Cosa vedere a Berat, una perla nel cuore dell’Albania
Berat è una graziosa cittadina situata nel cuore dell’Albania. Grazie al suo straordinario patrimonio storico, culturale e paesaggistico è diventata una delle mete più ambite dai turisti, anche dall’estero.
Ad essere sinceri ne arrivano ogni anno di più.
In un primo momento, durante la fase di pianificazione del nostro viaggio nella capitale dell’Albania, avevamo pensato di fare una escursione in giornata a Berat.
A proposito qui trovate il nostro articolo sui luoghi di maggior interesse da vedere a Tirana.
Analizzando però con calma i luoghi da visitare e gli orari degli autobus per il viaggio di ritorno a Tirana, abbiamo deciso di rimanere fuori anche per la notte.
L’ultimo mezzo infatti partiva a metà pomeriggio.
A posteriori possiamo tranquillamente affermare che la scelta si è rivelata azzeccata, anche perché si possono trovare delle ottime sistemazioni a tariffe economiche.
Abbiamo avuto così la possibilità di vivere i suggestivi momenti delle ore serali, quando la città sprizza energia e i locali sono affollati di gente.
Secondo noi la città va assaporata con calma, con ritmi lenti.
Passeggiando per i vicoli del centro storico, gustando un buon caffè o un bicchiere di vino in uno dei numerosi bar, facendo quattro chiacchiere con la gente del posto
A tal proposito dobbiamo dirvi che diverse persone parlano o capiscono l’italiano, grazie ai canali della televisione italiana ben visibili in Albania oppure perché hanno trascorso dei periodi della loro vita nel nostro paese.
Se proprio foste impossibilitati a dedicarle due giorni, allora potete optare per una escursione guidata a Berat da Tirana.
Il tour si svolge in lingua italiana ed ha una durata di circa sette ore.
In questo articolo, oltre a raccontarvi la nostra esperienza e stilare un elenco delle cose da vedere a Berat, vi forniamo alcuni consigli pratici per organizzare al meglio la visita.
Articolo aggiornato il 10 febbraio 2024.
Indice
- Come arrivare in Albania
- Come arrivare a Berat da Tirana
- Quando andare
- Free Tour
- Dove dormire a Berat
- Dove mangiare
- Cenni storici
- Cosa vedere a Berat in due giorni
- Valuta Albania
- Copertura sanitaria in Albania
Come arrivare in Albania
L’Albania si può raggiungere dall’Italia in aereo, via mare oppure con mezzo proprio. In quest’ultimo caso però dovete mettere in preventivo diverse ore di guida su strade non sempre agevoli, attraverso Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Montenegro.
Da alcuni porti italiani invece (Trieste, Ancona, Bari e Brindisi) sono attivi dei collegamenti marittimi con le città di Durazzo (Durrës), Valona (Vlorë) e Saranda (Sarandë), quest’ultimo però solo stagionale.
Da diverse città infine è possibile raggiungere Tirana con voli diretti, dato che lo scalo aereo della capitale è al momento l’unico operativo nel paese.
Come arrivare a Berat da Tirana
Auto
Se volete muovervi in completa autonomia allora è necessario noleggiare un’auto.
Questa soluzione consente di cadenzare il viaggio a proprio piacimento, senza essere vincolati agli orari delle corriere e dei furgon, che in Albania svolgono la stessa funzione che le maršrutka offrono nei paesi dell’ex area sovietica.
Noi per il noleggio auto ci affidiamo a DiscoverCars, anche quando viaggiamo all’estero. Si tratta di un comparatore di offerte tra le migliori compagnie di noleggio presenti sul territorio.
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Bus
Nel caso non abbiate a disposizione un mezzo proprio, il modo più pratico e conveniente per raggiungere Berat da Tirana è sicuramente l’autobus.
Il tragitto dura all’incirca due ore, il biglietto si paga sul mezzo dato che non ci sono biglietterie alla stazione.
Dalla capitale albanese infatti gli autobus diretti nelle località situate nel sud del paese partono dalla stazione conosciuta da tutti con il nome di Dogana, in quanto sorge nei pressi della rotatoria Rrethrrotullimi i Doganës.
Si tratta di uno spiazzo affollato di gente vociante, corriere e furgoni, una specie di girone dantesco ma con un caos organizzato.
Tutti i mezzi hanno sul parabrezza il cartello recante il nome della destinazione finale, per cui è semplice individuare quello corretto.
Per raggiungere la stazione di Dogana dal centro di Tirana potete optare per un taxi oppure prendere l’autobus nello slargo situato dietro il Palazzo della Cultura (Opera) di piazza Skënderbej.
La fermata è la stessa dello shuttle che collega il centro città con l’aeroporto di Rinas.
Lungo il percorso, dopo aver superato Durazzo e lasciata la strada costiera, si entra in una zona rurale del paese.
Si attraversa un paesaggio di terreni coltivati a frumento, fieno, alberi da frutta e filari di viti.
Di tanto in tanto si intravedono delle serre dove si coltivano peperoni, pomodori e fiori. Le strade percorse sono tutte in buone condizioni.
Una volta arrivati a Berat il pullman termina il suo percorso in un terminal situato alla periferia della città. Per arrivare a destinazione si deve prendere il bus urbano che fa la spola con il centro storico.
Quando andare a Berat
La gente del posto ci ha detto che in questa zona dell’Albania il meteo presenta delle estati molto calde e afose ed inverni ricchi di precipitazioni piovose.
Per questo motivo i periodi migliori per visitare Berat sono la primavera (aprile, maggio e giugno) e fine estate – inizio autunno (settembre e ottobre).
Free Tour
Se non avete molto tempo a disposizione allora vi consigliamo di partecipare ad un Free Tour del centro storico di Berat.
La camminata ha una durata di circa due ore, la guida parla in italiano e le recensioni hanno un rating molto alto. Generalmente si svolge tutti i giorni.
L’abbiamo fatto spesso anche noi, in diverse località.
Queste attività sono propedeutiche alla conoscenza di un quartiere o di una città, da approfondire successivamente con calma in base ai propri interessi.
I free tour non hanno una tariffa prestabilita ma sarete voi al termine a lasciare una mancia alla guida in base al vostro grado di soddisfazione.
Vi potete tranquillamente iscrivere online già da casa cliccando sul link.
Dove dormire a Berat
Berat è a livello turistico uno dei luoghi di maggior interesse dell’Albania.
Per rispondere alle richieste dei numerosi visitatori sono sorte negli ultimi anni numerose strutture ricettive, in grado di soddisfare le esigenze e i desideri di tutti.
Ci sono infatti hotel di ogni standard, appartamenti in case private e numerose guest house.
Noi abbiamo optato per quest’ultima soluzione e ci siamo trovati benissimo, oltre le nostre aspettative.
La struttura si chiama Vila Lili, è situata a dieci minuti a piedi dal centro storico, proprio dietro il grande palazzo dell’Università.
Siamo stati accolti benissimo, con grande senso di ospitalità e ci siamo sentiti parte di una famiglia.
La stanza era confortevole, pulita ed arredata con gusto e attenzione nei particolari.
La colazione, deliziosa e abbondante, viene preparata con prodotti genuini a chilometro zero e l’abbiamo consumata nel giardino di casa.
La struttura è dotata anche di connessione Wi-Fi gratuita e parcheggio privato.
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Dove mangiare
Oltre alle strutture ricettive, in città c’è un’ampia scelta di ristoranti e trattorie in grado di soddisfare i peccati di gola, deliziandovi con i gustosi piatti tipici della cucina albanese.
Alcune guest house offrono il menù del giorno a prezzo fisso, lungo il viale pedonale di Mangalem sono dislocati numerosi ristorantini e snack bar.
Alcuni ristoranti infine sono situati nel quartiere di Gorica, dall’altra parte del fiume, e dalle terrazze si possono ammirare degli scorci suggestivi sulla città vecchia.
Se siete degli appassionati di cucina è possibile partecipare ad un corso di cucina in una casa tradizionale.
Durante l’attività si apprendono delle informazioni sui prodotti tipici del territorio regionale e si preparano alcuni piatti tradizionali della cucina albanese.
Per esempio il Tavë Kosi me Mish Qëngji, un tortino di formaggio al forno con pezzetti di carne di agnello, oppure il Fërgëse me Mish Viçi, carne di vitello tritata con pomodoro, spezie e ricotta.
Il momento clou dell’esperienza però è alla fine, quando assieme alla famiglia si degustano le pietanze appena cucinate, accompagnate da un buon bicchiere di vino.
Il convivio si conclude con un brindisi a base di raki, la tipica grappa conosciuta in tutti i paesi dei Balcani.
L’attività si svolge con un accompagnatore turistico che parla in italiano.
Cenni storici
Si dice che Berat (o Berati) sia stata fondata dagli Illiri nel IV secolo a.C. dato che costruirono una fortezza chiamata Antipatrea, sulle rovine di una precedente costruzione.
Dopo i periodi di influenza bizantina, bulgara e serba, la città fu occupata dagli ottomani verso la fine del XIV secolo.
Seguì un periodo di lento ma inesorabile declino fino a quando nel Settecento la città ricominciò a prosperare grazie alle sue botteghe artigianali, soprattutto di maestri ebanisti.
Nel 2008 il centro storico di Berat è entrato a far parte dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, con le seguenti motivazioni:
“Raro esempio di città ottomana ben conservata e pacifica convivenza di varie religioni in passato”.
Come in tutti i luoghi ricchi di fascino e storia anche a Berat si narrano dicerie e leggende.
Una di queste, forse la più famosa, racconta la storia di due fratelli che vivevano da queste parti, Shpirag e Tomor.
Entrambi si erano innamorati perdutamente di una bellissima fanciulla di nome Berat e per conquistare le sue grazie iniziarono a combattere tra di loro, armati rispettivamente di mazza e spada.
Esausti per i cruenti duelli persero entrambi la vita e i corpi si trasformarono nei monti che circondano la città.
La ragazza disperata per quanto accaduto non riuscì a darsi pace e con le lacrime versate per il dolore diede vita alle acque del fiume Osumi, prima di trasformarsi in pietra e formare la rocca su cui sorge la fortezza.
Cosa vedere a Berat in due giorni
A livello pratico possiamo suddividere il centro storico di Berat in tre zone ben distinte:
- Mangalem, il quartiere ottomano;
- Kalaja, la rocca e l’antica fortezza;
- Gorica, il quartiere cristiano che sorge sull’altra sponda del fiume.
Mangalem
Il quartiere di Mangalem si sviluppa lungo la sponda destra del fiume ed è delimitato a sud dal pacchiano edificio che in passato ospitava l’Università e a nord dalla salita che conduce al castello.
I due punti sono collegati tra di loro da un ampio viale pedonale, Bulevardi Republik.
Ai lati della strada pavimentata da piastrelle rettangolari in pietra sorgono diversi edifici pubblici, tra cui istituti scolastici e il municipio, e una sequenza di ristoranti, negozi e bar affollati di ragazzi a tutte le ore del giorno e della notte.
Tra il viale e il fiume invece c’è uno spazio verde dove gli anziani si ritrovano a conversare e disputare avvincenti partite a domino e scacchi.
Sostanzialmente possiamo affermare che il viale pedonale faccia da spartiacque generazionale.
Come abbiamo detto Mangalem è il quartiere ottomano della città.
Qui infatti sorgono tre importanti moschee: la Moschea di Piombo, chiamata così per le cupole rivestite con il metallo pesante, la Moschea degli Scapoli del XIX secolo ed infine la Moschea del Sultano.
I lavori di ristrutturazione effettuati negli ultimi anni negli edifici religiosi sono stati finanziati dalla TIKA, l’agenzia statale turca di cooperazione internazionale.
Il complesso che ospita la Moschea del Sultano è formato anche dalla teqe degli Helveti, un ordine dei dervisci, e da un caravanserraglio convertito in uffici.
Un inserviente ci ha raccontato che durante il periodo del regime comunista di Enver Hoxha, quando al popolo albanese fu negata ogni forma di espressione, movimento e religione, all’interno dell’edificio si giocava a tennis tavolo.
La teqe invece era stata riconvertita in un magazzino per l’approvvigionamento di cereali.
Non lontano dalla Moschea del Sultano sorgono i resti dell’antico Palazzo del Pasha, dalla caratteristica struttura di muratura in pietra e un sistema di pilastri ed archi.
Mangalam infine è famoso per le sue bellissime abitazioni in stile ottomano punteggiate da numerose finestre, che hanno valso a Berat l’appellativo di “città dalle finestre sovrapposte”.
Kalaja
L’antica cittadella fortificata (kalaja in albanese) si raggiunge tramite una stradina lastricata in sensibile pendenza che ha inizio alcune decine di metri dopo la Moschea del Sultano.
Si sale lentamente lambendo abitazioni private, case riconvertite in guest house e esercizi commerciali.
Durante l’impegnativa ascesa vi consigliamo di fermarvi ogni tanto per prendere fiato, dissetarvi e ammirare il paesaggio.
Poche centinaia di metri dopo l’inizio della salita, in uno splendido edificio ottomano del XVIII secolo su due piani, sorge dal 1979 il Museo Etnografico.
Vi consigliamo di visitarlo perché è una dei luoghi più interessanti da vedere a Berat.
Al piano terra, oltre ad un giardino ben curato e ricco di rose, sono esposti abiti tradizionali e attrezzi utilizzati nelle vecchie botteghe artigianali di un tempo: il ricamatore, il calderaio, il feltraio e l’orafo.
Al piano di sopra invece, raggiungibile con una scala esterna in pietra, ci sono diverse stanze.
Il verone, un terrazzo esterno dove la gente si ritrovava durante le calde serate estive, la cucina, la camera del telaio dove si sbrigavano tutte le faccende domestiche ed infine la camera degli ospiti.
Superata metà salita le costruzioni si diradano notevolmente.
Sulla sinistra la stradina è fiancheggiata da un muro di sostegno in pietra mentre sulla destra una fila di cipressi offre zone d’ombra ai passanti.
Una volta superata la porta d’accesso alla cittadella e pagato il biglietto d’ingresso, si approda in un grande slargo delimitato dai resti delle vecchie mura, dal quale potete godere di un bellissimo panorama.
Situati in posizione strategica rispetto al varco di accesso, alcuni bar e ristoranti rappresentano un approdo sicuro per rifocillarsi e concedersi un momento di relax dopo la faticosa camminata.
Sui muri in pietra le donne del quartiere espongono i lavori di ricamo a mano su tovaglie e indumenti.
Noi vi consigliamo di andare alla scoperta di Kalaja senza una meta precisa, lasciandovi trasportare lungo il dedalo di vicoli in acciottolato.
Dietro ogni angolo troverete degli scorci suggestivi e gli amanti della fotografia potranno dare sfogo alla loro passione.
Negli spazi occupati dell’ex Cattedrale Ortodossa dedicata alla Dormizione di Santa Maria, sorge dal 1986 il Museo Onufri. La cattedrale fu costruita nel 1797 sulle fondamenta di una chiesa più antica risalente al X secolo.
L’edificio presenta un’architettura tardo bizantina con un’espressione artistica in stile barocco balcanico, come evidenziato dalla pregiata iconostasi a due livelli datata 1807.
Nelle sale laterali invece sono esposte numerose icone (dal XIV al XX secolo) e oggetti liturgici.
Posizionata in posizione defilata a strapiombo sulla rocca, sorge la chiesetta bizantina della Santa Trinità. Dovrebbe risalire al XIV secolo anche se le origini non sono certe in quanto prive di documentazione.
Un’iscrizione rinvenuta all’interno dell’edificio porta il nome Andronicus Paleologus, che fu Governatore della provincia di Berat tra il 1320 ed il 1326.
Il ritrovamento ha portato quindi gli studiosi a pensare che l’edificio sia stato edificato proprio durante quel periodo.
Una visita a Berat non può prescindere dal quartiere di Kalaja. Secondo noi vale da sola il viaggio.
Gorica
Il quartiere cristiano di Gorica è collegato al resto della città da due grandi ponti.
Il primo ha una struttura massiccia in metallo e calcestruzzo, si chiama Ura e Goricës e sbuca proprio di fronte al famoso ristorante Antigoni.
Dal manufatto si possono scattare delle bellissime foto sulle case ottomane di Mangalem.
Il secondo invece è un ponte in pietra e si chiama Gorica, come il quartiere.
Il ponte fu menzionato per la prima volta nel Seicento dal viaggiatore turco Evliah Çelebi, era in legno di quercia e poggiava su un basamento in pietra.
Nel 1777 il ponte fu ricostruito interamente in pietra per volere di Ahmet Kurt Pasha.
Nel 1880 fu distrutto dalle inondazioni del fiume Osumi e successivamente fu sottoposto a lavori di riparazione, finché nel 1930 fu riportato alla sua struttura originale.
Il ponte è lungo 130 metri ed è composto da nove archi semicircolari, uno dei quali nascosto sotto la strada nuova.
Dicevamo che Gorica è il quartiere cristiano.
Ospita infatti la Chiesa di San Tommaso e il Monastero di San Spiridione.
Dalla stradina che costeggia il fiume infine è possibile intravedere sulle alture di fronte la piccola e suggestiva cappella di San Michele.
Valuta Albania
Lek (plurale Lekë)
Codice ALL
In città abbiamo trovato un paio di uffici cambiavalute situati uno vicino all’altro in Rruga Antipatrea, la parallela della pedonale Bulevardi Republika.
In alternativa nel centro storico ci sono sia istituti bancari sia diversi sportelli ATM per prelievi tramite bancomat o carta di credito.
Copertura sanitaria in Albania
Il servizio sanitario nazionale italiano non ha una convenzione bilaterale con l’Albania (neanche per le prestazioni di Pronto Soccorso) e quindi prima di partire è consigliato stipulare un’assicurazione sanitaria privata.
Photo credits: la mappa di Tirana è stata scaricata da Google Maps.