Cosa vedere (e fare) a Sarajevo dalla A alla Z
Erano anni che sentivamo il desiderio di visitare Sarajevo. Volevamo andarci perché amiamo in modo particolare i luoghi cosiddetti melting pot, dove dovrebbero convivere pacificamente culture, etnie e religioni diverse. Per noi l’ora ics scoccò nell’estate del 2017.
Sarajevo è stata l’ultima tappa del nostro viaggio. Come illustrato nei precedenti articoli, prima di arrivare nella capitale avevamo fatto una sosta di un giorno a Mostar e un viaggio on the road di tre giorni in Erzegovina.
Avevamo soggiornato per cinque giorni, ma uno l’avevamo dedicato alla visita di Srebrenica e un altro all’escursione sui monti Bjelašnica, Igman e Trebević situati nei dintorni della città.
In questo articolo vi porteremo a conoscere alcuni dei luoghi di maggior interesse della città (secondo noi), stilando un elenco in ordine alfabetico delle cose da fare e vedere a Sarajevo.
Articolo aggiornato il 10 dicembre 2019.
Indice
Un po’ di storia
Sarajevo è la capitale della Bosnia ed Erzegovina e ufficialmente fu fondata dai turchi nel XV secolo, anche se i romani erano già arrivati da queste parti molti secoli prima.
La città ebbe benefici immediati e divenne in breve tempo un importante crocevia sulle rotte commerciali tra oriente e occidente.
Da quel momento ne passò di tutti i colori. Nel 1697, durante gli ultimi anni della guerra austro – turca, la città venne data alle fiamme durante l’incursione militare del principe Eugenio di Savoia a capo dell’esercito austriaco.
Due secoli più tardi la città ed il paese furono occupati dall’Impero austro – ungarico, finché nel 1914 proprio a Sarajevo l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e sua moglie furono assassinati. Il tragico evento fu la goccia che fece traboccare il vaso e scatenò l’inizio della prima guerra mondiale.
Nel mese di febbraio del 1984 ospitò la XIV edizione dei Giochi Olimpici invernali ma ben presto i principi ed i valori dell’uguaglianza e della fratellanza tra i popoli, che sono alla base della Carta Olimpica, vennero spazzati via.
Durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina infatti la città rimase sotto assedio per quasi quattro anni, fino al 29 febbraio del 1996. Da quel momento Sarajevo ha ripreso lentamente a vivere, sia di giorno che di notte, ma soprattutto ha iniziato a convivere con il ricordo dei morti.
Dove dormire a Sarajevo
La capitale della Bosnia Erzegovina presenta un’ampia offerta di alloggi in grado di soddisfare le esigenze dei visitatori.
Si va infatti dagli hotel di ogni standard alle pensioni, dagli ostelli agli alberghi, dai campeggi agli appartamenti in case private.
Noi avevamo affittato un appartamento sulla collina del quartiere di Kovači, situato ad appena quindici minuti a piedi dalla Piazza dei Piccioni. Ci eravamo trovati molto bene, la famiglia che ci aveva ospitati ci aveva accolti a braccia aperte.
Qui puoi verificare le offerte e la disponibilità di
Cosa vedere e fare a Sarajevo
Per prendere confidenza con la città vi consiglio di partecipare ad un free tour. L’attività è gratuita, ha una durata di due ore e viene effettuata con un guida specializzata in inglese. Vi potete già iscrivere al seguente link free tour Sarajevo.
Se invece avrete poco tempo a disposizione allora un tour guidato della città è quello che fa per voi.
L’escursione ha una durata di 4 ore, la guida specializzata parla in inglese, nel prezzo è compreso il servizio di trasporto ed il transfer di andata e ritorno da e per gli hotel. Lo potete prenotare comodamente online cliccando sul link.
A – Avaz Twist Tower
Inconfondibile nella sua struttura sinuosa in vetro dai riflessi azzurri, la torre Avaz con i suoi 172 metri di altezza è l’edificio più alto della città e sicuramente uno dei più alti dei Balcani. La costruzione iniziò nel 2006 e l’inaugurazione avvenne due anni più tardi.
È il quartier generale della testata giornalistica Dnevni Avaz e nel 2009 l’azienda di infissi tedesca Schüco la inserì nella lista dei dieci edifici più belli del mondo.
Una volta giunti nella hall ovattata del complesso, si prende l’ascensore per raggiungere il 35° piano.
L’area è occupata da un bar, che rappresenta il luogo ideale per concedersi una breve sosta di ristoro e relax. Successivamente si può salire al 36° piano. Lassù c’è un belvedere esterno da cui è possibile ammirare un panorama a 360 gradi di Sarajevo.
Il biglietto d’ingresso costava 1 KM.
A – Ars Aevi (Museo)
In un anonimo edificio del complesso di Skenderija sorge il Museo di Arte contemporanea Ars Aevi. Camminando tra le opere e composizioni esposte si prova una sensazione di provvisorio, di transitorio.
In effetti la percezione trova conferma nella notizia che Renzo Piano ha già pronto il progetto della nuova sede museale, ma la carenza di fondi non rende possibile al momento l’inizio dell’opera.
A – Accademia delle Arti
L’Accademia delle Arti è ospitata in un elegante edificio in stile neogotico situato sulla sponda meridionale della Miljacka (il fiume che bagna la città), edificato nel 1899 come Chiesa evangelica.
Nel 2012, proprio davanti al portone d’ingresso, è stato costruito il ponte Festina Lente (Affrettati lentamente), un manufatto di nuova concezione che si avvolge su sé stesso e che si ispira alle opere del grafico olandese Maurits Cornelis Escher.
B – Baščaršija
La Baščaršija è il vecchio quartiere ottomano ed è situato all’estremità orientale della città. Si sviluppa lungo un dedalo di viuzze pedonali su cui si affacciano diversi negozi di souvenir per turisti, oreficerie, agenzie di viaggio, bar e ristoranti.
Nei vicoli più interni però è ancora possibile respirare i profumi e l’atmosfera della vecchia Sarajevo. Troverete infatti le botteghe artigianali di una volta: il barbiere, il calzolaio, l’arrotino, il sarto e chi lavora il rame.
Il modo migliore (secondo noi) per vivere appieno il fascino di questa città è quello di passeggiare lungo i vicoli del centro storico, lasciandosi trasportare dalle sensazioni del momento.
Fatelo in giorni ed orari diversi. La luce del sole cambia angolazione infatti e questo vi permetterà di godervi la visita sotto prospettive completamente diverse.
B – Burek
Il burek (o börek) è una delle pietanze tradizionali della cucina turca e balcanica. Ha origini molto antiche, ancor prima che i turchi si muovessero dall’Asia Centrale verso occidente.
Il burek è fatto con la yufka, una pasta sfoglia sottile farcita con formaggio, carne macinata, spinaci o altre verdure. Prima di essere infornata viene spalmata con del tuorlo d’uovo sbattuto.
Il piatto solitamente viene accompagnato con un bicchiere di yogurt o acqua naturale.
Una delle più conosciute buregdžinica (locali dove si mangia il burek) di Sarajevo si chiama Sač e si trova nei pressi della piazza dei Piccioni, proprio dietro alla moschea Baščaršijska dźamija.
B – Bursa Bezistan (Museo)
In passato era un fiorente bazar dove si commerciavano pregiati tessuti provenienti dall’Oriente come la seta.
Il complesso fu costruito nel 1551, è sormontato da sei cupole ed oggi è la sede di una esposizione sulla storia della città.
C – Caffè
Mentre passeggiate per le stradine di Baščaršija vi consigliamo di fermarvi in un bar e gustare un caffè (che qui chiamano kahva). In oriente il rito del caffè ha una valenza sociale, culturale e spesso è usato come pretesto per socializzare con gli altri avventori.
Il caffè turco si prepara nel cezve, un bricco di rame e ottone avente un manico lungo. Si prende in piccole tazzine e si beve solo quando la polvere del caffè si è depositata sul fondo.
In alcuni bar assieme al caffè vengono serviti dei lokum, che non sono altro che zollette di gelatina aromatizzata.
C – Cattedrale Cattolica
La Cattedrale cattolica (Katedrala Srca Isusova) sorge lungo Ferhadija, la via più esclusiva della zona austro – ungarica della città.
Sul sagrato c’è una grande statua dedicata a Papa Giovanni Paolo II, che visitò Sarajevo nel 1997 e celebrò una liturgia proprio all’interno dell’edificio.
D- Dvorana Mirza Delibašić
Nel centro della città, sulla riva sinistra del fiume Miljacka, sorge dal 1969 il complesso di Skenderija (Centar Skenderija).
Oltre ad ospitare il museo di arte moderna Ars Aevi, è formato da una casa della gioventù, da uffici amministrativi, dalla sala delle cerimonie, dalla pista di pattinaggio su ghiaccio, da alcuni spazi adibiti a parcheggio e dal palazzo dello sport.
Quest’ultimo, che può contenere fino a 15.000 spettatori, è dedicato a Mirza Delibašić (1954-2001), il più famoso giocatore di pallacanestro bosniaco.
Durante il periodo della guerra rifiutò cortesemente l’invito a trasferirsi in Spagna (aveva giocato anche nel Real Madrid) dicendo: “La mia città sta morendo. Rimango qui, morirò insieme ad essa”.
Alcune aree del grande piazzale antistante il complesso erano state sistemate, altre invece erano ancora in condizioni precarie: piastrelle rotte e divelte, lastroni in vetro impolverati, aree di intonaco scrostate.
E – Ebraico (Museo)
Nel XV secolo l’impero ottomano offrì rifugio agli ebrei sefarditi che erano stati cacciati dalla Spagna.
La storia della comunità ebraica di Sarajevo è illustrata in un piccolo museo che si trova all’interno di una sinagoga del 1581, situata in Mula Mustafe Bešeskije.
F – Fontanelle
Passeggiando lungo le viuzze di Baščaršija troverete delle fontanelle di acqua potabile con i rubinetti in ghisa.
Le noterete subito perché durante i mesi più caldi c’è sempre la fila di persone che vogliono dissetarsi o rimpinguare le bottigliette in plastica.
G – Gazi Husrevbey (Moschea)
A Sarajevo ci sono diverse moschee in funzione ma la più maestosa è sicuramente quella edificata nel XVI secolo su impulso del governatore ottomano Gazi Husrevbey.
La moschea ha una grande cupola del diametro di 13 metri, il cortile è pavimentato da lastroni in pietra e nel centro sorge un’elegante fontana per le abluzioni, con la struttura in legno, pietra e metallo.
C’è sempre un grande via vai di gente, a tutte le ore del giorno. La gente viene qui non solo per pregare ma anche per socializzare.
È sicuramente uno dei luoghi che abbiamo frequentato di più durante la nostra permanenza in città, perché ci permetteva di sederci all’ombra e ci trasmetteva un senso di pace a tranquillità.
Sul retro dell’edificio spunta un grande minareto di forma circolare che contrasta con la vicina torre dell’orologio.
Di fronte alla porta d’ingresso principale del complesso religioso, sull’altro lato di Sarači, sorge una Madrasa veramente interessante da visitare e che ospita mostre, cimeli, fotografie e testi sacri.
H – Holiday Inn
Inconfondibile con la sua struttura a forma di cubo ed il colore giallo sgargiante, proprio di fianco al grande viale Zmaja od Bosne (il viale dei cecchini) sorge l’hotel Holiday Inn Sarajevo.
Diventò famoso durante la guerra degli anni Novanta in quanto ospitava gli inviati della stampa internazionale.
Durante il conflitto oltre un terzo delle camere andarono distrutte da proiettili ed ordigni.
H – Hs Sarajevska Pivara
Situato nella zona sud orientale di Sarajevo, oltre la Miljacka, sorge questo storico birrificio.
Risale al 1854, periodo di dominazione austro – ungarica, ed è una vera e propria istituzione in città. Lo stabilimento si può visitare con dei tour guidati, al termine dei quali ci si può fermare nell’annessa birreria per pranzare o gustare un’ottima birra.
I – Ilidža
Ilidža è un quartiere situato all’estrema periferia occidentale ed è il capolinea dei tram che parte di fronte al Sebilj. In pratica segna il confine della città.
Oltre ad ospitare alcune strutture ricettive, un campeggio e delle piscine, a poche centinaia di metri da Ilidža sorge il Parco Vrelo Bosne, un puzzle di isolette situate nei pressi della sorgente del fiume Bosna.
Non lontano da qui c’è l’aeroporto di Sarajevo ed il famoso Museo del Tunnel.
J – Jovan Divjak (Militare e Scrittore)
Jovan Divjak è uno scrittore ed ex generale di origine serba. Durante la guerra in Bosnia Erzegovina si schierò dalla parte di federali e croati contro l’aggressione portata dalle truppe serbo-bosniache.
Ha raccolto i suoi ricordi di guerra nel libro Sarajevo Mon Amour.
Durante l’assedio di Sarajevo, nel 1994, assieme ad altri cittadini della capitale bosniaca fondò l’associazione “L’istruzione costruisce la Bosnia Erzegovina” (Udruženje “Obrazovanje gradi BiH”), con l’obiettivo di occuparsi dei bambini. I più fragili ma anche il futuro del paese.
K- Kino Bosna
Se state cercando un posto dove trascorrere una serata in compagnia, bevendo una birra e ascoltando della buona musica dal vivo, allora un locale che ci sentiamo di consigliarvi è Kino Bosna.
È un must della vita notturna di Sarajevo e si trova a poche decine di metri dalla moschea Alipašina.
Il locale è spesso affollato e se volete trovare posto vi conviene prenotare un tavolo.
L’edificio è stato costruito nel 1928. All’epoca era uno dei pochi cinema della città e si chiamava Kino Prvi Maj (Cinema Primo Maggio). Dopo la guerra degli anni Novanta è stato ribattezzato Kino Bosna e lungo le pareti sono appese le locandine dei film che hanno fatto la storia del cinema.
K – Kovači
Se avrete occasione di ammirare un panorama della città dalle colline che la circondano oppure dall’Avaz Twist Tower noterete delle macchie bianche tra le abitazioni. Sono i cimiteri.
I più vasti si trovano nel quartiere di Kovači, che si eleva dietro la Piazza dei Piccioni, e vicino allo stadio olimpico di Koševo.
Devo confidarvi che non ho un grande rapporto con i camposanti, ma se c’è una cosa che mi Sarajevo ha insegnato è quella di vivere con i morti. Sembra un paradosso ma è così.
Le lapidi si trovano un po’ dappertutto, nei terreni tra una casa e l’altra, negli slarghi tra le strade, tra le piante che si arrampicano sui dolci declivi che circondano il centro storico.
L – Linea tra Oriente e Occidente
All’intersezione tra Sarači e Ferhadija, proprio sul selciato della via, trovate la linea bianca su sfondo grigio Sarajevo Meeting of Cultures.
È sicuramente uno dei posti più fotografati della città ed è la linea di demarcazione immaginaria tra la Sarajevo ottomana e quella austro – ungarica.
Ve ne accorgerete subito. All’improvviso cambiano gli stili architettonici dei palazzi, gli arredi dei bar e la tipologia dei negozi.
SMOC (Sarajevo Meeting of Cultures) è un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro fondata nel 2012 con l’obiettivo di promuovere Sarajevo come luogo di tolleranza, pace e incontro tra culture diverse.
L – Latino (Ponte)
Se il fiume Miljacka è abbastanza insignificante (almeno per noi), non si può certo dire lo stesso per i ponti.
Alcuni sono moderni e di recente costruzione, altri invece sono anonimi e costruiti ai tempi della Jugoslavia, altri infine sono di epoca ottomana e secondo noi sono i più belli.
Il ponte Latino è il più antico delle città ed è sicuramente uno dei più importanti a livello storico. Ha quattro arcate e poggia su tre pilastri. È stato costruito in pietra e gesso. Il ponte originario andò distrutto in seguito ad una alluvione nel 1791 e fu ricostruito alcuni anni più tardi.
Nei pressi del manufatto vennero assassinati l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e sua moglie dal rivoluzionario bosniaco Gavrilo Princip.
M – Markale (Mercato)
Situato in pieno centro storico sorge il mercato ortofrutticolo cittadino di Pijaca Markale. Noi l’abbiamo frequentato spesso perchè venivamo qui a fare rifornimento di frutta fresca da consumare durante gli spuntini di metà giornata.
Il mercato è tristemente noto per i due massacri che le truppe serbo-bosniache perpetrarono sulla popolazione civile.
Il primo attacco avvenne il 5 febbraio del 1994, in pieno assedio della città. Al termine il bilancio fu tragico, 68 morti e 144 feriti. L’anno seguente, precisamente il 28 agosto, cinque proiettili di mortaio provocarono altri 43 morti e 75 feriti.
Sulla parete posteriore dello slargo ci sono delle targhe e lapidi che ricordano l’accaduto.
M – Muezzin
Sopra i tetti delle abitazioni spuntano decine di minareti.
Uno dei momenti più suggestivi da vivere a Sarajevo è sicuramente la chiamata alla preghiera dei muezzin, quando intonano l’adhān.
M – Marco Bosniaco
Il Marco Bosniaco – BAM (suddiviso in 100 Feninga) è la valuta della Bosnia Erzegovina ed ha un tasso di cambio fisso pari a 1 € = 1,9558 BAM.
Potete cambiare gli Euro negli uffici di cambio (applicano una piccola commissione), anche se diversi esercizi commerciali accettano tranquillamente anche la nostra valuta.
N – Nargila
Se vi chiedete cosa fare la sera a Sarajevo una buona idea è quella di trascorrere un momento di relax sorseggiando un tè caldo e fumando la shisha (o hookah) in uno dei numerosi Nargila Bar che si trovano in Baščaršija.
Questi locali sono sempre molto affollati ma l’offerta è molto ampia e quindi non avrete problemi a trovare posto. Noi avevamo provato il Damask.
Fumare il narghilè è uno dei passatempi preferiti dai giovani di Sarajevo. Nella pipa ad acqua si fuma tabacco aromatizzato a vari gusti: mela, menta, vaniglia o arancia.
O – Osloboðenja o Alija Izetbegović (Piazza)
Nel cuore della Sarajevo austro – ungarica sorge questa piazza di forma quadrata, bordeggiata da piante di medio fusto.
Sarebbe un luogo abbastanza anonimo se non fosse che sul lato meridionale c’è un’enorme scacchiera sulla pavimentazione. Per questo è conosciuta da tutti come la piazza degli scacchi.
Qui a tutte le ore del giorno troverete degli appassionati che si sfidano in coinvolgenti partite. Gli spettatori si siedono sulle panchine in legno oppure sotto il fogliame degli alberi per ripararsi dai raggi del sole nelle torride giornate estive.
P – Piccioni (Piazza)
È la piazza più conosciuta della capitale bosniaca, il centro di gravità permanente di Sarajevo. Situata all’estremità orientale di Baščaršija proprio di fronte al capolinea del tram è sicuramente il luogo più frequentato della città.
Se la osservate sulle mappe ha la forma di un triangolo isoscele ed è soprannominata piazza dei piccioni per la costante presenza dei volatili, come in Piazza San Marco a Venezia.
È circondata da bar, venditori di kebab e negozi di souvenir per turisti, dove vendono lampade colorate, servizi da tè e caffè, pashmina e mille altre cose.
R – Rakija (Bevanda)
La rakija è la bevanda per eccellenza dei Balcani e riveste anche un importante ruolo sociale. È simbolo di ospitalità, di buona compagnia, di festa nelle ricorrenze più importanti.
È simile alla nostra grappa e viene ricavata dalla distillazione e fermentazione di alcune qualità di frutta, come le prugne, le mele cotogne, l’uva, l’amarena e le noci. Alcuni tipi di rakija vengono aromatizzati con erbe spontanee.
S – Sebilj
In passato a Sarajevo c’erano molte fontane pubbliche di acqua potabile a forma di chiosco chiamate sebilj, ma ai giorni nostri ne è rimasta solo una.
Si trova in piazza dei Piccioni ed è sicuramente uno dei simboli della città.
L’attuale manufatto risale al periodo austro – ungarico, mentre l’originale, costruito da Mehmed Pasha Kukavica, fu abbattuto dopo essere stato danneggiato da un incendio. Sorgeva ad alcuni metri di distanza dal Sebilj odierno.
Sui gradini che circondano la fonte troverete sempre delle persone che sostano per un momento di relax oppure per farsi immortalare con l’immancabile selfie.
La fontana è molto suggestiva la sera quando viene illuminata da un sapiente gioco di luci.
S – Sarajevo 1878 – 1918 (Museo)
Il piccolo museo situato proprio di fronte al ponte Latino è dedicato alla storia della città durante il periodo della dominazione austro-ungarica.
Grande risalto viene dato all’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo erede al trono e di sua moglie Sofia duchessa di Hohenberg, avvenuto il 28 giugno 1914.
L’episodio fu la goccia che fece traboccare il vaso e diede inizio al primo conflitto mondiale e fu commesso proprio davanti a questo edificio.
S- Street Food
Passeggiando lungo le vie della città troverete numerose postazioni di rivenditori ambulanti di snack e bevande.
Gli amanti dello street food possono trovare il burek, degli spiedini di patate tagliate a forma di spirale e chiamati tornado chips, oppure pannocchie cotte al vapore e cosparse di sale.
T – Tunnel D-B (Museo)
Tra il mese di aprile del 1992 ed il mese di febbraio del 1996 le truppe serbo – bosniache si stabilirono sulle alture che circondano la città e la misero sotto assedio.
L’unico modo per mantenere un contatto con il mondo esterno era quello di creare una via di fuga “clandestina”.
Le truppe federali decisero così di costruire un tunnel sotterraneo che passasse sotto la pista dell’aeroporto. Lo chiamarono Komunikacja D-B (Dobrinja – Butmir) dal nome dei due quartieri impattati dall’opera.
La scelta logistica cadde su questa zona perché lo scalo aereo della capitale della Bosnia Erzegovina era controllato dalle forze di pace delle Nazioni Unite e quindi i lavori potevano procedere in una condizione di relativa sicurezza.
Per costruirlo (scavando a mano da entrambi i lati) furono necessari quattro mesi e quattro giorni di lavoro e l’ingegnere che progettò l’opera si sbagliò di un solo centimetro.
Il tunnel originale aveva una lunghezza di 800 metri, ora invece ne sono rimasti agibili solo una ventina mentre il resto è andato distrutto a causa di infiltrazioni d’acqua.
Il museo del tunnel sorge nel quartiere di Butmir e l’ingresso è situato proprio nell’abitazione originaria.
Dopo aver visionato un filmato che illustra i lavori di costruzione e la storia dell’assedio di Sarajevo, è possibile visitare la mostra dove sono conservati un generatore di corrente costruito con un motore di una vecchia Fiat 126 e alcuni esemplari del materiale che arrivava in città grazie al tunnel (sigarette, vivande, armi, carburanti).
La visita si conclude percorrendo il tratto del tunnel ancora agibile. Potete vederlo proprio all’inizio del breve video che riassume la nostra visita a Sarajevo.
T – Tè
La čajdžinica Džirlo è una piccola ma affascinate sala da tè situata sulla stradina in sensibile pendenza che dal Sebilj porta verso il cimitero di Kovači e il bastione giallo.
Si trova in mezzo ad altre botteghe artigianali e propone 45 miscele di tè alcune delle quali preparate con tipiche misture bosniache.
Il locale è piccolino e quindi i divani su cui si siedono gli avventori sono spesso occupati.
U – U2 (Gruppo musicale)
Miss Sarajevo è un famoso brano della band irlandese degli U2, Brian Eno e Luciano Pavarotti, accomunati sotto lo pseudonimo di Passengers. Fu registrato nel 1995 e fu l’unico singolo estratto dall’album Original Soundtracks 1.
Il brano fu tratto dal documentario Miss Sarajevo realizzato nel 1993 dal giornalista Bill Carter, durante l’assedio della città.
V – Vijećnica
È senza dubbio l’edificio di epoca austro-ungarica più bello ed elegante della città. Costruito nel 1892 in stile neo-moresco, nacque come palazzo del Municipio ed in seguito divenne sede della Biblioteca Nazionale.
Durante l’assedio degli anni Novanta fu colpito da una bomba incendiaria lanciata dalle milizie serbo-bosniache che distrusse gran parte dei manoscritti e libri conservati al suo interno.
In pratica fu cancellato per sempre gran parte del patrimonio letterario del paese.
L’edificio ha le inconfondibili facciate di colore giallo a strisce rosse, dopo decenni di abbandono la Vijećnica ha ripreso vita ed i lavori di ricostruzione le hanno donato i fasti di un tempo.
Ai giorni nostri viene utilizzata come location per importanti eventi culturali, artistici ed economici.
V – Vrbanja o Suada e Olga (Ponte)
Come scrivevo in precedenza alcuni dei ponti di Sarajevo rivestono un particolare significato a livello storico e sociale. Uno di questi è il ponte Vrbanja.
Di primo acchito è uno dei ponti più anonimi della città, ad essere sincero è anche uno dei più brutti da vedere con i suoi parapetti metallici.
In origine il manufatto si chiamava Ćirišhana, che in turco significa fabbrica di colla (che si trovava proprio vicino al ponte). In era jugoslava fu ribatezzato Vrbanja, poi dal 1996 è stato rinominato e dedicato a due ragazze, Suada Dilberović e Olga Sučić, che furono le prime vittime civili dell’assedio di Sarajevo nel 1992.
Sullo stesso ponte c’è un’altra lapide. Ricorda Moreno Locatelli, volontario dei Beati Costruttori di Pace, ucciso da un cecchino il 3 ottobre 1993.
Z – Željezničar FK
Oltre alla pallacanestro lo sport più popolare in Bosnia Erzegovina è sicuramente il calcio. Una delle due squadre della città si chiama Željezničar, club del quartiere di Grbavica, mentre l’altra è il F.K. Sarajevo (Fudbalski Klub Sarajevo).
Il nome della squadra significa “ferroviere”, in quanto fu fondato nel 1921 da un gruppo di ferrovieri appassionati di fudbal come si dice da queste parti (o nogomet).
Y – Yellow Fortress
Situato proprio in cima al cimitero di Kovači, nel rione di Vratnik, sorge il Bastione Giallo (Žuta Tabija).
La Cittadella Fortificata fu costruita nei primi anni del Settecento e rinforzata successivamente nel 1816.
Vi consigliamo di venire quassù nel tardo pomeriggio, potrete assistere al tramonto seduti sui muretti perimetrali del bastione.
Il mio elenco delle cose da vedere e fare a Sarajevo termina qui. Ora chiedo un aiuto a voi.
Per terminare l’alfabeto mi mancano le lettere Q – W – X. Mi potreste dare una mano a completarlo?
Grazie mille.
Ringraziamenti:
Chiara Leinati per avermi suggerito la lettera J
Corinna Sabbadini per avermi suggerito la lettera U
Lorenzo Gambetta per avermi suggerito la lettera Y
Martina Della Vedova per avermi suggerito la lettera R