Sarajevo, un luogo così vicino e nello stesso tempo lontano.

Vicino perché per diversi anni è entrato tutti i giorni nelle nostre case a causa dei tragici eventi degli anni Novanta.

Lontano per l’indifferenza e la superficialità con cui noi, e per noi intendo l’Italia e l’Europa, l’abbiamo considerato.

Per questo motivo sentivamo il desiderio di visitare Sarajevo e rendergli memoria, quasi per sdebitarci.

Chi ci segue abitualmente sul blog sa quanto amiamo i luoghi cosiddetti melting pot, dove le differenze dovrebbero rappresentare delle opportunità e non motivi di conflitti e divisioni.

Sarajevo è stata l’ultima tappa del nostro viaggio itinerante di dieci giorni in Bosnia Erzegovina.

Prima di arrivare nella capitale ci eravamo fermati nella splendida Mostar, una città che ci è rimasta nel cuore, e alcune località situate nel profondo sud del paese. Tra cui anche Međugorje.

Cosa trovate in questo articolo?

Un guida completa sui luoghi di maggior interesse da inserire nella lista delle cose da vedere a Sarajevo.

Oltre a tutta una serie di informazioni utili e consigli pratici su come organizzare la visita della città e più in generale del paese.

 

Indice

 

Sarajevo dove si trova

Sarajevo è la città più importante a livello politico, sociale, culturale e finanziario del paese.

Se guardate attentamente la cartina geografica, la superficie della Bosnia Erzegovina ha la forma immaginaria di un triangolo, con la base rivolta verso l’alto.

Sarajevo si trova in una grande vallata nella zona sud-orientale e sorge ad una altitudine di 511 metri sul livello del mare.

È circondata da cinque montagne: Bjelašnica, Jahorina, Igman, Trebević e Treskavica.

 

La mappa della Bosnia Erzegovina

Carta geografica (© Wikipedia)

 

Quanti giorni ci vogliono per visitare Sarajevo

Questa è sicuramente una delle domande a cui è più complicato rispondere, in quanto è influenzata sia da fattori oggettivi sia soggettivi, come il tempo a disposizione.

Noi per esempio le avevamo dedicato cinque giorni pieni, conditi però da alcune escursioni.

Una giornata intera infatti l’avevamo trascorsa a Srebrenica, mentre un’altra eravamo andati a fare una gita in montagna nelle località di Bjelašnica e Igman.

Proprio su questi monti, nel mese di febbraio 1984, si erano svolte le gare di sci alpino, sci di fondo e salto con gli sci durante i Giochi Olimpici invernali.

Quella edizione dei giochi me la ricordo come fosse oggi, dato che da lì a poche settimane sarei partito per il servizio militare.

Detto questo, in base alla nostra esperienza personale, possiamo dirvi che tre giorni pieni sono più che sufficienti per visitare la città con i tempi corretti.

Ma soprattutto per viverne appieno il fascino e l’atmosfera senza tempo.

 

Pista del bob e dello slittino sul Monte Trebević a Sarajevo

Pista del bob e dello slittino (Monte Trebević)

 

Assicurazione Sanitaria in Bosnia Erzegovina

Chi si reca in Bosnia Erzegovina per un soggiorno temporaneo, deve tenere presente che non è prevista alcuna forma di protezione da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

C’è ancora in essere una vecchia convenzione con la ex Jugoslavia risalente al 1961 che, se non abbiamo capito male, protegge i lavoratori subordinati e i loro famigliari a carico.

Prima di partire comunque vi consigliamo di verificare con l’ufficio convenzioni del vostro distretto sanitario di competenza.

In caso contrario vi suggeriamo la stipula di una assicurazione sanitaria privata. Noi solitamente, per questo tipo di servizio, ci affidiamo alla compagnia Heymondo.

Prenotando dal link presente in questo articolo potete beneficiare di uno sconto che solitamente è del 10%.

 

Dove dormire a Sarajevo

Anche se eravamo arrivati a Sarajevo in auto, il centro storico si visita tranquillamente a piedi.

A meno che non abbiate problemi di mobilità e allora potete ricorrere all’utilizzo dei mezzi pubblici.

In base a questa premessa vi consigliamo di fissare l’alloggio in zona centrale.

Anche se la città presenta una variegata offerta di strutture ricettive, noi avevamo optato per un appartamento in una casa privata nel quartiere di Kovači.

L’avevamo scelto con l’intento di dare un contributo concreto alla gente del posto.

Alla fine siamo rimasti molto soddisfatti.

L’appartamento era spazioso e pulito, aveva un’area esterna condivisa dove socializzare sotto un pergolato di viti, assaporando della frutta fresca e sorseggiando del the.

La sera i proprietari ci offrivano immancabilmente un bicchierino di rakija.

Siamo sicuri che avete già sentito parlare di questo distillato.

Si tratta della bevanda per eccellenza dei Balcani e riveste anche un importante ruolo sociale. È simbolo di ospitalità, di buona compagnia e di festa nelle ricorrenze più importanti.

È simile alla nostra grappa e viene ricavata dalla distillazione e fermentazione di alcune qualità di frutta, come le prugne, le mele cotogne, l’uva, l’amarena e le noci.

Alcuni tipi di rakija vengono aromatizzati anche con erbe spontanee.

Al seguente link comunque potete già dare un’occhiata alle sistemazioni di Sarajevo e magari individuare già qualche offerta interessante:

 

 

Cosa vedere a Sarajevo

Uno degli aspetti più importanti da analizzare durante la pianificazione di un viaggio è quello dell’ottimizzazione dei tempi, soprattutto se i luoghi da visitare sono diversi.

Succede quando si organizzano viaggi itineranti come il nostro, che prevedono frequenti spostamenti, oppure quando si visitano città di una certa importanza.

La capitale della Bosnia Erzegovina non fa eccezione.

Per questo motivo abbiamo pensato di suddividere la visita di Sarajevo in sei semplici itinerari, modificabili tranquillamente in corso d’opera in base ai vostri gusti e priorità.

Siete pronti a scoprirla assieme a noi? Andiamo.

 

1° Itinerario: Baščaršija

L’antico quartiere ottomano ed è situato all’estremità orientale della città.

Si snoda lungo un dedalo di vicoli pedonali su cui si affacciano diversi negozi di souvenir, oreficerie, agenzie di viaggio, bar e ristoranti.

Nelle stradine più interne si respirano ancora i profumi e l’atmosfera di una volta: le botteghe del barbiere, del calzolaio, dell’arrotino, del sarto e del calderaio.

Il modo migliore per assaporarne l’essenza è quello di lasciarsi trasportare senza meta dalle sensazioni del momento.

Fatelo in giorni ed orari diversi. La luce del sole cambia angolazione e questo effetto vi permetterà di godere la visita sotto prospettive completamente diverse.

Piazza dei Piccioni è il luogo ideale per iniziare a conoscere Sarajevo. Come cantava il maestro Franco Battiato, possiamo considerarla il centro di gravità permanente della città.

Si sviluppa proprio di fronte al capolinea orientale del tram.

Se date un’occhiata alla mappa notate che ha la forma di un triangolo isoscele ed è chiamata così per la costante presenza di colombi, più o meno come accade in Piazza San Marco a Venezia.

È circondata da bar, venditori di kebab e negozi di souvenir per turisti, dove vendono un po’ di tutto, dalle lampade colorate ai servizi da the e caffè, dalle pashmine ad altre cianfrusaglie.

 

La fontana Sebilj a Sarajevo

Sebilj (piazza dei Piccioni)

 

In passato in città c’erano molte fontane pubbliche di acqua potabile a forma di chiosco, ma ai giorni nostri ne è rimasta solo una.

Il Sebilj.

Si trova in piazza dei Piccioni ed è sicuramente uno dei simboli della città.

L’attuale manufatto risale al periodo austro–ungarico. L’originale invece, costruito da Mehmed Pasha Kukavica, fu abbattuto dopo essere stato danneggiato da un incendio.

Sui gradini che circondano la fonte trovate sempre delle persone che sostano per un momento di relax oppure per farsi immortalare con l’immancabile foto ricordo.

La fontana è molto suggestiva la sera quando viene illuminata da un sapiente gioco di luci.

 

Mentre passeggiate per le stradine del nucleo storico vi consigliamo di fermarvi in un bar e gustare un caffè, che qui chiamano kahva.

In Oriente il rito del caffè ha una valenza sociale, culturale e spesso è usato come pretesto per scambiare quattro chiacchiere con gli avventori.

Il caffè turco si prepara nel cezve, un bricco in rame e ottone avente un manico allungato. Viene servito in piccole tazzine e si beve solo quando la polvere si è depositata sul fondo.

In alcuni bar assieme al caffè vengono offerti dei lokum, si tratta di zollette di gelatina aromatizzata.

 

Il Caffè Turco a Sarajevo

Caffè Turco

 

Gazi Husrevbey è la moschea più importante di Sarajevo e fu edificata nel XVI secolo, su impulso del governatore ottomano a cui è dedicata.

È sormontata da una grande cupola del diametro di 13 metri, il cortile è pavimentato con lastroni in pietra e nel centro sorge un’elegante fontana per le abluzioni, con la struttura in legno, pietra e metallo.

C’è sempre un grande via vai di gente, a tutte le ore del giorno. I fedeli non vengono qui solo per pregare ma anche per socializzare.

Sul retro dell’edificio spunta un grande minareto di forma circolare che contrasta con la vicina torre dell’orologio.

Di fronte alla porta d’ingresso principale del complesso religioso, sull’altro lato di Sarači, sorge una scuola coranica. Al suo interno ospita mostre, cimeli, fotografie e testi sacri.

 

Cortile interno della Moschea Gazi Husrevbey a Sarajevo

Cortile interno della Moschea Gazi Husrevbey

 

Alcuni dei luoghi che via abbiamo appena descritto li potete visitare anche partecipando al Free Tour di Sarajevo in italiano.

Secondo noi questa tipologia di attività è ideale per chi non ha molto tempo a disposizione, oppure per chi desidera reperire delle informazioni utili prima di approfondire la visita in autonomia.

Le guide turistiche sono il vero valore aggiunto di queste esperienze, perché sono persone che amano profondamente le loro città.

Come tutti i free tour anche questo non ha una tariffa prestabilita, ma sarete voi al termine della camminata a lasciare una mancia all’accompagnatore in base al grado di soddisfazione.

 

Itinerario 2: Tour della Guerra

La visita di Sarajevo non può prescindere dalla conoscenza dei fatti e della storia, in un continuo intrecciarsi di emozioni.

Durante la guerra la città rimase sotto assedio per quasi quattro anni, fino al 29 febbraio del 1996.

Uno dei simboli di quel tragico periodo è il mercato ortofrutticolo di Pijaca Markale.

Durante il nostro soggiorno l’abbiamo frequentato spesso, venivamo qui per rifornirci di frutta fresca da consumare durante gli spuntini di metà giornata.

Il mercato è tristemente noto per i due massacri che le truppe serbo-bosniache perpetrarono sulla popolazione civile.

Il primo attacco avvenne il 5 febbraio del 1994, in pieno assedio della città. Al termine il bilancio fu tragico, 68 morti e 144 feriti. L’anno seguente, precisamente il 28 agosto, cinque proiettili di mortaio provocarono altri 43 morti e 75 feriti.

Sulla parete posteriore del complesso, dietro l’ultima fila di bancarelle, sono state posizionate delle targhe e lapidi che ricordano l’accaduto.

 

Il mercato Pijaca Markale a Sarajevo

Pijaca Markale

 

Con la sua struttura a forma di cubo e il colore giallo sgargiante, l’hotel Holiday Inn fa bella mostra di sé lungo il grande viale Zmaja od Bosne.

Il cosiddetto viale dei cecchini.

Durante gli anni del conflitto divenne famoso perché ospitava gli inviati della stampa internazionale. In quel periodo oltre un terzo delle camere andarono distrutte da proiettili e ordigni.

Non lontano dall’albergo sorge l’avveniristico grattacielo Avaz Twist Tower.

Dalla inconfondibile struttura sinuosa in vetro dai riflessi azzurri, la torre con i suoi 172 metri di altezza è l’edificio più alto della città. La costruzione iniziò nel 2006 e l’inaugurazione avvenne due anni più tardi.

È il quartier generale della testata giornalistica Dnevni Avaz e nel 2009 l’azienda di infissi tedesca Schüco la inserì nella lista dei dieci edifici più belli del mondo.

Una volta entrati nella lounge del complesso si prende l’ascensore e si sale al 35° piano. Un elegante e accogliente bar attende turisti e curiosi.

Dopo una breve sosta di ristoro e relax potete salire di un piano.

Lassù c’è un terrazzo esterno da cui è possibile ammirare un panorama a 360 gradi di Sarajevo.

 

Avaz Tower a Sarajevo

Avaz Tower

 

Proseguendo lungo il viale dei cecchini si giunge nel quartiere di Ilidža.

Situato all’estrema periferia è il capolinea occidentale del tram e in pratica segna il confine della città.

Il rione ospita alcune strutture ricettive, un campeggio, un centro termale e il Parco Vrelo Bosne. Si tratta di un puzzle di isolette situate nei pressi della sorgente del fiume Bosna.

Nei dintorni c’è anche il tipico quartiere di edilizia popolare di Dobrinja, costruito praticamente dal nulla in occasione delle Olimpiadi e destinato ad ospitare il villaggio olimpico.

 

Non lontano da qui c’è l’aeroporto di Sarajevo e il famoso Museo del Tunnel.

Tra il mese di aprile del 1992 ed il mese di febbraio del 1996 le truppe serbo–bosniache si stabilirono sulle alture che circondano la città e la misero sotto assedio.

L’unico modo per mantenere un contatto con il mondo esterno era quello di creare una via di fuga “clandestina”.

Le truppe federali decisero così di costruire un tunnel sotterraneo che passasse sotto la pista dell’aeroporto. Lo chiamarono Komunikacja D-B (Dobrinja – Butmir), dal nome dei due quartieri impattati dall’opera.

La scelta cadde su quest’area perché lo scalo aereo era controllato dalle forze di pace delle Nazioni Unite, quindi i lavori potevano procedere in una condizione di relativa sicurezza.

Per costruirlo, scavando a mano da entrambi i lati, furono necessari quattro mesi e quattro giorni di duro lavoro. L’ingegnere che progettò l’opera si sbagliò di un solo centimetro.

Il tunnel originale aveva una lunghezza di 800 metri, ora invece sono rimasti agibili solo una ventina mentre il resto è andato distrutto a causa di infiltrazioni d’acqua.

Il museo del tunnel sorge nel quartiere di Butmir e l’ingresso è situato proprio nell’edificio originario, una semplice casa privata.

Dopo aver visionato un filmato che illustra i lavori di costruzione del tunnel e la storia dell’assedio di Sarajevo, è possibile visitare la mostra dove sono conservati alcuni cimeli.

Un generatore di corrente costruito con un motore di una vecchia Fiat 126, alcuni esemplari del materiale che arrivava in città attraversando il tunnel, tra cui sigarette, vivande, armi e carburanti.

La visita si conclude percorrendo il tratto di tunnel ancora agibile.

 

Ingresso del Museo del Tunnel a Sarajevo

Ingresso del museo del Tunnel

 

Alcuni dei luoghi che vi abbiamo illustrato in questo itinerario li potete scoprire partecipando ad un Tour della Guerra.

In città ci sono diverse agenzie e tour operator che offrono servizi ed escursioni, noi vi proponiamo una di quelle che ha ricevuto ottime recensioni da parte dei partecipanti.

 

Itinerario 3: Lungo il fiume

La Vijećnica è senza dubbio l’edificio di epoca austro-ungarica più bello ed elegante della città. Venne costruito nel 1892 in stile neo-moresco.

In origine nacque come palazzo del Municipio e solo in seguito divenne sede della Biblioteca Nazionale.

Durante l’assedio fu colpito da una bomba incendiaria lanciata dalle milizie serbo-bosniache che distrusse gran parte dei manoscritti e libri conservati al suo interno.

In pratica fu cancellato per sempre gran parte del patrimonio letterario del paese.

Una fitta al cuore.

L’edificio ha le facciate di colore giallo a strisce rosse, dopo decenni di abbandono ha ripreso vita grazie a dei lavori di ricostruzione che l’hanno riportato ai fasti di un tempo.

Ai giorni nostri viene utilizzato come location per importanti eventi culturali, artistici ed economici.

 

Palazzo Vijećnica Biblioteca Nazionale a Sarajevo

Palazzo Vijećnica

 

Situato nella zona sud-orientale di Sarajevo, oltre la Miljacka, sorge lo storico birrificio HS Sarajevska Pivara.

Risale al 1854, periodo di dominazione austro–ungarica, ed è una vera e propria istituzione in città.

Lo stabilimento si può visitare con dei tour guidati, al termine dei quali ci si può fermare nell’annessa birreria per pranzare o gustare un’ottima birra.

 

L’Accademia delle Arti è ospitata in un elegante edificio in stile neogotico situato sulla sponda meridionale della Miljacka, edificato nel 1899 come chiesa evangelica.

Nel 2012, proprio davanti al portone d’ingresso, è stato costruito il ponte Festina Lente, che tradotto significa “affrettati lentamente”.

Si tratta di un manufatto di nuova concezione che si avvolge su sé stesso e che si ispira alle opere del grafico olandese Maurits Cornelis Escher.

 

Il ponte Latino Sarajevo

Il ponte Latino

 

Se il fiumiciattolo è abbastanza insignificante, non si può certo dire lo stesso per i ponti.

Alcuni sono moderni e di recente costruzione, altri sono anonimi e costruiti ai tempi della Jugoslavia, altri infine sono di epoca ottomana e secondo noi sono i più belli.

Il ponte Latino è il più antico delle città ed è sicuramente uno dei più importanti a livello storico.

Presenta una struttura a quattro arcate poggiate su tre pilastri ed è stato edificato in pietra e gesso. Il ponte originario andò distrutto in seguito a una alluvione nel 1791 e fu ricostruito alcuni anni più tardi.

Nei pressi del manufatto vennero assassinati l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e sua moglie dal rivoluzionario bosniaco Gavrilo Princip.

 

Il piccolo museo Sarajevo 1878-1918 è situato proprio di fronte al ponte Latino ed è dedicato alla storia della città durante il periodo della dominazione austro-ungarica.

Grande risalto viene naturalmente dato al tragico evento avvenuto il 28 giugno 1914.

L’episodio fu la goccia che fece traboccare il vaso e diede inizio al primo conflitto mondiale. L’omicidio fu commesso proprio davanti a questo edificio.

 

Statua dell'Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e di sua moglie Sofia (Museo Sarajevo 1878 - 1918)

Museo Sarajevo 1878 – 1918

 

Di primo acchito Vrbanja è uno dei ponti più anonimi della città, ad essere sinceri è anche uno dei più brutti da vedere con i suoi parapetti metallici.

In origine il manufatto si chiamava Ćirišhana, che in turco significa fabbrica di colla, azienda che sorgeva proprio vicino al ponte.

In epoca jugoslava fu ribattezzato Vrbanja, poi dal 1996 è stato rinominato e dedicato a due ragazze, Suada Dilberović e Olga Sučić.

Furono le prime vittime civili dell’assedio di Sarajevo nel 1992.

Sullo stesso ponte c’è un’altra lapide. Ricorda Moreno Locatelli, volontario dei Beati Costruttori di Pace, ucciso da un cecchino il 3 ottobre 1993.

 

Il ponte Vrbanja a Sarajevo

Il ponte Vrbanja

 

Itinerario 4: La Sarajevo austro-ungarica

All’intersezione tra Sarači e Ferhadija, proprio sul selciato della via, trovate la linea bianca su sfondo grigio Sarajevo Meeting of Cultures.

È sicuramente uno dei luoghi più fotografati della città e rappresenta la linea di demarcazione immaginaria tra la città ottomana, la Baščaršija, e quella austro-ungarica.

Ve ne accorgerete subito.

All’improvviso cambiano completamente gli stili architettonici dei palazzi, gli arredi dei locali e la tipologia dei negozi. Immaginate di fare un viaggio spazio-tempo da Vienna a Istanbul in poche centinaia di metri.

SMOC (Sarajevo Meeting of Cultures) è un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro fondata nel 2012 con l’obiettivo di promuovere Sarajevo come luogo di tolleranza, pace e incontro tra culture diverse.

 

Linea Meeting of Cultures a Sarajevo

Meeting of Cultures

 

La Cattedrale cattolica sorge lungo Ferhadija, la via più esclusiva di questa zona della città.

Sul sagrato c’è una grande statua dedicata a Papa Giovanni Paolo II, che visitò Sarajevo nel 1997 e celebrò una liturgia proprio all’interno di questo edificio religioso.

 

Nel cuore della Sarajevo austro–ungarica infine sorge piazza Oslobođenja o Alija Izetbegović, bordata da piante di medio fusto.

Sarebbe un luogo abbastanza anonimo se non fosse che sul lato meridionale c’è un’enorme scacchiera sul pavimento. Per questo è conosciuta da tutti come la piazza degli scacchi.

Qui a tutte le ore del giorno troverete degli appassionati che si sfidano in coinvolgenti partite. Gli spettatori si godono lo spettacolo seduti su panchine in legno oppure riparati sotto il fogliame degli alberi nelle torride giornate estive.

 

Piazza degli scacchi a Sarajevo

Piazza degli scacchi

 

Itinerario 5: Kovači

Osservando Sarajevo dalle colline che la circondano oppure dalla torre Avaz, si notano delle grandi macchie bianche tra gli edifici.

Sono i cimiteri.

I più ampi si trovano nel quartiere di Kovači, alle spalle della piazza dei Piccioni, e vicino allo stadio olimpico di Koševo.

Devo confidarvi che non ho mai avuto un grande rapporto con i camposanti, ma se c’è una cosa che mi ha insegnato Sarajevo è stata quella di imparare a vivere con i morti.

Sembra un paradosso ma è così.

Le tombe si trovano un po’ dappertutto, nei terreni tra una casa e l’altra, negli orti, nelle aiuole spartitraffico, tra le piante che si arrampicano sui dolci declivi.

La čajdžinica Džirlo è una piccola ma affascinante sala da the situata sulla stradina in sensibile pendenza che da Sebilj porta verso il cimitero di Kovači.

Si trova in mezzo ad altre botteghe artigianali e propone 45 miscele di the, alcune delle quali preparate con tipiche misture bosniache.

Il locale è piccolino e quindi i divani su cui si siedono gli avventori sono spesso occupati.

 

Bottega artigiano nel quartiere di Kovači a Sarajevo

Bottega artigianale (Kovači)

 

Proprio in cima al cimitero di Kovači, nel rione di Vratnik, sorge il bastione giallo (žuta tabija).

La cittadella fortificata fu costruita nei primi anni del Settecento e rinforzata successivamente nel 1816.

Vi consigliamo di venire quassù nel tardo pomeriggio in modo tale da godervi il tramonto da una posizione privilegiata.

 

Itinerario 6: Skenderija

In centro città, sulla riva sinistra del fiume, sorge dal 1969 il complesso di Skenderija.

Un anonimo edificio ospita il museo di arte contemporanea Ars Aevi e secondo noi va inserito nella lista delle cose da vedere a Sarajevo.

Camminando tra opere e composizioni esposte si prova una sensazione di provvisorio, di transitorio.

In effetti la percezione trova conferma nella notizia che Renzo Piano ha già pronto da decenni il progetto della nuova sede, ma la carenza di fondi è sempre stata un ostacolo alla realizzazione dell’opera.

Le ultime notizie in nostro possesso dicono che i lavori sono ufficialmente iniziati nell’autunno del 2024.

 

Palazzo delle sport Mirza Delibašić a Sarajevo

Il palazzo dello sport

 

Oltre ad ospitare il museo di arte moderna, il complesso è formato da altri edifici.

La casa della gioventù, uffici amministrativi, la sala delle cerimonie, una pista di pattinaggio su ghiaccio, degli spazi adibiti a parcheggio e dal palazzo dello sport.

Quest’ultimo, che può contenere fino a 15.000 spettatori, è dedicato a Mirza Delibašić (1954-2001), il più famoso giocatore di pallacanestro bosniaco.

Durante il periodo della guerra rifiutò cortesemente l’invito a trasferirsi in Spagna, dove aveva giocato anche nel Real Madrid.

Disse: La mia città sta morendo. Rimango qui, morirò insieme ad essa”.

 

Cosa mangiare a Sarajevo

Siamo sicuri che avrete sentito parlare del burek (o börek). Si tratta di una delle pietanze tradizionali della cucina turca e balcanica.

Ha origini molto antiche, ancor prima che i turchi si muovessero dall’Asia Centrale verso occidente.

Il burek è fatto con la yufka, una pasta sfoglia sottile farcita con formaggio, carne macinata, spinaci o altre verdure. Prima di essere infornata viene spalmata con del tuorlo d’uovo sbattuto.

Il piatto solitamente viene accompagnato con un bicchiere di yogurt o acqua naturale.

Una delle più conosciute buregdžinica della città si chiama Sač e si trova nei pressi della piazza dei Piccioni, proprio dietro alla moschea Baščaršijska Dźamija.

 

Buregdžinica Sač a Sarajevo

Buregdžinica Sač

 

Passeggiando lungo le vie della città troverete numerose bancarelle di rivenditori ambulanti di snack e bevande.

Oltre al burek, gli amanti dello street food possono assaggiare gli spiedini di patate tagliate a forma di spirale, chiamati tornado chips, oppure pannocchie cotte al vapore e cosparse di sale.

 

Cosa fare a Sarajevo la sera

Baščaršija è sicuramente la zona più frequentata dai turisti, a tutte le ore del giorno e della notte.

Se vi state chiedendo cosa fare la sera a Sarajevo vi suggeriamo di trascorrere un momento di relax sorseggiando un the caldo o una bibita dissetante in uno dei numerosi locali.

Chi vuole può anche fumare la shisha (o hookah).

Fumare il narghilè è uno dei passatempi preferiti dai giovani di Sarajevo. Nella pipa ad acqua si fuma tabacco aromatizzato a vari gusti: mela, menta, vaniglia o arancia.

 

Se state cercando un posto dove trascorrere una serata in compagnia, bevendo una birra e ascoltando della buona musica dal vivo, allora un locale che ci sentiamo di consigliarvi è Kino Bosna.

È un must della vita notturna di Sarajevo, si trova a poche decine di metri dalla moschea Alipašina ed è ricco di fascino e atmosfera. E di fumo.

Il locale è spesso affollato e se volete trovare posto vi conviene prenotare un tavolo.

L’edificio è stato costruito nel 1928. All’epoca era uno dei pochi cinema della città e si chiamava Kino Prvi Maj (cinema Primo Maggio).

Dopo la guerra degli anni Novanta è stato ribattezzato Kino Bosna e lungo le pareti sono appese le locandine dei film che hanno fatto la storia del locale.

 

Interno del locale Kino Bosna a Sarajevo

Kino Bosna

 

Cenni storici

Sarajevo è la capitale della Bosnia ed Erzegovina e ufficialmente fu fondata dai turchi nel XV secolo, anche se i romani erano già arrivati da queste parti molti secoli prima.

La città ebbe benefici immediati e divenne in breve tempo un importante crocevia sulle rotte commerciali tra oriente e occidente.

Da quel momento ne passò di tutti i colori.

Nel 1697, durante gli ultimi anni della guerra austro–turca, venne data alle fiamme durante l’incursione militare del principe Eugenio di Savoia a capo dell’esercito austriaco.

Due secoli più tardi la città e il paese furono occupati dall’impero austro–ungarico, finché nel 1914 proprio a Sarajevo l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e sua moglie furono assassinati.

Il tragico evento fu la goccia che fece traboccare il vaso e scatenò l’inizio della prima guerra mondiale.

Nel mese di febbraio del 1984 ospitò la XIV edizione dei Giochi Olimpici invernali, ma ben presto i principi e i valori dell’uguaglianza e della fratellanza tra i popoli, che sono alla base della Carta Olimpica, vennero spazzati via.

 

Valuta Bosnia Erzegovina

Marco Bosniaco – BAM suddiviso in 100 Feninga

Ha un tasso di cambio fisso pari a 1 € = 1,9558 BAM.

Potete cambiare gli Euro negli uffici di cambio, dove applicano una piccola commissione, anche se diversi esercizi commerciali accettano tranquillamente anche la nostra valuta.

In alternativa potete utilizzare l’applicazione su cellulare di una delle società di digital banking che operano sul mercato e aprire un conto in valuta locale.

È semplice e conveniente ed è la soluzione che utilizziamo spesso anche noi quando visitiamo un paese non in area Euro.


Stefano Tomada

Vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. La geografia è la mia grande passione e ho avuto la fortuna di viaggiare fin da piccolo grazie ai miei genitori.

0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.