Cosa vedere a Valdobbiadene e dintorni, itinerari con mappe
Valdobbiadene è un ridente cittadine in provincia di Treviso situata alla base della pedemontana nell’Alta Marca Trevigiana.
Protetta ad occidente dalle acque del Piave, fiume Sacro alla Patria che mi trasmette sempre intime emozioni, vede svilupparsi verso oriente la famosa Strada del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Il percorso si snoda tra le splendide colline vitivinicole che cambiano aspetto a seconda delle sfumature cromatiche della natura, con i crinali a ciglioni modellati dall’opera dell’uomo.
Una vacanza da queste parti va vissuta in maniera lenta e sostenibile, abbinando al soggiorno alcune delle numerose esperienze che si possono fare in base ai propri gusti.
C’è infatti solo l’imbarazzo della scelta.
Dalla visita a castelli e abbazie alla degustazione del famoso Valdobbiadene Conegliano DOCG, passando per la scoperta dei prodotti tipici e per tutta una serie di attività all’aria aperta da effettuare a piedi o in bicicletta.
In questo articolo vi forniamo alcuni spunti e idee su alcuni dei luoghi più interessanti da vedere a Valdobbiadene e dintorni tra le Colline del Prosecco, ma se avete del tempo a disposizione ce ne sono altri da aggiungere alla lista.
Indice
- Dove dormire a Valdobbiadene
- Cosa vedere a Valdobbiadene e dintorni
- Il Belvedere del Cartizze
- Cosa vedere a Valdobbiadene, itinerario n°1
- Cosa vedere nei dintorni di Valdobbiadene, itinerario n°2
- Osteria Senz’Oste
- Combai
- Follina
- Cison di Valmarino
- Laghi di Revine
- Cosa vedere nei dintorni di Valdobbiadene, itinerario n°3
- Col San Martino
- Refrontolo
- Rolle
- Pieve di San Pietro di Feletto
Dove dormire a Valdobbiadene
Dato che buona parte dei luoghi di maggior interesse da visitare si trovano in un raggio di poche decine di chilometri, abbiamo scelto Valdobbiadene come base logistica.
Abbiamo alloggiato al Nuova Filanda Rooms, struttura situata proprio all’ingresso del paese e ricavata nei locali della storica filanda.
Una ristrutturazione recente che ha restituito locali completamente nuovi, freschi, puliti ed arredati con gusto.
La colazione viene preparata nell’annessa locanda situata al piano terra. Infine a poche decine di metri sorge un supermercato per ogni evenienza e necessità.
Struttura consigliata.
Qui puoi verificare le offerte e la disponibilità di
Cosa vedere a Valdobbiadene e dintorni
Avendo a disposizione tre giorni pieni abbiamo abbinato il soggiorno a Valdobbiadene con la visita di Bassano del Grappa, situato ad una quarantina di chilometri da qui.
In fase di pianificazione del viaggio avevamo individuato tre itinerari a sfondo storico culturale. Uno a piedi nel centro di Valdobbiadene e due “on the road” che ricalcassero a grandi linee il percorso originale della Strada del Prosecco.
Il tutto inframezzato con delle piacevoli soste lungo la strada ad ammirare il paesaggio collinare e la visita alle cantine per degustare il Prosecco.
A proposito di paesaggi, nel 2019 l’Unesco ha inserito le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella lista Patrimonio dell’Umanità.
È stata la seconda area geografica in Italia, dopo le Langhe-Roero e Monferrato in Piemonte, ad essere insignita del riconoscimento di “Paesaggio Culturale” dalla prestigiosa organizzazione.
Il Belvedere del Cartizze
Appena fuori l’abitato di Valdobbiadene c’è un’area di 107 ettari in cui si produce il famoso Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG.
La superficie di questo piccolo lembo di terra ha una forma geometrica a cinque lati e per questo motivo viene chiamata il “Pentagono d’Oro”.
Si tratta di un vero anfiteatro naturale incastonato tra le colline, racchiuso tra i paesi di Saccol, San Pietro di Barbozza e Santo Stefano.
Il paesaggio cambia dietro ogni curva e regala degli scorci suggestivi da immortalare.
Ma c’è un punto preciso da cui si può ammirare uno dei panorami più iconici sulle Colline del Prosecco, quello che si trova su tutte le brochure del settore.
Il punto panoramico del Cartizze si trova lungo la strada che da Saccol porta a Santo Stefano. Poco prima di giungere all’enoteca Salis c’è un capitello, si lascia il mezzo dove si può e ci si incammina per la Strada Colesel e Val.
Dopo poche decine di metri la stradina si biforca, tenete la sinistra e proseguite dritti. In fondo ci sono delle panche in legno, ricavate dai tronchi d’albero.
Sedetevi, respirate profondamente e godetevi il momento.
Cosa vedere a Valdobbiadene – Itinerario n°1
Per scoprire il centro storico della cittadina abbiamo seguito a grandi linee uno degli itinerari illustrati sulla brochure disponibile presso l’ufficio di informazioni turistiche.
Il percorso cosiddetto “breve” ha una lunghezza di circa quattro chilometri, è adatto a tutti e l’unica difficoltà è rappresentata dalla breve ma ripida salita verso l’abitato di Ron.
La passeggiata ha inizio in piazza Guglielmo Marconi, di forma ovale, con la visita al Duomo dedicato a Santa Maria Assunta.
L’edificio originale venne edificato nel XII secolo, ma assunse le forme neoclassiche attuali dopo significativi lavori di ristrutturazione svolti nel Settecento.
La facciata ha un impatto visivo solenne, con le quattro colonne doriche che sorreggono una grande architrave sul quale poggia il frontone.
Di fianco alla chiesa invece svetta la torre campanaria, la cui costruzione durò quasi settanta anni è terminò nel 1810 con la realizzazione della cuspide a bulbo. Il campanile è impreziosito con la decorazione della meridiana dell’Abate Giovanni Follador.
L’opera attuale è la rifacitura di quella originale, andata distrutta durante i bombardamenti del primo conflitto mondiale.
La camminata prosegue lungo via Piva e dopo alcune centinaia di metri si giunge a Villa dei Cedri (sulla sinistra), immersa nel suo parco.
La dimora fu edificata ad inizio Ottocento dai Piva, una importante famiglia di imprenditori del settore dei tessuti e della seta in particolare.
Ora la villa è di proprietà del comune. Vi consigliamo di accedere al parco per una rilassante passeggiata tra alti cedri, magnolie, ortensie e piante di ulivo.
Poco prima di giungere all’uscita che sfocia su via Cordana ci si imbatte nella “Britola Gigante”. L’opera è stata ricavata dal tronco di un cedro secolare del parco abbattuto dal maltempo.
È stata realizzata dallo scultore veneto Toni Venzo e dai maestri forgiatori delle officine Fornasier di Fossalta di Piave e Menin di Valdobbiadene.
Dovete sapere che la britola è un coltello molto utilizzato nel mondo contadino e mi ricordo ancora che gli anziani del mio paese ne tenevano sempre una nelle tasche della giacca o dei pantaloni.
Appena usciti dal giardino, addossato al muro di cinta della villa, sorge un tabernacolo dedicato a San Venanzio Fortunato. La nicchia ospita un affresco raffigurante il Santo e alcune scene di vita degli emigranti.
Di fianco alla costruzione c’è un vecchio lavatoio pubblico in pietra, dove in passato le donne del paese venivano a fare il bucato a mano.
La passeggiata prosegue su via Roma. Da qui si aprono delle belle vedute sul campanile del Duomo.
Giunti quasi in fondo alla strada sorge il Monumento ai Caduti delle due guerre realizzato dal maestro Toni Benetton.
La parte più interessante dell’opera secondo noi è rappresentata dalle figure in ferro battuto che illustrano in modalità narrativa la storia di Cristo espressa nella contemporaneità degli eventi.
A proposito del famoso scultore trevigiano, alcuni anni fa abbiamo visitato la sua casa museo situata a Villa La Marignana, in località Marocco di Mogliano Veneto.
Se vi interessa potete approfondire l’argomento dando un’occhiata all’articolo che abbiamo scritto su cosa visitare nei dintorni di Venezia.
Appena imboccata la stretta via San Martino la strada si inerpica e le pendenze si fanno subito accentuate. Dopo alcune centinaia di metri si giunge nell’antica e caratteristica borgata di Ron.
Percorrendo la Strada di Ron si rientra nel centro di Valdobbiadene, dove l’itinerario si conclude.
Se amate le camminate e se siete allenati allora potete intraprendere quello che viene chiamato percorso “lungo”. Ha uno sviluppo di circa cinque chilometri ed è un pochino più impegnativo rispetto all’itinerario “breve”.
Sostanzialmente ricalca per tre-quarti quest’ultimo, con l’aggiunta tra il Monumento ai Caduti e via San Martino di una deviazione che prevede la salita al Colle di San Floriano.
Il tracciato si snoda in parte su strada asfaltata ed in parte su un sentiero che si inerpica nel bosco lungo via della Stecca.
Situata proprio in prossimità di un ampio tornante sorge la chiesetta di San Floriano Martire. È un luogo intimo, rilassante, dal quale si può ammirare uno splendido panorama sulla vallata e su Valdobbiadene, soprattutto al tramonto.
Le prime notizie sull’edificio risalgono ad un testamento del 1424. Durante i secoli ha subito diversi interventi che ne hanno modificato l’aspetto, finché durante i bombardamenti della prima guerra mondiale subì ingenti danni.
Venne definitivamente sistemata nel secondo dopoguerra. All’interno conserva l’altare maggiore in legno policromo del XVII secolo e una statua lignea della Madonna di Fatima, opera di Giacomo Vincenzo Mussner.
I dintorni di Valdobbiadene – Itinerario n°2
Questo itinerario ha uno sviluppo di circa 52 chilometri (tra andata e ritorno) e ricalca più o meno l’andamento della Strada del Prosecco in direzione di Vittorio Veneto.
Si presta particolarmente a chi predilige un turismo lento, abbinando delle esperienze artistiche e culturali ad altre naturalistiche ed enogastronomiche.
Osteria Senz’Oste
(progressivo 3,5 Km)
L’Osteria Senz’Oste è situata in una splendida posizione proprio in cima alle colline del Cartizze.
Vi consigliamo di lasciare l’auto in uno dei parcheggi segnalati lungo la strada provinciale, appena fuori l’abitato di San Pietro di Barbozza, per poi raggiungere il locale con una passeggiata di pochi minuti.
L’osteria è situata in una vecchia casa colonica, non ci sono camerieri ad attendervi e quindi ci serve da soli. È questa la filosofia che ha contraddistinto l’idea fin dagli albori.
Sui tavoli, sugli scaffali della credenza e nel frigo troverete tutto il necessario per un pic-nic, tra cui ovviamente gli alimenti (affettati, formaggi, pane, etc.).
Ogni confezione è etichettata con il prezzo (caro rispetto alla qualità secondo noi) e al termine si paga il conto in autonomia alla cassa.
Il vino si trova in appositi distributori situati in cima a Colle Cartizze, che si raggiunge grazie ad uno stretto sentiero in pendenza tra le vigne. Lungo il tracciato sono posizionati dei tavoli e dei punti di appoggio dove sedersi e consumare le cibarie.
Che dire, l’Osteria Senz’Oste si è fatta un nome ed è diventata ormai una vera e propria attrazione per i turisti provenienti da tutto il mondo.
Secondo noi però ha perso la sua originalità a scapito di una eccessiva propensione al business.
Pertanto vi consigliamo di venire a visitarla come fanno tutti, ma se poi volete degustare seriamente il Conegliano Valdobbiadene DOCG ci sono un paio di cantine niente male situate a poche decine di metri da qui.
Combai
(9,8 Km)
Combai è un borgo grazioso dove la vita scorre lenta, con la gente che lavora nei campi e nelle vigne.
Appena fuori paese c’è un ampio parcheggio ben segnalato dove lasciare i mezzi e grazie ad una scala a gradoni si raggiunge il centro storico.
In uno slargo ben curato situato in prossimità della sede della Pro Loco, oltre a delle sculture in legno ci sono delle panche in legno. Questo è il luogo ideale per concedersi una sosta di relax.
Le abitazioni più datate hanno ancora i muri in pietra, anche se sono evidenti i lavori di ristrutturazione e ammodernamento degli ultimi anni.
Prendendo via Capovilla e successivamente via Mira Monti, si sale sul Colle di Ronch (439 m), dove sorge il piccolo santuario della Beata Vergine Addolorata. La chiesetta venne eretta nella prima metà dell’Ottocento ma un secolo dopo vennero apportate delle modifiche sostanziali al complesso.
Durante la nostra visita abbiamo trovato l’edificio chiuso, ma grazie a due feritoie in vetro trasparente appositamente posizionate sulla porta d’ingresso è possibile ammirare l’interno. Bravi!
La Bottega de Combai è una specie di luogo di culto laico, dove scoprire e degustare i deliziosi prodotti che esprimono la tradizione enogastronomica del territorio.
Sugli scaffali del piccolo negozio potete trovare tra l’altro i formaggi prodotti nelle malghe sugli alpeggi, i salumi, il miele di castagno ed i marroni di Combai IGP, con tutti i loro derivati come le marmellate ed i dolci.
Follina
(14,7 Km)
Una strada in leggera ma costante discesa porta nel cuore della vallata e dopo aver superato il centro di Miane si giunge a Follina.
Il piccolo borgo è famoso perché ospita l’Abbazia Cistercense di Santa Maria, ma vi consigliamo di dare un’occhiata anche al centro storico del paese, dove risaltano alcuni edifici tra cui Palazzo Bernardi Tarzoni del XVII secolo.
Il primo insediamento monastico a Follina risale a prima del mille. I monaci benedettini vennero sostituiti nel 1146 dai cistercensi, provenienti dalle abbazie lombarde di Chiaravalle a Milano e Cerreto (Lodi).
L’attuale Basilica trecentesca in stile romano-gotico fu preceduta da una badia benedettina e da un’altra chiesa cistercense del XIII secolo.
La costruzione è dovuta all’impegno degli abati Gualtiero da Lodi e Nordio da Treviso, tra il 1305 ed il 1335. Come tutte le chiese cistercensi ha la facciata orientata a ponente ed è composta da tre navate e cinque campate.
L’interno dell’edificio è molto elegante nella sua sobrietà. Di particolare rilievo un affresco del 1507 di Francesco da Milano raffigurante la Madonna con il Bambino tra due Santi e un donatore.
Il Chiostro in stile romanico è situato sul lato meridionale della chiesa come da norme architettoniche cistercensi, con la base quadrata e la classica fontana al centro del giardino. La costruzione avvenne nel 1268 per volere dell’abate Tarino.
Follina infine è stata grazie all’operato dei monaci un’importante centro di lavorazione della lana e della seta fino al Settecento, con più di 1200 laboratori.
Cison di Valmarino
(18,1 Km)
Appena lasciato il centro storico di Follina si intravede sullo sfondo l’imponente maniero di Castel Brando, uno dei più antichi d’Europa.
Cison è uno di quei paesi che va scoperto lentamente, fermandosi ad ammirare lo scorrere delle acque del torrente Rujo e passeggiando per le sue strette vie in pendenza.
L’elegante piazza principale è dominata da interessanti palazzi e dalla Chiesa di Santa Maria Assunta, i cui lavori di costruzione terminarono nel 1740.
L’edificio in stile neoclassico ha due facciate, una a ponente dove c’è l’ingresso principale e l’altra più scenografica rivolta proprio verso piazza Roma.
Il castello medioevale si erge sul Col de Moi. Dopo una recente ristrutturazione il complesso è stato trasformato in una lussuosa struttura ricettiva. Al suo interno ospita comunque anche una interessante sezione museale, con esposizioni dedicate alle armi storiche, alla musica, ai costumi, alle carrozze ed alla Via Claudia Augusta.
La Via dei Mulini infine è un sentiero naturalistico che collega il piccolo centro abitato al Bosco delle Penne Mozze. Lungo il tracciato si possono ammirare dei lavatoi, fontane, canalette e antichi mulini.
Laghi di Revine
(25,7 Km)
L’itinerario odierno si conclude nella località di Revine Lago.
L’ambiente lacustre è formato da due specchi d’acqua, il Lago di Lago ed il Lago di Santa Maria, collegati tra loro dal cosiddetto “canale delle barche”.
Meta di turisti soprattutto durante la bella stagione, la zona ha una piccola spiaggia dove ci si può rilassare e prendere il sole, dei parchi giochi per bambini ed un’area attrezzata per il barbecue.
È possibile esplorare la zona grazie ad un sentiero naturalistico della lunghezza di circa otto chilometri, che si sviluppa lungo il perimetro dei due specchi d’acqua.
I laghi sono di origine glaciale, generati dopo il ritiro del ghiacciaio del Piave e vengono alimentati da diverse sorgenti carsiche.
Nei pressi del parcheggio del Lago di Lago, sorge l’interessante Parco Archeologico del Livelet, dove grandi e piccini possono apprendere giocando come si viveva sulle palafitte in era preistorica.
All’interno del parco infatti sono state riprodotte in scala reale tre palafitte, utilizzando come per gli utensili le stesse materie prime disponibili a quel tempo.
Ora non vi resta che rientrare a Valdobbiadene e per cena vi suggeriamo tra le altre la Trattoria alla Cima e la Locanda Sandi, due splendide location immerse nella natura.
I dintorni di Valdobbiadene – Itinerario n°3
Una volta lasciato l’abitato di Valdobbiadene, abbiamo intrapreso questo itinerario sulla via del rientro verso casa. Il tracciato ricalca fedelmente l’andamento della Strada del Prosecco in direzione di Conegliano.
Da Valdobbiadene alla Pieve di San Pietro di Feletto sono all’incirca 40 chilometri.
Se desiderate inframezzare le visite con una sosta di ristoro, allora vi consigliamo di annotare la trattoria Al Forno a Refrontolo, situata proprio in centro a pochi passi dal municipio.
Col San Martino
(progressivo 10,5 Km)
Situata in cima ad un colle tra filari di viti, la chiesetta di San Vigilio domina dall’alto il paese di Col San Martino e tutta la vallata sottostante, fino al corso del Piave.
Si raggiunge grazie ad una strada che parte in prossimità della chiesa parrocchiale e si snoda verso la periferia del paese.
L’ultimo tratto è quello più complicato dato che la larghezza della carreggiata si restringe e le pendenze aumentano sensibilmente. C’è da lavorare con frizione e marce basse.
Le prime notizie sull’edificio risalgono al 1217, anche se l’aula primitiva di forma rettangolare e senza abside è databile tra il XI e il XII secolo.
Successivamente venne ampliata con l’allargamento della navata e la costruzione della torre campanaria, che oggi ospita un grande orologio circolare.
Risale infine alla metà del XVI secolo la costruzione dell’abside quadrata e della sacrestia laterale.
All’interno dell’edificio sono conservati degli interessanti affreschi di epoche diverse.
Refrontolo
(24,4 Km)
Lasciato il centro del paese si prende la strada che porta verso il villaggio di Rolle. Dopo un paio di chilometri si giunge ad un ampio parcheggio in ghiaino dove lasciare il mezzo.
Grazie ad un vialetto alberato si giunge al Molinetto della Croda, secondo noi uno degli angoli più suggestivi della Marca Trevigiana.
Una volta entrati nel complesso sembra di trovarsi all’interno di una fiaba. Le fioraie di lavanda, ortensie, begonie, edere e gerani donano un bellissimo aspetto cromatico all’ambiente.
Sui tronchi degli alberi sono appese le casette in legno per gli uccelli.
Sul piazzale antistante l’edificio ci sono alcune panche e dei tavoli dove è possibile sostare per un momento di relax e per un pic-nic.
Situato nella valle del Lierza, l’edificio rurale del XVII secolo fu costruito in più riprese e le fondazioni della prima costruzione poggiano sulla roccia, la “croda” della montagna appunto.
Attivo fino al 1953, il mulino rimase in stato di abbandono per diversi anni, fino a quando prima il proprietario negli anni Ottanta e successivamente il comune l’hanno sottoposto a diversi interventi di restauro, riportandolo ai vecchi splendori.
Il mulino è accessibile ai turisti e la visita si sviluppa lungo i tre piani dell’edificio.
La camminata didattica ha inizio nella stanza che ospita la grande macina rimessa a nuovo. È possibile prenotare una dimostrazione pratica ed al termine dell’esperienza si può anche acquistare la farina prodotta.
Ai piani superiori ci sono le stanze che venivano utilizzate dalle famiglie dei mugnai: la stalla, la cucina, le camere da letto.
Una dimora umile che faceva da sfondo ad una vita di stenti e povertà.
Al termine del tour all’interno dell’edificio si può tornare indietro scendendo le scale, oppure si può allungare la camminata percorrendo il sentiero della cascata, che si sviluppa nel bosco.
In dieci minuti si ritorna al parcheggio.
Rolle
(30,3 Km)
Il piccolo borgo di Rolle è una frazione di Cison di Valmarino e dal 2004 è tutelato dal FAI, il Fondo Ambiente Italiano.
È situato in una posizione fantastica in mezzo alle colline ricoperte di vigneti.
Merita senz’altro una visita per gli splendidi paesaggi che si possono ammirare, sia dalla strada proveniente da Refrontolo (quella che abbiamo fatto noi), sia da quella che proviene da Cison.
Lungo entrambe le arterie ci sono alcuni belvedere naturali su cui sostare per scattare foto suggestive.
Proprio in centro paese sorge la chiesetta intitolata a San Giacomo e San Filippo, raggiungibile grazie ad una scalinata in pietra.
Al termine si rientra a Refrontolo per continuare in direzione di San Pietro di Feletto.
Pieve di San Pietro di Feletto
(39,4 Km)
Situata proprio all’ingresso del paese sorge la piccola Pieve millenaria di San Pietro, di epoca longobarda.
È stata l’ultima tappa della nostra tre giorni alla scoperta dei luoghi di maggior interesse di Valdobbiadene e dintorni, sulla Strada del Prosecco.
L’edificio religioso si raggiunge grazie ad una scalinata e venne costruito intorno all’anno mille. L’esterno è facilmente riconoscibile per l’ampio porticato, ricco di decorazioni e affreschi.
L’interno è a tre navate, divise da arcate che poggiano su colonne rettangolari.
Molto interessante è la cappella della fonte battesimale, decorata con affreschi del Quattrocento che raffigurano scene di vita e del martirio di San Sebastiano.