Cosa vedere a Gorizia in un giorno, la città senza confini

Cosa vedere a Gorizia in un giorno, la città senza confini


Gorizia è una città che porto nel cuore. Nel lontano 1985 infatti fu sede del mio primo impiego.

Dipendente di una nota impresa di costruzioni friulana, lavorai per oltre un anno nel cantiere del nuovo autoporto di Sant’Andrea.

Gorizia è una cittadina tranquilla e comunemente si crede che non valga la pena visitarla.

Secondo noi invece ha un buon potenziale turistico e in questo senso ci auguriamo che l’investitura a Capitale Europea della Cultura 2025, assieme a Nova Gorica, le dia quell’impulso che merita.

Non solo la città, ma anche i suoi dintorni.

Il meraviglioso Giardino Viatori nella frazione di Piuma per esempio, che apre le porte in primavera e riempie d’incanto i visitatori.

Oppure il Collio Goriziano, una delle zone paesaggistiche che amiamo di più della nostra regione, particolarmente adatta per un turismo esperienziale.

Gorizia ha avuto sempre una storia travagliata, segnata in modo tragico dagli eventi bellici.

In città e nelle vicinanze sono stati progettati degli interessanti itinerari tematici sulla Grande Guerra, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria.

Per esempio quello che si snoda tra Gorizia e il Monte Calvario oppure quello del Parco della Pace del Monte Sabotino, un museo transfrontaliero all’aperto a cavallo del confine con la Slovenia.

Siete pronti a scoprire la città assieme a noi?

In questo articolo vi forniamo alcune idee su cosa vedere a Gorizia in un giorno, oltre a tutta una serie di informazioni pratiche per organizzare la visita.

 

Indice

 

Gorizia, dove si trova

Gorizia si trova in una conca verdeggiante ai piedi delle Prealpi Giulie, alla confluenza delle valli dell’Isonzo e del Vipacco, all’estremità orientale del Friuli Venezia Giulia.

Situata in una posizione strategica lungo importanti vie di comunicazione, in passato è stata mediatrice di tre grandi culture: latina, germanica e slava.

Oggi invece è una placida cittadina di provincia, di circa 33.000 abitanti, a ridosso del confine con la Slovenia.

Anzi, è lei stessa confine.

Da quando nel 1947, al termine del secondo conflitto mondiale, il territorio comunale fu diviso dal confine italo-jugoslavo privandola di una buona fetta del suo entroterra.

Aldilà della linea di demarcazione venne progettata la nascita di una nuova città, Nova Gorica per l’appunto.

Non sono trascorsi tanti anni da quando alla frontiera jugoslava si facevano code snervanti e interminabili per andare a rifornirsi di carburante, carne e generi alimentari a buon mercato.

Ora per fortuna quel confine non esiste più, se non nella mente di qualche nostalgico.

 

Tramonto a Gorizia

Tramonto

 

Come arrivare a Gorizia

Mezzo proprio

Il modo migliore per arrivare a Gorizia è con un mezzo proprio o a noleggio.

Questa soluzione a nostro avviso permette di vivere l’esperienza liberamente, senza vincoli di tempo.

Inoltre facilita la visita dei dintorni, sia in Italia sia in Slovenia.

Se arrivate in Friuli Venezia Giulia in aereo allora all’aeroporto di Trieste potete noleggiare un mezzo.

Noi ci affidiamo sempre a DiscoverCars.

Si tratta di un comparatore di prezzi online tra varie compagnie, facilmente consultabile sia da desktop sia da dispositivo mobile.

 

Treno

Dal polo intermodale di Trieste Airport, novità degli ultimi anni, passano dei treni diretti a Gorizia che prevedono generalmente un cambio a Monfalcone.

Gli orari li potete tranquillamente consultare sul sito di Trenitalia.

 

Autobus

Se infine volete muovervi con gli autobus, allora per pianificare i percorsi e gli orari vi consigliamo di consultare il planner presente sul sito web di TPL FVG, l’operatore unico regionale del trasporto pubblico locale.

Le stazioni dei bus e dei treni si trovano proprio in fondo al parcheggio denominato P9.

Usciti dalla sala arrivi dello scalo, svoltate a destra, salite le scale della torretta e incamminatevi lungo il corridoio coperto che scorre sopra i parcheggi auto. Non potete sbagliare.

Lungo il percorso ci sono anche dei tratti di tappeti mobili per facilitare la camminata.

 

L'interno della Chiesa di Santo Ignazio a Gorizia

Chiesa di Santo Ignazio

 

Parcheggio Gorizia

Se arrivate in città con un mezzo proprio, per raggiungere il centro si percorrono generalmente due arterie principali, Corso Italia o Via Duca d’Aosta. Da lì non si scappa.

Nel nucleo storico della città i parcheggi sono nella maggioranza dei casi a pagamento, delimitati dalle consuete strisce blu.

Tra quelli a pagamento una buona soluzione è offerta dalle aree di sosta che circondano i Giardini Pubblici, dove le tariffe orarie sono economiche.

Per esempio quelli di Piazza Battisti.

Noi invece optiamo sempre per una delle vie laterali a Corso Italia, dove solitamente i parcheggi sono gratuiti.

 

Gorizia, dove dormire

Se avete in programma di fermarvi qualche giorno allora secondo noi non dovete concentravi solo sulle poche strutture ricettive presenti in città, ma dare un’occhiata anche ai dintorni.

Non solo nella nostra regione, ma magari buttando uno sguardo alla regione limitrofa della Goriška e Karst (Goriziano e Carso).

Potete trovare dei graziosi appartamenti e Bed & Breakfast a conduzione famigliare, strutture dotate di SPA e centro benessere, alloggi pet friendly, tutti collocati in contesti unici.

 

Se invece volete rimanere in Friuli Venezia Giulia, allora al seguente link potete valutare la proposta ricettiva della nostra regione:

 

 

Cosa vedere a Gorizia in un giorno

Lo scultore tedesco Max Klinger la definì “la porta più bella aperta sull’Italia” e quindi non ci resta che andare a vedere se aveva ragione oppure no.

 

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Piazza Transalpina

La Piazza Transalpina, Trg Evrope per gli sloveni, è lievemente decentrata rispetto al centro città.

È l’emblema della caduta dei confini e nel 2025 sarà l’epicentro degli eventi correlati a “GO! Borderless”, il progetto Capitale Europea della Cultura.

Al termine del secondo conflitto mondiale la piazza fu divisa in due dal nuovo confine tra l’Italia e la Jugoslavia, con la costruzione di un vero e proprio muro di filo spinato.

La linea di demarcazione non rappresentava solo una divisione fisica, ma durante gli anni della guerra fredda soprattutto ideologica e politica.

Nel 1954 il filo spinato fu sostituito da un muretto di calcestruzzo alto 50 centimetri, sovrastato da pali di cemento che sostenevano una rete metallica da recinzione.

Il confine cadde definitivamente il 1 maggio del 2004, con l’entrata della Slovenia nell’Unione Europea.

Anche noi fummo partecipi di quella giornata di festa, che si concluse con un coinvolgente concerto di Goran Bregović, il famoso compositore e musicista di Sarajevo.

La piazza è impreziosita dal mosaico di forma circolare in ciottoli a due colori della Nuova Europa, ideato da Franco Vecchiet e realizzato dalla famosa Scuola dei Mosaicisti di Spilimbergo (PN).

Il cippo n°57/15, che per decenni ha rappresentato la linea di confine, è stato spostato ai lati e sostituito da una piastra metallica.

Sullo sfondo sorge l’edificio monumentale in stile secessione che ospita la stazione Transalpina.

 

La stazione Transalpina a Nova Gorizia

La stazione Transalpina

 

La ferrovia venne inaugurata nel mese di luglio del 1906 e faceva parte di un ampio progetto di espansione delle linee ferroviarie alpine, realizzato dagli Asburgo.

Aveva l’obiettivo di collegare Vienna e i paesi dell’Europa centrale con le regioni adriatiche. La linea era lunga 144 chilometri e univa Trieste con la località di Jesenice, situata in Slovenia a ridosso del confine con l’Austria.

Oggi invece i treni passeggeri collegano Jesenice con Nova Gorica e Sežana e, oltre dalla gente del posto, vengono utilizzati da numerosi turisti ed escursionisti.

Nonostante il trasporto merci su rotaia sia notevolmente calato negli ultimi anni, la ferrovia rimane comunque una importante via di comunicazione per l’economia locale.

All’interno della stazione c’è una interessante mostra fotografica che illustra la storia della ferrovia e dell’edificio stesso, oltre ad un punto di informazioni turistiche.

 

Gorizia Centro Storico

Il centro storico di Gorizia è uno scrigno circoscritto in un raggio di poche centinaia di metri e si visita tranquillamente a piedi.

Anzi, secondo noi è il modo migliore per esplorarlo, lasciandosi trasportare per i suoi pittoreschi vicoli e respirando l’autenticità del luogo.

Noi di solito lo raggiungiamo percorrendo a piedi una porzione di Corso Italia, un lungo e ampio viale alberato che ha inizio proprio davanti alla stazione dei treni.

La strada ha due ampi marciapiedi laterali su cui si facciano bar, gelaterie, ristorantini, negozi di abbigliamento, istituti di credito e altre attività commerciali.

 

Piazza della Vittoria a Gorizia

Piazza della Vittoria

 

Piazza della Vittoria

Sovrastata dal colle su cui sorge Borgo Castello, Piazza della Vittoria è il cuore di Gorizia.

In passato era il luogo dei mercati e delle cerimonie pubbliche.

Sullo spiazzo di forma triangolare si affacciano edifici dalle facciate color pastello e le caratteristiche persiane alla romana in legno.

La Chiesa barocca di Sant’Ignazio, con i suoi due caratteristici campanili a cipolla, è l’edificio simbolo della piazza.

Venne edificata tra il 1654 e il 1757 per volere dei padri gesuiti. Sulla facciata, proprio sopra le tre porte d’ingresso, ci sono le statue di Sant’Ignazio al centro, San Giovanni Battista e San Giuseppe ai lati.

Quest’ultimo era il patrono della Contea di Gorizia.

L’ornamentale Fontana del Nettuno fu realizzata nel 1756 dallo scultore Marco Chiereghin su disegno da Nicolò Pacassi.

L’architetto di origine goriziana ha lavorato alla corte di Maria Teresa d’Asburgo ed è stato autore di importanti opere nei paesi del centro Europa.

Lo ritroveremo spesso durante la visita a Gorizia.

In cima alla fontana la statua di Sant’Ignazio ricorda le messe votive celebrate per sconfiggere l’epidemia della peste bubbonica.

 

La Fontana del Nettuno a Gorizia

Fontana del Nettuno

 

Palazzo Attems Petzenstein

(ingresso gratuito ogni prima domenica del mese)

Piazza della Vittoria sfocia in via dell’Arcivescovado.

L’omonimo palazzo del Cinquecento, chiamato anche Cobenzl, è sede arcivescovile dal 1752 ed è preceduto dalla Cappella dell’Esaltazione della Croce del 1746.

Superati i portoni in ferro battuto della curia, al cui interno ci sono dei giardini ben curati, si prosegue per via Carducci.

Prima di giungere in piazza De Amicis sorge il Palazzo Attems Petzenstein, edificato su progetto del Pacassi.

Le sette statue che sormontano la balaustra sulla facciata rappresentano delle divinità dell’Olimpo e sono opera dello scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.

Nella sua attuale veste rococò l’edificio è stato ultimato nel 1750 e fu commissionato dal conte Sigismondo d’Attems Petzenstein.

Sul retro un giardino all’italiana ornato con la fontana dell’Ercole realizzata sempre su disegno del Pacassi.

L’edificio è la sede dei Musei Provinciali di Gorizia e ospita spazi dedicati a mostre temporanee e una interessante pinacoteca.

L’opera simbolo dell’esposizione è Gli Dei dell’Olimpo di Antonio Paroli, visibile nel salone d’onore.

 

La Gorizia ebraica

La comunità ebraica in città si è praticamente estinta ma ha lasciato un concreto ricordo della sua presenza.

Il ghetto fu creato per volere dell’imperatore Leopoldo I tra il 1696 e il 1698 in una zona chiamata “contrada di San Giovanni”, dal nome di una chiesa dedicata al Battista.

L’area fu rinchiusa dietro due portoni, uno situato presso la chiesa di San Giovanni e l’altro presso il torrente Corno.

Solo con l’avvento delle truppe napoleoniche il ghetto venne abolito e la popolazione ebraica ottenne i diritti civili.

 

Il giardino Bruno Faber a Gorizia

Ingresso giardino Bruno Faber

 

La Sinagoga è stata ricavata grazie all’ampliamento di locali già esistenti nel 1699 e inaugurata alcuni decenni dopo, precisamente nel 1756.

L’aspetto attuale dell’edificio, che si trova in via Graziadio Isaia Ascoli proprio dietro a Palazzo Attems Petzenstein.

È frutto di lavori di riqualificazione operati dall’architetto Emilio Luzzatto nel 1894.

Di fianco al complesso, dietro ad un cancello in ferro, sorge il giardino dedicato a Bruno Faber, figlio di ebrei goriziani deportato ad Auschwitz e morto all’età di tre mesi.

Appena superato il portone di accesso noterete tre pietre d’inciampo.

Attualmente se ne contano 27, posizionate in diverse strade e luoghi della città tra il 2016 e il 2021, promosse dall’associazione “Amici di Israele” con il patrocinio del Comune.

Nel cortile una lapide ricorda gli ebrei di Gorizia deportati ad Auschwitz la notte del 23 novembre 1943, quando la città venne occupata dai nazisti.

 

Cosa vedere a Gorizia in un giorno

Via Rastello

 

Via Rastello

Rientrati in Piazza della Vittoria, di fianco al Palazzo della Prefettura ha inizio quella che secondo noi è la strada più scenografica di Gorizia, via Rastello.

Il vicolo è fiancheggiato da costruzioni in stili architettonici di epoche diverse e, come tutte le strade del centro storico, è pavimentata con cubetti di porfido.

Al piano terra una serie di attività commerciali, molti delle quali purtroppo chiuse a causa degli affitti troppo elevati.

Via Rastello è comunque una strada da percorrere con il naso all’insù.

Noi lo facciamo sempre e ogni volta scopriamo nuovi dettagli e particolari diversi.

Le insegne storiche dei negozi, le persiane alla romana, i balconi ornamentali in ferro o in pietra.

Tra le poche attività aperte ci sono quelle di articoli di antiquariato, chincaglierie e calzature.

In fondo alla strada la statua a grandezza naturale del filosofo, poeta e pittore goriziano Carlo Michelstaedter.

Morì suicida nel 1910 a soli 23 anni mentre stava preparando la tesi di laurea.

Svoltando a sinistra si incomincia a salire verso il castello.

 

La statua di Carlo Michelstaedter a Gorizia

Carlo Michelstaedter

 

Borgo Castello

Il borgo sovrasta la città dalla cima del colle ed è cinto da un massiccio bastione eretto dai veneziani nel 1508.

Oltre al quartiere vero e proprio ospita anche il maniero, circondato da un secondo anello di mura.

Si accede attraverso la Porta Leopoldina, costruita nel 1606 per omaggiare l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo in visita a Gorizia.

 

La Porta Leopoldina a Gorizia

Porta Leopoldina

 

Il nucleo primitivo della città era sorto all’interno della cinta muraria medioevale e visse il periodo di maggior splendore tra il Trecento e il Cinquecento.

Del complesso originario medioevale sono sopravvissuti solo alcune costruzioni, tra cui l’incantevole chiesetta di Santo Spirito.

Si tratta dell’edificio religioso più vecchio della città e venne edificato in stile tardo gotico nei primi anni del Quattrocento.

Si trova proprio in cima alla salita, con la caratteristica facciata a vela e un protiro con gli stemmi delle famiglie Rabatta e Castelpagano.

Il cortiletto adiacente la chiesa veniva utilizzato per le cerimonie di insediamento dei Capitani che reggevano la Contea.

Se visitate Gorizia durante la bella stagione vi consigliamo di salire sul colle nel tardo pomeriggio. Da lassù si possono ammirare degli splendidi tramonti dalle tonalità arancioni accese.

 

La Chiesa di Santo Spirito a Gorizia

Chiesa di Santo Spirito

 

Museo Provinciale della Moda e della Arti Applicate

(ingresso gratuito la prima domenica del mese)

Il museo della Moda e delle Arti Applicate è stato creato nel 1999 ed è una delle poche esposizioni dedicate alla storia del tessile nel nostro paese.

La rassegna si sviluppa tra le sale delle case Dornberg, Tasso e Formentini e presenta una sezione dedicata alla produzione, lavorazione e tessitura della seta.

Questa attività ebbe nel Settecento una grande rilevanza economica nell’area del goriziano, grazie all’impulso degli Asburgo.

Da pochi anni è attivo un nuovo allestimento che si incentra su tre tipologie del costume: righe, quadri e fiori.

 

Museo della Grande Guerra

Nelle medesime strutture del museo della moda sorge un’interessante esposizione dedicata alla Grande Guerra, conflitto che ha segnato tragicamente queste terre.

L’obiettivo dell’allestimento è quello di illustrare la quotidianità di soldati e civili durante la guerra.

Mentre quella dei primi è scandita dalla vita al fronte, quella dei secondi è documentata nella sala dedicata alla città di Gorizia, una città comunque in prima linea.

 

I Musei di Gorizia

I musei

 

Nota di servizio

Il Museo della Grande Guerra, quello della Moda e anche Casa Morassi sono provvisoriamente chiusi al pubblico per lavori di adeguamento alle normative di legge.

Verranno riaperti il prossimo anno quando rappresenteranno alcune delle principali attrazioni culturali di GO!2025.

 

Il Castello

Dalla cima del colle il Castello, con fare paterno, protegge e veglia sulla città.

Racchiuso all’interno di una cinta poligonale con torri rotonde angolari, risale all’XI secolo.

L’edificio originario è stato ampliato a più riprese, fino a quando fu ridotto in un mucchio di macerie durante i combattimenti della prima guerra mondiale.

Fu ricostruito tra il 1934 e il 1937 e gli ambienti furono riallestiti con arredi, suppellettili e quadri del Seicento, in maniera tale da ricreare le classiche atmosfere di una nobile dimora.

Oggi ospita il Museo del Medioevo Goriziano, una esposizione che illustra la storia cinquecentesca della Contea di Gorizia dalle sue origini fine al XVIII secolo, quando venne fusa con quella di Gradisca.

 

Il Castello di Gorizia

Il Castello

 

Cattedrale dei Santi Ilario e Taziano

Una volta ridiscesi da borgo castello, imboccando il sottoportico del palazzo della questura si giunge alla Cattedrale.

La scalinata d’ingresso è preceduta da una vasca d’acqua di forma trapezoidale, circondata da fioraie di piante sempreverdi.

La parrocchia del Duomo è dedicata ai patroni della città e fu istituita nel 1455. Rimase l’unica parrocchia di Gorizia fino al 1785, quando fu creata anche quella di Sant’Ignazio.

Tra il 1682 e il 1702 la chiesa subì una trasformazione radicale che portò ad un contrastante mix di forme architettoniche gotiche e barocche.

Durante la Grande Guerra la cattedrale fu gravemente danneggiata.

La ricostruzione alterò una volta di più la struttura originaria dell’edificio e fu inaugurata ufficialmente nel 1929, con la consacrazione dell’altare del Santissimo.

Nel presbiterio si possono ammirare l’altare maggiore del Pacassi, del 1707, e la pala del goriziano Giuseppe Tominz del 1825.

All’interno ci ha particolarmente colpiti un cartello che recita più o meno così: “i bambini sono i benvenuti in chiesa”.

Per soddisfare le loro esigenze e quelle dei loro genitori sono stati ricavati degli spazi per l’allattamento, per cambiare i pannolini ed è stato allestito un piccolo angolo per i giochi, con seggiole, tavolini e materiale da disegno.

 

L'interno della Cattedrale dei Santi Ilario e Taziano a Gorizia

Interno Cattedrale

 

Piazza Sant’Antonio

Una manciata di minuti a piedi e si giunge in quello che consideriamo uno dei luoghi più eleganti della città, piazza Sant’Antonio.

In passato era chiamata della “legna” e ospitava il mercato dei contadini che provenivano dalla vicina Valle del Vipacco.

La vallata, solcata dall’omonimo fiume affluente dell’Isonzo, si estende tra Gorizia e la Sella di Resderta (Razdrto Selo in sloveno).

Il centro principale della microregione è Ajdussina (Ajdovščina) ed è conosciuta in tutto il mondo per i vini pregiati e gli splendidi paesaggi collinari.

In passato la superficie della piazza era occupata da un convento francescano dei frati Minori.

Venne chiuso a causa delle riforme dell’imperatore Giuseppe II che prevedevano la soppressione dei monasteri inutili e delle confraternite.

L’edificio venne così trasformato prima in caserma e poi in ospedale militare per le truppe francesi all’inizio del XIX secolo.

La piccola cappella situata sull’angolo sinistro del portico è dedicata a Sant’Antonio.

La statua del Santo collocata nella nicchia sopra l’arco di ingresso venne rimossa dalla fontana situata nel centro della piazza.

Sotto il raffinato sottoportico, che delimita la piazza su tre lati, si affacciano dei localini, luoghi ideali per rilassarsi e prendere un caffè o un aperitivo in buona compagnia.

Sull’altro lato della strada sorgono invece il monastero di clausura delle Clarisse e Palazzo Strassoldo, oggi sede di un hotel.

Edificato nel XV secolo da una delle più influenti famiglie nobili friulane, nel 1836 è stato residenza dei membri dei reali francesi in esilio.

Le salme di Carlo X e dei suoi discendenti morti qui a Gorizia riposano nella cripta del convento di Castagnevizza (Kostanjevica), in Slovenia.

 

Piazza Sant'Antonio a Gorizia

Piazza Sant’Antonio

 

Palazzo Lantieri

Sul lato meridionale di piazza Sant’Antonio sorge Palazzo Lantieri, dimora storica tra le più importanti della città.

Edificata nel XIV secolo con scopi difensivi, dopo alcuni lavori di ristrutturazione si trasformò in abitazione nobiliare.

Diventata un punto di riferimento culturale a livello internazionale, ha ospitato nei suoi locali numerosi personaggi famosi.

I reali di Francia, Napoleone, Papa Pio VI, l’arciduchessa d’Austria Maria Teresa, intellettuali e artisti come Goethe, Goldoni e Casanova.

Sul retro sorge un parco ricco di roseti, piante di medio fusto e specie rampicanti, tra cui la clematide o laccio d’amore.

 

Mercato Coperto

Lungo Corso Giuseppe Verdi, continuazione di Corso Italia, in un edificio in stile liberty ha sede il mercato coperto di Gorizia.

Chi ci segue abitualmente sul blog sa che quando visitiamo una città dedichiamo sempre del tempo ad un mercato.

Secondo noi è il luogo ideale per osservare le dinamiche sociali e confrontarsi con la gente del posto.

Bancarelle di ortaggi, frutta e prodotti agricoli, gli stand variopinti e ricchi di profumi dei fiori quasi fossero delle tavolozze di colori, il vivace mercato del pesce sul retro.

Tra i prodotti locali vi segnaliamo la famosa Rosa di Gorizia, una varietà di radicchio rosso invernale con le caratteristiche foglie larghe e disposte a forma di rosa.

 

L'interno del mercato coperto di Gorizia

Mercato coperto

 

Palazzo Coronini Cronberg

Leggermente decentrata rispetto al centro storico, sorge secondo noi una delle dimore storiche più affascinanti della città, Palazzo Coronini Cronberg.

Per questo motivo viene colpevolmente tralasciata dai classici circuiti turistici.

Con la morte del conte Guglielmo, avvenuta a Vienna nel 1990, si è estinta una delle più influenti famiglie nobili di Gorizia, arrivata qui nel XVI secolo.

L’edificio fu costruito nella seconda metà del XVI secolo dal conte Carlo Zengraf e dopo alcuni anni passò ai Strassoldo.

Era il 1820 quando il palazzo fu acquistato dal conte Michele Coronini Cronberg, che lo ampliò con la costruzione di una nuova ala e ristrutturò le strutture originarie.

Il conte Guglielmo era un grande appassionato dell’arte in tutte le sue espressioni e fin da giovane viaggiò per il mondo e iniziò ad acquistare oggetti preziosi e pregiati pezzi di antiquariato.

Oggi la dimora è aperta al pubblico, come desiderava il conte.

Le quindici sale ospitano numerose opere, tra cui quadri, monete, suppellettili e due “Teste di Carattere” dello scultore tedesco Franz Xaver Messerschmidt.

Si tratta di una serie di 69 busti rappresentanti delle smorfie che lo stesso artista, schizofrenico, faceva guardandosi allo specchio per scacciare lo Spirito della Proporzione che lo tormentava.

L’edificio è circondato da uno splendido parco all’inglese, ricco di piante e alberi tra cui platani, palme, querce, canne da bambù e pini.

Passeggiare lungo i vialetti in ghiaino e sottoportici, osservare statue e fontane, affacciarsi alle balaustre in pietra per ammirare il paesaggio.

Che dire, è un posto che regala un senso di pace e tranquillità che arricchisce la visita di Gorizia in un giorno.

 

Gorizia, i Parchi

Grazie al clima mite e agli splendidi paesaggi che la circondano, la città si guadagnò nell’Ottocento l’appellativo di “Nizza austriaca”.

Anche ai giorni nostri mantiene la connotazione di città-giardino, dove i parchi pubblici e privati si armonizzano perfettamente con il profilo architettonico della città.

 

Giardini Pubblici

A poche decine di metri dal mercato coperto, su una superficie di forma rettangolare, sorgono i Giardini Pubblici.

Nelle calde giornate d’estate il fogliame delle piante di alto fusto forniscono refrigerio e riparo dai raggi del sole ai passanti.

All’interno del parco e lungo il perimetro sono stati posizionati diversi monumenti, alcuni dei quali riconducibili agli itinerari tematici sulla Grande Guerra.

Il primo, situato nei pressi di Corso Giuseppe Verdi, è dedicato a Giorgio Bombi, podestà durante la Gorizia asburgica e primo sindaco della città al termine del primo conflitto mondiale.

Con il riordino delle amministrazioni comunali volute dal governo fascista ricoprì nuovamente la carica di podestà dal 1925 al 1934.

Davanti al parcheggio di Piazza Battisti c’è la statua del bersagliere Enrico Toti, raffigurato senza la gamba sinistra e morto durante la sesta battaglia dell’Isonzo nel 1916.

Il monumento è opera di Mario Montemurro e fu inaugurato nel 1958.

Sul retro infine, lungo via Cadorna, la grande statua in onore del Fante d’Italia, inaugurata nel 1966 per commemorare il cinquantesimo anniversario della liberazione della città.

Di fianco alla statua un cippo in pietra riporta il numero dei fanti caduti durante le varie guerre, da quelle di indipendenza fino alla seconda guerra mondiale, passando per quelle coloniali.

 

Parco della Rimembranza

Al termine della Grande Guerra, sulla superficie che nell’Ottocento ospitava un camposanto, fu progettato il Parco della Rimembranza per commemorare i caduti.

Il giardino è caratterizzato da vialetti, prati e aiuole simmetriche, oltre che da piante di medio fusto.

Le panchine invitano i passanti a dei piacevoli momenti di relax e di socializzazione con la gente del posto.

Al centro una fontana ornamentale e le rovine del tempietto dei volontari goriziani che donarono la vita per la patria, disegnato da Enrico del Debbio nella seconda metà degli anni Venti.

La cappella venne distrutta nell’agosto del 1944 per mano di collaborazionisti jugoslavi su ordine dei nazisti. È stata lasciata così, un cumulo di macerie, in memoria dell’accaduto.

Il parco infine ospita altre sculture, tra cui un lapidario che ricorda i cittadini di Gorizia deportati in Jugoslavia nel 1945 durante la breve occupazione delle truppe del Maresciallo Tito.

 

Via Rastello a Gorizia

Via Rastello

 

Cenni storici

Gorizia venne menzionata per la prima volta nel 1001 in un diploma dell’imperatore Ottone III.

La posizione strategica in cui era ubicata, lungo importanti vie di comunicazione tra occidente e oriente, ne favorì lo sviluppo e di conseguenza la fortificazione del borgo in cui sorge il castello.

Durante il medioevo fu la capitale dell’omonima Contea e nel 1500 passò sotto il dominio degli Asburgo, diventando terra di contesa tra gli austriaci e i veneziani.

La Serenissima riuscì a conquistarla nel 1508 per solo un anno e poi ritornò agli Asburgo fino al termine della prima guerra mondiale.

Nel Settecento raggiunse l’apice dello sviluppo economico, culturale e sociale.

Durante la Grande Guerra fu obiettivo dell’esercito italiano che la conquistò per quattordici mesi nel 1916, prima di tornare gli austro-ungarici per quindici mesi dopo la battaglia di Caporetto.

Ritornò definitivamente italiana nel 1918.

Steve

Sono nato a Udine nel 1963 e vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. Appassionato di geografia, ho viaggiato fin da piccolo grazie ai miei genitori.

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Un android developer a tempo perso, una polacca innamorata dell'Italia e un appassionato di geografia prestato all'informatica.

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