare da tre enormi blocchi di granito la scalinata nobile.
Dal soffitto in vetro e ferro pendono due grandi lampadari in bronzo.
La visita prosegue al primo piano passando di sala in sala. Da quella che ospita i ritratti dei Presidenti della Compagnia Mercantile a quella del Tribunale.
Da quella che ospita la riproduzione dell’ufficio di Gustave Eiffel a quella dei Reali Portoghesi. La camminata termina nello splendido Salone Arabo.
Ispirato alle stanze dell’Alhambra di Granada, è decorato finemente in stile moresco con stucchi e arabeschi policromi.
Proprio di fianco al Palazzo della Borsa si addossa la Igreja de São Francisco. Oltre alla chiesa il complesso ospita anche il Museo di arte sacra e le Catacombe.
La chiesa monumentale dell’antico convento dedicato a San Francesco fu fondata nel 1344, ma nei secoli è stata più volte ristrutturata.
Dichiarata monumento nazionale nel 1910, ha degli splendidi interni ricchi di decori e intagli in legno, massima espressione dello sfarzoso barocco portoghese.
A tal proposito vi anticipiamo che le chiese di Oporto sono una più bella dell’altra.
I muri, le colonne e gli altari sono rivestiti da sculture dorate datate tra il XVII e il XVIII secolo, per le quali vennero utilizzati 210 Kg di oro a 22 carati.
L’Albero di Jesse è sicuramente l’opera più suggestiva.
Si tratta di una pala d’altare in legno policromo opera degli scultori Filipe da Silva e António Gomes, che raffigura la genealogia di Cristo.
Le radici della pianta si diramano dai lombi di Jesse di Betlemme e proseguono nei rami che coincidono con i Re del regno di Giuda.
Una breve discesa di un centinaio di metri conduce a Cais de Ribeira, la passeggiata lungo il fiume animata da ormeggiatori, locali affollati e un continuo via vai di turisti e curiosi.
Sullo sfondo si staglia la sagoma imponente e inconfondibile del Ponte Dom Luís I.
Il manufatto ha una lunghezza di 172 metri ed una altezza di 70. Fu progettato dall’ingegnere belga Téophile Seyrig, allievo di Eiffel.
Venne costruito tra il 1880 ed il 1886 e caratterizza il profilo della città con la sua grande campata in ferro. È possibile attraversarlo in auto, in metro ed anche a piedi (per chi non soffre di vertigini come me).
Ai tempi dell’invasione delle truppe napoleoniche nel 1809 al suo posto c’era un ponte di barche.
La gente presa dal panico per l’arrivo dei francesi cercò di attraversarlo in massa, ma il manufatto cedette e persero la vita circa 4.000 persone.
I portuensi lo chiamano semplicemente Ponte Luís. Vi spiego subito il perché.
Il Re venne invitato all’inaugurazione del manufatto, ma senza un valido motivo non si mosse dalla sua residenza di Lisbona.
Da allora, come forma di ripicca, i portuensi non antecedono il Dom al nome del monarca.
La Sé (Cattedrale) è di epoca romanica e sorge proprio in cima ad una collina, da cui domina la città.
Lo spiazzo antistante l’edificio religioso è anche il punto di ritrovo per chi volesse partecipare all’interessante Tour guidato di Oporto.
L’attività si svolge tutti i giorni alle ore 10:00 e viene effettuata con una guida specializzata che parla in italiano.
Durante la camminata vengono toccati alcuni dei luoghi più interessanti del centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Torniamo alla Cattedrale. Il complesso venne edificato nel XII secolo. Fu però completamente rimaneggiato in stile barocco tra il XVII ed il XVIII secolo, tranne la facciata e le testate del transetto con la loro massiccia struttura merlata.
La visita ha inizio nel chiostro, edificato in stile gotico alla fine del XIV secolo e decorato con interessanti azulejos di inizio Settecento.
La sacrestia invece è splendida e fa sgranare gli occhi, con tutta una serie di opulenti arredi e decori.
L’interno è a tre navate e si presenta molto sobrio ed essenziale nella sua struttura architettonica.
L’edificio ospitò nel 1387 la fastosa celebrazione del matrimonio tra il re João I e Filippa di Lancaster, e nel 1394 il battesimo di loro figlio, il principe Dom Henrique.
Con la visita alla Cattedrale si conclude il primo itinerario, da inserire obbligatoriamente in una visita di 3 giorni ad Oporto.
Aliados e Bolhão – Itinerario n°2
Anche questa camminata ha inizio a poche decine di metri dalla stazione di São Bento.
Avenida dos Aliados è una delle arterie più ampie della città, è fiancheggiata da eleganti palazzi ed è suddivisa in tre sezioni.
Quella centrale ospita un’isola pedonale mentre sulle due sedi stradali laterali scorre il traffico, a dire il vero sempre ordinato e mai caotico.
Si tratta di un viale lastricato con cubetti di porfido, in leggera salita, in fondo al quale si staglia il Municipio, sovrastato da una torre alta 70 metri.
Lo spiazzo prospiciente l’edificio comunale è contornato da pini marittimi.
Noi avevamo stabilito la nostra base logistica proprio a due passi qui, nel confortevole e grazioso Home at Porto – Aliados Apartments, che consigliamo caldamente.
Chi ci segue abitualmente su blog sa benissimo che ci piace trascorrere del tempo in un mercato.
Lo consideriamo il luogo adatto per scoprire le dinamiche sociali della gente del posto.
Prima di partire per Oporto avevamo annotato sulla mappa con la matita rossa il Mercado do Bolhão, il più importante della città.
Una volta sul posto però abbiamo constatato che la struttura era chiusa a causa di lavori di ristrutturazione edilizia.
Abbiamo chiesto informazioni alle maestranze del cantiere e ci hanno detto che alcune bancarelle erano state trasferite all’ultimo piano di un centro commerciale situato lì vicino, ma l’atmosfera ovviamente non era la stessa.
Probabilmente quando leggerete questo articolo il mercato sarà nuovamente riaperto, anzi fatecelo sapere qui sotto nei commenti oppure via mail. Grazie.
Bolhão comunque è una zona ricca di botteghe artigianali, caffè e pasticcerie.
La Pérola do Bolhão per esempio è una gastronomia aperta nel 1917, una delle più antiche della città.
Il piccolo negozio ha la facciata in stile liberty, rivestita di piastrelle decorate che ricordano il periodo coloniale e il commercio delle spezie con l’Oriente.
Quasi di fronte sorge la Manteigaria. Dicono sia il negozio dove si gustano i migliori pastéis de nata di Oporto e per questo motivo è sempre affollato di turisti.
Noi invece abbiamo fatto provviste in due negozietti meno pubblicizzati.
Nella Confeitaria do Bolhão abbiamo fatto scorta di pane, dolci e stuzzichini salati per lo spuntino di metà giornata, mentre alla Mercearia do Bolhão ci siamo riforniti di vini, merluzzo e spezie.
Dietro il Mercado do Bolhão, all’angolo tra Rua de Fernandes Tomás e Santa Catarina, sorge l’appariscente Capela das Almas.
Edificata ad inizio Settecento, la chiesa venne ristrutturata ed ampliata nel 1801 per ospitare il crescente afflusso di pellegrini devoti a Santa Caterina.
Le facciate sono decorate con circa sedicimila piastrelle raffiguranti scene della morte di San Francesco ed il martirio di Santa Caterina.
Gli azulejos sono stati dipinti da Eduardo Leite nel 1929 e prodotti nella fabbrica di ceramica Viúva Lamego di Sintra.
All’interno gli altari sono in stile neoclassico e uno ospita l’immagine della Madonna delle Anime, del XVIII secolo.
Rua de Santa Catarina è sicuramente una delle vie più glamour ed eleganti della città.
Quasi interamente pedonale, è pavimentata con mattonelle in pietra al centro, mentre i marciapiedi sono decorati con piccole tessere di mosaico bianche e nere.
La strada è un continuo susseguirsi di negozi di abbigliamento, caffè ed altre attività commerciali.
Affollata di turisti e gente del posto, è un passaggio da percorrere lentamente, fermandosi ad ascoltare le melodie dei numerosi artisti di strada che si esibiscono ad ogni ora del giorno e della sera.
Sulla strada si affaccia uno dei locali più famosi di Oporto, il Café Majestic. L’interno ha un qualcosa che ci ricorda lo storico Café Tortoni di Buenos Aires, visitato tanti anni fa.
Gli arredi sono in stile neoclassico, le cornici in legno dorato, i camerieri indossano la divisa ed i prezzi non sono per nulla economici.
Se trovate posto, vi consigliamo comunque di fermarvi almeno per un caffè.
Proprio in fondo a Rua Santa Catarina sorge la chiesa parrocchiale di San Ildefonso. Situata in posizione rialzata rispetto al piano strada, si raggiunge grazie a una ripida scalinata.
L’edificio delimitato da una inferriata venne costruito nella prima metà del XVIII secolo, sul luogo dove in epoca medioevale sorgeva un monastero.
Le piastrelle che decorano la facciata furono dipinte da Jorge Colaço nel 1932, raffigurano scene di vita di San Ildefonso e allegorie dell’Eucarestia.
Una breve e veloce discesa conduce alla stazione ferroviaria di São Bento, ultima tappa di questo itinerario.
Concludiamo con il botto.
Assieme alla Estación del Norte di Valencia, secondo noi è una delle più belle stazioni di treni al mondo.
L’edificio in stile beaux art è stato completato nel 1903 e l’atrio principale è finemente decorato con circa ventimila piastrelle, su progetto di Jorge Colaço del 1930.
Raffigurano scene di epiche battaglie della storia portoghese.
Aliados e Miragaia – Itinerario n°3
Questo itinerario è la naturale prosecuzione del precedente e secondo noi è uno dei percorsi più belli ed interessanti da fare ad Oporto.
La camminata ha inizio davanti all’imponente Torre dei Chierici e termina poche centinaia di metri più a nord, in Rua do Carmo.
Il Complesso religioso dei Chierici, dichiarato monumento nazionale nel 1910, è composto dalla chiesa, dalla torre e dal museo, situato nella casa della Confraternita.
Se volete visitarlo con calma e tranquillità, vi consigliamo di venire qui di buon mattino, per l’orario di apertura.
La Igreja dos Clérigos è stata costruita in stile barocco tra il 1732 ed il 1749 su disegno di Nasoni.
L’interno è a pianta ellittica e fu la prima chiesa in Portogallo ad essere progettata con questa forma geometrica.
L’interno è incantevole, non ci si stanca mai di guardare all’insù ed ammirare decorazioni e intagli dorati. La luce che penetra dalle finestre mette ancora più in risalto i preziosi decori.
La cupola reca lo stemma della Confraternita dei Chierici in finto granito, che poggia su sei pilastri, dai quali spiccano due pulpiti e due grate.
La Torre dos Clérigos è la più alta del paese con i suoi 76 metri di altezza ed è considerata anche la più bella.
Una volta raggiunta la cima dopo aver percorso 225 gradini, si gode di uno splendido panorama sulla città.
I lavori di costruzione della torre iniziarono nel 1754 e terminarono nel 1763, con la deposizione della croce di ferro sulla sommità.
Proprio di fianco alla torre ci sono diverse botteghe tipiche, tra cui la Casa Oriental.
Si tratta di un vecchio negozio di alimentari in stile coloniale, fondato nel 1910, dove in passato si vendevano principalmente prodotti provenienti dalle colonie portoghesi di oltremare.
Oggi invece, pur mantenendo l’ispirazione originale, si è trasformato in un negozio di conserve.
I prodotti sono esposti in eleganti scaffali in legno e sono custoditi in preziose lattine litografate, con illustrazioni originali.
Il negozio merita senz’altro una visita, se volete acquistare qualcosa però state attenti ai prezzi, tutt’altro che economici.
Pochi passi più avanti si staglia l’elegante palazzo che ospita il Museo della Fotografia.
Edificato nel 1767, fu sede in passato di un carcere e di una sezione del tribunale.
Al giorno d’oggi invece ospita mostre temporanee di fotografia, oltre ad una preziosa collezione di macchine fotografiche.
Proprio dietro l’edificio si sviluppa il quartiere ebraico di Oporto.
Vi consigliamo di percorrere la caratteristica Rua São Bento da Vitória, che ha il suo sbocco naturale nell’omonimo belvedere.
Lo spiazzo si presenta piuttosto trasandato ma è uno dei posti migliori per assistere al tramonto sul Douro.
Una volta tornati indietro ed attraversata Praça de Lisboa, si sbuca in Rua das Carmelitas.
Ogni volta che siamo passati di qui abbiamo trovato una fila interminabile di persone in paziente attesa di entrare alla Libreria Lello.
Prima di proseguire però vi consigliamo di fare due passi in Rua da Galeria de Paris.
Ispirata ai famosi passages della capitale transalpina, la strada ospita ormai solo pochi negozi in stile vintage e alcuni locali.
Se al piano terra ci sono le gallerie, al primo piano in passato c’erano delle case di appuntamento, come evidenziato dai busti dei manichini che penzolano lungo la strada.
La Livraria Lello e Irmão ha subito negli ultimi anni una trasformazione e, da una delle librerie più belle del mondo, si è trasformata in un luogo prettamente turistico.
L’edificio in stile neogotico è stato costruito all’inizio del XX secolo su progetto di Francisco Xavier Esteves.
L’elemento più famoso del negozio è la scalinata interna, realizzata in cemento armato e non in legno come potrebbe sembrare.
Molto interessante anche il soffitto, impreziosito dalla vetrata policroma realizzata dall’olandese Samuel Van Krieken, formata da 55 pannelli incastonati in una struttura in ferro.
Fino ad alcuni anni fa al primo piano c’era un caffè, frequentato perlopiù da scrittori ed intellettuali, tra cui J.K. Rowling.
La scrittrice inglese infatti ha vissuto due anni nella città portoghese, prima di far ritorno in Inghilterra quando rimase incinta.
Alcuni sostengono che la frequentazione del locale l’abbia ispirata nella stesura del primo libro della saga, Harry Potter e la Pietra Filosofale.
Lei però ha sempre smentito queste chiacchiere.
Nonostante questo però la libreria è diventata un luogo di culto per i seguaci di Harry Potter, provenienti da tutto il mondo.
L’ultima tappa dell’itinerario è rappresentata dalla visita alle chiese del Carmine e dei Carmelitani.
Sono situate una di fianco all’altra, separate solo da una abitazione larga un metro e abitata fino agli anni Ottanta. La cosiddetta casa escondida (nascosta) si sviluppa su tre piani.
La leggenda narra che venne costruita per separare i due edifici religiosi, in modo tale che non ci fossero contatti carnali tra le suore ed i monaci.
In realtà la casa è stata costruita probabilmente per non lasciare uno spazio anti-estetico tra i due edifici.
La Igreja do Carmo è sicuramente più bella all’esterno che all’interno.
Venne costruita tra il 1756 e il 1768 in stile rococò e tardo barocco da un discepolo di Nasoni, tale Jose de Figueiredo Seixas.
L’esterno è rivestito da splendide maioliche aggiunte nel 1912, fabbricate a Vila Nova de Gaia dall’artista Silvestro Silvestri. Raffigurano scene dell’Ordine dei Carmelitani.
L’interno invece è a navata unica con sette splendidi altari dorati, opera di Francisco Pereira Campanha.
La Igreja das Carmelitas invece venne costruita a metà del XVII secolo e faceva parte di un complesso monastico che non esiste più.
La facciata è in granito con tre ingressi ad arco sormontati da statue. Secondo noi l’interno è il meno appariscente tra quelli che abbiamo avuto modo di visitare qui ad Oporto.
Vila Nova de Gaia – Itinerario n°4
L’ultimo itinerario che vi illustriamo è uno dei più caratteristici tra quelli da inserire in una visita di 3 giorni ad Oporto.
Si sviluppa a Vila Nova de Gaia, comunità autonoma situata sull’altra sponda del fiume rispetto alla Ribeira.
Dalla gente del posto viene comunemente chiamata Gaia e si raggiunge comodamente da Oporto grazie alla linea gialla della metropolitana, come abbiamo fatto noi.
La prima fermata è Jardim do Morro, situata di fianco all’omonimo parco e proprio sotto il Monastero da Serra do Pilar.
Se volete a dire il vero potete arrivare anche a piedi o in macchina, attraversando il ponte Dom Luís I.
Il Mosteiro da Serra do Pilar si raggiunge percorrendo una ripida rampa.
Da quassù si può ammirare uno dei panorami più iconici di Oporto, uno di quelli che vedete nelle guide e nelle riviste di settore.
È stato fondato dopo la riforma dell’ordine degli Agostiniani, quando i monaci che vivevano nel monastero di Grijò vennero trasferiti nella nuova sede.
Il monastero è stato costruito a partire dal 1537 ed è formato dalla chiesa e dal chiostro a pianta circolare. Il presbiterio invece, dove gli officianti celebrano la messa, ha pianta rettangolare.
Nel 1809 venne occupato dalle truppe del generale inglese Arthur Wellesley duca di Wellington, quando l’esercito portoghese progettò la riconquista di Oporto allora in mano ai francesi.
Per scendere alla passeggiata sul lungofiume, potete prendere la teleferica oppure fare una breve camminata, utilizzando le scale che si divincolano tra le abitazioni.
All’angolo tra Rua Guilherme Gomes Fernandes e Rua Dom Afonso III sorge secondo noi una delle più belle opere di street art della città: “Half Rabbit” dell’artista Bordalo II.
Ma il vero motivo per cui di solito si viene a Gaia è la visita ad una delle numerose cantine di vino Porto.
Tra le decine di offerte disponibili e reclamizzate, noi abbiamo optato per Poças.
Il motivo, o per meglio dire i motivi, della nostra scelta sono semplici.
Primo perché propongono anche una visita guidata in italiano, che non tutte le cantine hanno in listino.
Secondo perché nonostante si sia ingrandita negli anni, l’azienda ha ancora un taglio prettamente famigliare e questo secondo noi è un valore aggiunto.
Il tour ha una durata di circa un’ora. Dopo aver ricevuto il benvenuto da parte della guida e ascoltata la storia dell’azienda, si procede con la visita delle celle.
Dovete sapere che il Douro è stata nel 1700 la prima regione al mondo a fregiarsi della certificazione di territorio vitivinicolo.
L’attività si conclude nella splendida sala degustazione con l’assaggio di alcune qualità di Porto, in base alla tipologia di esperienza scelta in fase di prenotazione.
Noi abbiamo optato per il tour con degustazione standard, che prevede l’assaggio di un porto bianco, di un Ruby ed infine di un Tawny invecchiato 10 anni.
Indirizzo: Rua Visconde das Devesas 186, proprio a quattro passi dalla stazione dei treni di Devesas (ci sono diverse corse durante il giorno che partono da São Bento).
Come abbiamo detto Poças non è l’unica cantina ad offrire a turisti ed appassionati visite guidate con degustazioni. Anzi.
Ai seguenti link trovate alcuni suggerimenti da vagliare, ognuno con le sue peculiarità:
Visita guidata in italiano della durata di un’ora e mezza. È l’attività che ha il rating più alto nei feedback dei partecipanti.
Visita guidata in italiano della durata variabile tra 30 minuti ad un’ora.
Visita guidata in inglese della durata di 30 minuti.