Sardegna: Costa Verde ed Iglesiente, cosa vedere e info utili
Durante la fase di progettazione del nostro primo viaggio in Sardegna, avevamo individuato nel Sud Ovest la zona che ci attraeva maggiormente.
Un lembo di terra ricco di fascino grazie ad una natura ancora “selvaggia” e di storia, con i resti degli impianti minerari ormai in disuso ma con un importante passato alle spalle.
Come accennato nell’articolo di presentazione del viaggio in Sardegna del Sud Ovest, abbiamo suddiviso in maniera equa le giornate a nostra disposizione per aree geografiche.
All’interno di ogni blocco però abbiamo lasciato un minimo di flessibilità, per poter modificare l’itinerario sul momento in base alle condizioni atmosferiche ed alle nostre sensazioni.
Alla visita della Costa Verde e dell’Iglesiente quindi abbiamo dedicato due giornate, anzi per meglio dire una giornata intera e due mezze giornate.
Secondo noi questa zona della Sardegna si adatta particolarmente ad un turismo esperienziale e va esplorata lentamente.
Fermandosi nei piccoli borghi lungo la strada, facendo delle attività outdoor come le camminate o le corse in bici, gustando i prodotti tipici in agriturismo o in piccole trattorie a conduzione famigliare.
Naturalmente anche quest’area della Sardegna si presta per una vacanza completamente balneare, ma rispetto ad altre zone le spiagge sono meno attrezzate.
In questo articolo, oltre a tutta una serie di consigli utili, vi forniamo alcune idee su cosa vedere in Costa Verde e nell’Iglesiente.
Dove dormire in Costa Verde e Iglesiente
Durante un viaggio itinerante come il nostro avevamo l’esigenza di cambiare sistemazione ogni due giorni.
Gli alloggi sono stati scelti con cura cercando di mediare tra qualità, prezzo e posizione strategica rispetto alle località da visitare.
Ad Iglesias abbiamo alloggiato in una struttura situata appena fuori il centro storico, però dalle ultime informazioni in nostro possesso sembra che sia stata chiusa definitivamente.
Niente paura comunque.
Iglesias, la zona di Arbus e la Costa Verde offrono un’ampia scelta di hotel, agriturismo, appartamenti e Bed & Breakfast.
Per questo tipo di vacanza vi consigliamo degli alloggi che vi permettano di vivere un’esperienza a contatto con la natura e con la gente del posto.
Magari con ristorante annesso per gustare i deliziosi piatti della cucina tipica sarda, preparati con prodotti a chilometro zero dalle sapienti mani delle donne di casa.
Al seguente link potete già verificare le offerte e la disponibilità di alloggi in quest’area della Sardegna.
Costa Verde e Iglesiente, cosa vedere
Un viaggio itinerante come questo richiede un mezzo a disposizione. Noi ne abbiamo noleggiato uno online da casa, fissando ritiro e riconsegna all’aeroporto di Cagliari.
Anche questa volta, come facciamo di solito, ci siamo affidati a DiscoverCars.
Si tratta di un comparatore di prezzi tra varie compagnie, facilmente consultabile sia da desktop sia da dispositivo mobile.
Il racconto della nostra esperienza l’ho trascritto come lo avevo annotato sul momento nel quaderno degli appunti.
GIORNO 1
Trasferimento dall’aeroporto di Cagliari ad Iglesias e visita della zona di Buggerru
Quello odierno l’abbiamo ribattezzato come “il pomeriggio dei paesaggi”. Andiamo a scoprirli assieme.
Durante il tragitto che da Cagliari ci conduce ad Iglesias lungo la SS130, degli oleandri in fiore ai lati della strada ci scortano come sentinelle fino al nostro approdo.
Dai prati giallo paglierino che si espandono sui dolci avvallamenti circostanti, proviene un profumo di fieno e paglia da poco battuti.
Prendiamo posto nell’hotel ad Iglesias e senza perdere tempo ci dirigiamo verso la costa occidentale.
Appena fuori città la strada inizia ad inerpicarsi verso il passo di Arcu Genna Bogai (549 metri di altitudine), tra enormi cactus in fiore, macchie gialle di ginestre ed arbusti verdeggianti.
Terminata la discesa ci ritroviamo nell’abitato di Fluminimaggiore. Il paese si sviluppa lungo la strada principale ed è animato da un via vai di gente.
Persone che chiacchierano fuori dagli esercizi pubblici, ragazzi che scorrazzano per i vicoli in motorino, donne ed anziani seduti all’ombra sull’uscio di casa, proprio come si usava fare una volta anche da noi.
Quando prendiamo lo svincolo per Buggerru, dei pini marittimi annunciano l’approssimarsi del mare.
Ricompaiono d’incanto gli oleandri e le rocce rossastre tradiscono l’origine mineraria del terreno.
Pochi chilometri dopo aver attraversato il paesino di Buggerru, si giunge alla deviazione che porta a Cala Domestica, una delle spiagge più belle e intime della Costa Verde.
È ormai il tardo pomeriggio, siamo quasi soli, i presenti si contano sulle dita di una mano e si perdono tra ciuffi di giunco, pietre, arbusti di ginepro.
Ci sono anche i ruderi di due edifici abbandonati e pericolanti posti su entrambi i lati della cala. Il luogo è selvaggio.
Uno stretto sentiero scosceso tra le rocce ci conduce in un’altra caletta. Un piccolo tesoro nascosto.
Rimaniamo sdraiati in silenzio a contemplare il moto ondoso dell’acqua, isolati da tutto e da tutti, soli con i nostri pensieri e le nostre emozioni.
L’ambiente ovattato che ci circonda viene disturbato solo dal suono delle campanelle di un gregge di pecore, che si è spinto fin qui in cerca di cibo. Ma questo rende ancora più autentico il momento che stiamo vivendo.
Se vi trovate a Buggerru in un orario più consono rispetto al nostro, allora potete prendere in considerazione un giro in barca.
La crociera ha una durata di circa due ore e mezza e si svolge a bordo di un motoscafo di otto metri.
Durante la navigazione si scoprono i luoghi di maggior interesse situati lungo la costa, tra cui alcune grotte accessibili solo dal mare.
Sulla via del rientro ad Iglesias, prima di riprendere i tornanti della SS126, ci fermiamo ad ammirare un’ultima volta il paesaggio dal minuscolo borgo di Portixeddu.
È un vero e proprio teatro naturale, sulla piazzetta adiacente alla spiaggia sono state posizionate strategicamente delle panchine che si affacciano proprio sul mare.
Se vi fermate qualche giorno a Iglesias, allora vi consigliamo di partecipare a una visita guidata della città.
L’attività è molto interessante, ha una durata di circa due ore e durante la camminata avete la possibilità di scoprire curiosità ed aneddoti sui luoghi di maggior pregio del borgo medioevale.
GIORNO 2
Escursione in Costa Verde
La luce del giorno, che filtra nella nostra stanza da letto attraverso le fessure delle tapparelle, ci annuncia che il momento della sveglia è arrivato.
Riprendiamo la SS126, superiamo il Lago di Punta Gennarta e ci addentriamo nel toboga del monte Marganai.
Lasciata alle spalle Fluminimaggiore, invece di prendere la deviazione per Buggerru proseguiamo per i tornanti che ci portano dapprima al passo di Bau Gennamari (498 metri di altitudine) e poi, curva dopo curva, fino all’abitato di Arbus.
Da qui ci tuffiamo verso Montevecchio attraverso un paesaggio che di colpo cambia aspetto: vallate brulle segnate dal maestrale prendono il posto del verde dei pini e degli alberi di medio fusto.
Questa è sicuramente una zona della Sardegna poco nota al turismo di massa. Ci stiamo addentrando nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.
L’Iglesiente infatti è stato il distretto metallifero più ricco e vario d’Italia, situato tra la vasta piana del Campidano ed il mare.
Dal 1997 è stato riconosciuto dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità, con lo scopo di tutelare il bagaglio scientifico, storico e culturale dei siti nei quali l’uomo ha utilizzato le risorse geologiche e minerarie.
Fino alla metà del Novecento l’economia della zona era basata sull’attività mineraria, da cui proveniva circa il 10% dell’intera produzione mondiale di piombo e zinco.
La Costa Verde si estende per una quarantina di chilometri ed è delimitata a nord dal borgo di Marina di Arbus ed a sud da Capo Pecora.
Noi iniziamo la visita un po’ più su, dalla località di Torre dei Corsari, luogo che prende il nome dalla torre di Flumentorgiu.
Le torri sui promontori sono una caratteristica di tutta la Sardegna e furono erette dagli spagnoli per proteggere la popolazione dalle incursioni dei pirati saraceni.
Torre dei Corsari è un villaggio tipicamente turistico, situato su una baia dominata da alte falesie calcaree.
Ci spingiamo fino ai belvedere naturali. Siamo circondati da rocce ed arbusti di lentisco e mirto, negli anfratti che si trovano nello strapiombo sotto di noi il mare è trasparente e riusciamo ad intravedere il fondale fin da quassù.
Una stradina si snoda tra le villette e ci conduce fino alla torre.
Le onde che si infrangono sugli scogli formano una schiuma bianca che disegna strane figure geometriche.
Di tanto in tanto dal mare arriva qualche folata di maestrale. Buttiamo l’occhio verso nord ed intravediamo le lunghe spiagge gialle che si sviluppano fino al promontorio di Punta s’Aschivoni.
Una volta lasciato il borgo, a Marina di Arbus prendiamo la strada costiera che ci conduce a Piscinas, una delle spiagge più famose della Costa Verde.
Entriamo in un ambiente isolato dal resto del mondo, superiamo un piccolo villaggio abbarbicato su un pendio, Portu Maga.
Sulla nostra destra un susseguirsi di calette sabbiose circondate da grossi ciuffi di giunco ed arbusti.
Tre chilometri circa prima di arrivare a Piscinas la strada si restringe e diventa sterrata.
Il percorso è tortuoso e prima di arrivare a destinazione dobbiamo guadare due piccoli corsi d’acqua, il primo dei quali ha l’acqua rossa in quanto ricca di minerali.
Niente di impossibile comunque, noi con una piccola utilitaria non abbiamo avuto problemi, consigliamo solo la dovuta attenzione.
Tra alte dune di sabbia arriviamo finalmente ad uno spiazzo adibito a parcheggio.
Qui sorge l’unica struttura ricettiva della zona e adiacenti alla spiaggia si trovano due chioschi in legno dove si possono noleggiare ombrelloni e lettini, oltre a consumare cibi e bevande.
La spiaggia è lunghissima, basta allontanarsi di poche centinaia di metri per inoltrarsi in un’oasi di pace tra alte dune di sabbia giallastra modellate dai venti dominanti.
Tracce di escrementi certificano la presenza di ovini nel circondario. Basta attendere un po’ infatti e arriva un gregge di capre ad abbeverarsi nel piccolo corso d’acqua che sfocia nel mare.
Poco dopo invece sopraggiunge un gregge di pecore alla ricerca di cibo nelle vicinanze dell’hotel.
Dalla battigia, dove l’acqua ancora fredda di questi ultimi giorni di primavera ci accarezza i piedi, intravediamo verso nord l’edificio dell’ex colonia marina di Funtanazza.
Fu utilizzata fino al secolo scorso per accogliere i bambini dei minatori durante il periodo delle vacanze.
Tra lunghe camminate e bagni di sole si è fatto tardi. Siamo così costretti a lasciare a malincuore un posto di rara bellezza.
Durante il tragitto che ci porta verso Ingurtosu, sempre su strada sterrata, incontriamo quello che rimane dei vecchi impianti minerari della zona.
La Laveria Brassey nel cantiere di Naracauli (in condizioni di degrado) ed il pozzo Gal (adibito a museo).
Il traffico da queste parti è inesistente, l’abbiamo constatato in questi primi due giorni di vacanza. Anche la presenza di turisti è scarsa, certificata solo da poche macchine con targa straniera.
Nonostante sia un’isola e quindi circondata dal mare, la Sardegna è molto legata alla cultura ed ai prodotti della terra: formaggi, insaccati, vini, marmellate e olio.
Se state pianificando un tour in questa zona e vi state chiedendo cosa vedere in Costa Verde e Iglesiente, la risposta la trovate in questa giornata. In pratica è l’essenza di questa terra: spiagge, natura e miniere.
GIORNO 3
visita a Nebida e Masua, trasferimento all’isola di San Pietro
Quando scendiamo per fare colazione fa già molto caldo e quindi decidiamo di consumarla all’aperto, al fresco, sulle poltrone in vimini che circondano la piscina.
Ci troviamo nella zona mineraria del Sulcis e sugli avvallamenti color ocra appena fuori Iglesias notiamo le strutture della miniera di Monteponi.
Il Sulcis è compreso tra il Golfo di Gonnesa e Capo Teulada e comprende anche le isole di San Pietro e Sant’Antioco.
In origine il nome era quello di una città punica, poi romana, e sorgeva sul luogo dove oggi si trova Sant’Antioco.
La località più importante del Sulcis è Carbonia, città progettata e nata dal nulla in epoca fascista per ospitare le maestranze che lavoravano nelle miniere e le loro famiglie.
Se siete interessanti alla storia di questa cittadina allora vi consigliamo di prendere parte alla visita guidata di Carbonia.
Prima di raggiungere Portovesme, località di partenza dei traghetti per l’isola di San Pietro, ci concediamo un’ultima escursione verso il mare.
Lasciamo la SS126. Grazie ad una strada panoramica, tra piante di aloe, ci arrampichiamo fino a Nebida e Masua.
Si tratta di due piccoli borghi situati in cima a dei promontori.
Dai vari belvedere che incontriamo lungo la strada ammiriamo un panorama suggestivo. Quattro faraglioni, uno dietro l’altro, il primo dei quali popolato da una chiassosa colonia di gabbiani.
Da Nebida si intravedono in riva al mare le rovine della Laveria Lamarmora, che in passato serviva per separare i minerali estratti dal sottosuolo.
Di fronte alla spiaggia di Masua, tra formazioni rocciose color grigio, spunta il Pan di Zucchero.
È un vero e proprio monumento della natura, un faraglione alto 132 metri originato dall’erosione del mare che ne ha determinato l’isolamento dalla terraferma.
Poco più in là sorge Porto Flavia, una struttura appositamente costruita nel 1924 per l’imbarco del materiale estrattivo. Prende il nome della figlia dell’ingegnere che la progettò.
Se non avete a disposizione un mezzo proprio come avevamo noi, allora buona parte dell’escursione odierna la potete fare grazie ad un tour guidato delle spiagge e delle miniere dell’Iglesiente.
L’escursione ha una durata di circa cinque ore e durante l’attività si alternano dei percorsi a piedi ad altri da percorrere con i mezzi.
Nel primo pomeriggio salpiamo da Portovesme in direzione Carloforte, il capoluogo della Isola di San Pietro.
Considerazioni finali
Causa gli orari dei voli avevamo a disposizione dei tempi un po’ stretti.
Con il senno di poi avremmo dedicato volentieri un giorno in più alle spiagge della Costa Verde.
Un posto che ci ha letteralmente stregati!