Escursione a Matosinhos da Oporto, cosa fare e vedere
Se durante la visita ad Oporto riuscite a ritagliarvi una mezza giornata libera, allora l’escursione a Matosinhos è una di quelle esperienze da non perdere.
Secondo noi vale da sola il viaggio.
Matosinhos è un centro balneare e residenziale situato sulla costa atlantica, ad una manciata di chilometri dalla foce del fiume Douro.
Dato che la maggior parte dei luoghi di interesse sono situati all’aperto, è consigliato visitarla nelle giornate di bel tempo.
Come arrivare a Matosinhos da Oporto
Il mezzo più semplice per arrivare a Matosinhos da Oporto è sicuramente la linea A (blu) della metropolitana, ma secondo noi l’utilizzo del treno rende meno autentica l’esperienza.
Vale la pena spendere qualche minuto in più e andare in autobus oppure con la combinazione tram + autobus.
Analizziamole assieme.
Autobus:
La linea 500 ha il capolinea lato città proprio a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria di São Bento, sulla salita che porta alla Cattedrale.
L’ultima fermata invece si trova proprio di fronte al mercato di Matosinhos.
Se durante il tragitto volete godervi il panorama, allora ricordatevi di sedervi sulla sinistra del senso di marcia all’andata e sulla destra al ritorno.
A dire il vero ce ne sarebbero anche altri, per esempio la linea 502, ma è meno comoda dato che il capolinea si trova nella zona settentrionale del centro storico, nei pressi della stazione della metropolitana di Trinidade.
Autobus + Tram:
Dalla fermata Infante, situata proprio sotto la scalinata della splendida chiesa di San Francesco, l’autobus 500 percorre il medesimo tragitto dello storico Tram 1, fino alla foce del Douro.
Potete quindi utilizzare il tram nella prima metà del viaggio per poi proseguire in autobus fino a Matosinhos, magari inframezzando le due corse con una piacevole passeggiata fino al faro.
Escursione a Matosinhos, cosa fare e vedere
Avevo sentito parlare bene di Matosinhos sia guardando dei documentari televisivi, sia leggendo l’apposito paragrafo sulla Lonely Planet.
Per questo motivo già prima della partenza avevo segnato la località con un circoletto in rosso sulla mappa.
Qui di seguito trovate le nostre impressioni trascritte così come le abbiamo annotate sul momento nel quaderno degli appunti.
È la mattina della domenica delle Palme.
Dopo aver visitato alcune delle chiese più belle di Oporto, approfittando della prima giornata di sole della nostra vacanza decidiamo di trascorrere alcune ore nella nota località balneare.
Prendiamo l’autobus 500 nei pressi di São Bento ed in circa mezz’ora arriviamo a destinazione.
Passata la foce del Douro, dove le acque del fiume si tuffano nell’oceano, il mezzo risale per qualche chilometro la costa.
È un susseguirsi di belle spiagge dai nomi melodici, intervallate da scure scogliere su cui si infrangono con violenza le onde increspate dell’oceano.
La passeggiata sul lungomare è delimitata da un’elegante balaustra in pietra chiara, mentre tra le piante ed i cespugli ci sono delle panchine in legno.
Superato il Forte São Francisco, conosciuto anche come il castello di formaggio (Castelo do Queijo) per la forma della roccia su cui poggia, l’autobus lascia la costa e si inoltra nell’abitato.
Arriviamo a Matosinhos che è da poco passato mezzogiorno.
Scendiamo al capolinea. Si trova proprio di fronte all’edificio che ospita il mercato comunale dei prodotti ittici, agroalimentari e animali da cortile.
A prima vista ci sembra una località anonima, con i depositi di carburante di forma cilindrica e le grandi gru a portale in movimento nel porto di Leixões.
In rada c’è anche un’enorme imbarcazione da crociera.
Dopo una breve camminata, seguendo i consigli di un ragazzo, iniziamo a scoprire l’anima di quello che in passato era un semplice villaggio di pescatori.
Avenida Serpa Pinto e Rua Heróis de França sono un continuo susseguirsi di ristorantini.
Ce ne sono molti, di ogni standard, da quelli che hanno le tovaglie bianche sui tavoli a quelli più semplici.
Ci guardiamo in giro e non c’è grande movimento.
Dopo una rapida perlustrazione ne adocchiamo uno che ha i tavoli all’esterno già al completo.
Si chiama il Rei Da Sardinha Assada, un piccolo locale a conduzione famigliare. Nel giro di pochissimi minuti si riempie anche la sala interna. Gli unici turisti siamo noi.
Anche questa volta la combinazione locale affollato + gente del posto non tradisce.
Ovviamente il menù propone pietanze a base di pescato del giorno.
Io da amante delle sarde non posso perdere l’occasione di gustarne una porzione, mentre Elisabetta si concentra su un piatto di pescada grelhada (il nasello alla griglia).
Il tutto condito con patate lesse e cicoria. Ah dimenticavo, i prezzi sono veramente economici.
Terminato il pranzo ci incamminiamo sul lungomare, pavimentato con lastre in pietra grigia. I raggi del sole riscaldano finalmente l’atmosfera dopo giornate di pioggia e tempo incerto.
La Praia de Matosinhos è molto profonda, la sabbia dorata mi ricorda quella di Lignano Sabbiadoro, vicino a casa nostra.
I campi da beach volley e gli scivoli per bambini sono ancora inutilizzati. Sul lungomare venditori di zucchero filato, dolci e bibite espongono la merce nei loro baracchini.
Gli appassionati di windsurf maneggiano con veemenza il boma alla ricerca del vento che li spinga al largo.
Sul lato opposto alti edifici a forma di parallelepipedo uno uguale all’altro, separati da aree verdi ben tenute.
A proposito, se volete provare l’adrenalina e l’ebbrezza sfidando le onde dell’oceano è possibile partecipare a delle lezioni di surf, anche per principianti.
L’istruttore parla in italiano, il corso si suddivide in una prima parte teorica in cui si acquisiscono le nozioni basiche, e una pratica in mare.
Dopo circa un chilometro e mezzo giungiamo alla rotonda di Praça da Cidade do Salvador.
In mezzo allo spiazzo di forma circolare sorge una delle cose più interessanti e bizzarre da vedere a Matosinhos.
Si tratta di She Changes, un’opera della scultrice americana Janet Echelman, del 2005.
Usando il materiale che evoca la memoria del luogo come centro di pesca, Lei Cambia è formata da una rete sostenuta da un anello di acciaio, collegata a tre pali metallici di altezza variabile, da 25 a 50 metri.
La struttura si muove in maniera fluida nel vento e flette in direzione del mare con una inclinazione che va dai 13,5 metri da terra nel punto più basso ai 27 in quello più alto.
La rete è formata da 36 sezioni di maglie di diversa densità, unite a mano lungo i lati in una forma di multistrato.
La composizione ovviamente dà il meglio di sé la sera, quando viene sapientemente illuminata. La nostra escursione a Matosinhos da Oporto si è conclusa così, davanti a questa opera affascinante.
Se invece siete appassionati degli acquari e dell’ambiente marino, poche centinaia di metri più avanti, nei pressi del Castelo do Queijo, sorge il SEE LIFE Centre Porto.
Potete già acquistare i biglietti cliccando sul link.
L’acquario è suddiviso in diverse sezioni: quella dedicata alle creature che popolano le acque dolci, come quelle del Rio Douro, quella che riproduce gli Oceani, quella che descrive la vita dei rettili e dei cavallucci marini.
L’interno è dotato di spazi per convegni e riunioni, mentre all’esterno c’è un parco divertimenti per i bambini.
In tutta sincerità vi vogliamo dire che non siamo proprio degli amanti del genere, anche se quando Ricky era piccolino avevamo visitato due strutture simili a Lisbona e Sydney.
Photo credits: le foto di She Changes di Daniel Coulon e João Ferrand (foto di copertina) sono state scaricate dal sito web ufficiale di Janet Echelman echelman.com. Sul sito potete inoltre visualizzare tutte le altre opere dell’artista.