Belgrado, cosa vedere: itinerari suggeriti e consigli utili

Belgrado, cosa vedere: itinerari suggeriti e consigli utili


Prima di partire avevamo letto delle impressioni contrastanti sulla capitale della Serbia.

C’era chi diceva che è una città cupa, grigia, altri invece la descrivevano in maniera entusiastica.

Come spesso accade la verità sta nel mezzo.

Noi, appena sbarcati, siamo subito entrati in mood balcanico, andando alla ricerca dell’anima di questa città, senza pregiudizi.

Tuttora non sappiamo se ce l’abbiamo fatta.

Lo scoprirete leggendo questo articolo dedicato alle cose da vedere a Belgrado, contenente inoltre una serie di consigli utili per pianificare il viaggio.

Il tutto in base alla nostra esperienza personale, come sempre.

 

Indice

Belgrado, dove si trova

Belgrado è la città più importante della Serbia, come a suo tempo lo è stata della Jugoslavia.

Prendete in mano la mappa.

Noterete che Belgrado si trova nella parte centro-settentrionale del paese, equidistante dai confini con la Romania a est e con la Croazia e la Bosnia Erzegovina a ovest.

 

Ristorante Manufaktura a Belgrado

Manufaktura

 

Dove dormire a Belgrado

Trovare una sistemazione a Belgrado non è complicato.

Prima di iniziare la ricerca online avevamo messo dei paletti: l’alloggio doveva trovarsi a Stari Grad (la città vecchia) e non lontano dalla fermata dell’autobus per e da l’aeroporto.

La sintesi di tutto questo è stata Olive Apartments.

L’alloggio ha rispettato in pieno le nostre aspettative, l’host che lo gestisce è sempre stato disponibile e il giorno prima della partenza ci ha inviato tramite WhatsApp tutte le informazioni per il self check-in.

L’appartamento è dotato di tutti i comfort e l’aria condizionata è stata fondamentale durante il nostro soggiorno, dato che la temperatura esterna ha raggiunto stabilmente i 39 gradi tutti i giorni.

La fermata del bus di Zeleni Venac si trova a 5 minuti a piedi, mentre Trg Republike e Terazije, due snodi cruciali di Stari Grad, sono a un tiro di schioppo.

Al seguente link comunque potete verificare la disponibilità e le eventuali offerte di:

 

 

Belgrado, cosa vedere

Abbiamo visitato Belgrado a metà luglio.

Il caldo torrido ha giocato un ruolo importante nella stesura degli itinerari, dato che nelle prime ore del pomeriggio faceva talmente caldo da indurre a una specie di coprifuoco generalizzato.

Rispetto ai nostri piani originari siamo stati costretti a togliere dal nostro programma la visita al quartiere di Novi Beograd e all’area balneare di Ada Ciganlija.

Per ottimizzare i tempi abbiamo raggruppato le visite per aree geografiche, limitando al massimo gli spostamenti da un punto all’altro della città.

Nei paragrafi seguenti vi forniamo alcune idee per pianificare degli itinerari sostenibili, che vi permetteranno di godervi al meglio l’esperienza.

 

Il Museo Nazionale di Belgrado

Museo Nazionale

 

Nel caso non abbiate molto a disposizione allora potete prendere in considerazione di partecipare al Free Tour di Belgrado in lingua inglese.

La camminata ha inizio nella centralissima Trg Republike e in circa tre ore vi porterà alla scoperta di numerosi luoghi di interesse della città.

Come tutti i free tour anche quello di Belgrado non ha una tariffa prestabilita, ma sarete voi al termine dell’attività a lasciare una mancia alla guida in base al grado di soddisfazione.

 

Itinerario 1 – Stari Grad e Kalemegdan

Secondo noi il luogo ideale per iniziare la visita della città vecchia è Terazije.

Questa piazza, che è una specie di spartiacque tra Stari Grad e il cosiddetto centro città, si chiama così perché in passato era il punto di raccolta delle acque pubbliche.

Tant’è vero che terazi in turco significa proprio cisterna.

Sullo slargo si affaccia l’Hotel Moskva, edificio un po’ kitsch dalle inconfondibili facciate di colore oro e verde. Di fianco, lungo il marciapiede, i tavolini all’aperto dell’omonimo caffè che richiama frotte di curiosi.

Una manciata di minuti più a nord si apre Trg Republike, la piazza principale delle città vecchia.

Sullo slargo, di forma rettangolare, si affacciano gli edifici che ospitano il Museo e il Teatro nazionale.

L’area espositiva fu fondata come Museo della Serbia nel 1844 grazie a uno specifico decreto emanato dall’allora Ministro dell’Istruzione, con lo scopo di raccogliere i reperti storici in un unico posto e tramandarli alle generazioni future.

Sul lato orientale della piazza invece sorge il Teatro, anche lui aperto da metà Ottocento. Per la gente di Belgrado è una vera e propria istituzione, dato che non cessò la programmazione neppure durante i bombardamenti della NATO nel 1999.

 

Kneza Mihaila a Belgrado

Kneza Mihaila

 

Di fianco alla piazza ha inizio Kneza Mihaila, la lunga via pedonale che conduce fino alla fortezza di Kalemegdan.

La strada è pavimentata con piastrelle in pietra scura. Sulla linea di mezzeria sono posizionati dei lampioni con l’estremità superiore a forma di campana.

Sono intervallati dai totem pubblicitari dalla caratteristica sagoma a cilindro e dai chioschi dei venditori di pannocchie, popcorn, gadget e souvenir.

Ai lati una interminabile serie di attività commerciali.

Dai più conosciuti brand di moda internazionale ai numerosi snack bar, passando per gli uffici di cambio valute.

Le melodie struggenti degli artisti di strada permeano l’ambiente.

La fortezza di Kalemegdan, situata strategicamente su una collina, domina dall’alto Stari Grad proprio alla confluenza tra la Sava e il Danubio.

L’ingresso principale è situato proprio di fronte a Kneza Mihaila.

 

La Tomba del gran visir Damad Ali Pascià a Belgrado

Tomba di Damad Ali Pascià

 

È circondata da un grande parco con piante di medio e alto fusto, che donano un po’ di refrigerio ai passanti durante le calde giornate estive.

Anche qui, come in tutti i parchi della città, c’è un’apposita area dedicata allo svago dei bambini, con scivoli, altalene, gonfiabili e giostre.

Superato il monumento di Gratitudine alla Francia, si oltrepassa la porta Karađorđe e si accede alla città alta.

Tra le alte piante di gelso sbuca una costruzione in pietra di pianta esagonale con la cupola in metallo.

Si tratta della tomba del gran visir turco Damad Ali Pascià, ucciso alla periferia di Novi Sad nella località di Petrovaradin nel 1716, durante una battaglia contro gli austriaci.

Poco più in là un ampio belvedere si affaccia sui fiumi, sovrastato dal monumento Pobednik, il Vincitore.

È stato eretto nel 1928, raffigura un uomo che tiene un falco in una mano e con l’altra punta una spada a terra, simbolo del mantenimento della pace.

Questo è sicuramente il punto perfetto per assistere al suggestivo momento del tramonto, con il sole che cala dietro ai blocchi in cemento di Novi Beograd.

 

Porta Defterdar Kalemegdan a Belgrado

Porta Defterdar

 

Porta Defterdar, costruita nell’ultimo decennio del Seicento, è una specie di balcone naturale sul Danubio.

Proprio di fianco c’è la fontana di Mehmed Pascià Sokolović, dove le persone di fede mussulmana si lavano i piedi, si rinfrescano la faccia e fanno scorta di acqua da bere.

Nascosta dietro le alte mura, oltre la Porta del Carcere, sorge Crkva Rušica, la Chiesa delle Rose, uno dei luoghi più belli e interessanti che abbiamo ammirato sulla collina.

L’interno è ricco di affreschi affascinanti e il lampadario principale è stato fatto con pezzi di artiglieria leggera.

 

L'interno della Crkva Rušica a Belgrado

Chiesa delle Rose

 

Itinerario 2 – Skandarlija

Pochi minuti a piedi da Trg Republike sorge il pittoresco quartiere di Skandarlija.

Sinceramente non vi sappiamo dire se sia diventato ormai un qualcosa di prettamente turistico o mantenga almeno in parte la sua autenticità.

Fatto sta che è sicuramente una delle esperienze che vanno comunque vissute quando si visita Belgrado.

Il tutto gira attorno ad un’unica strada, pavimentata in acciottolato, che si chiama Skandarska.

È un susseguirsi di vecchie kafane, le trattorie tipiche, ristorantini e locali alla moda.

Vi accorgerete di essere arrivati sentendo gli aromi fruttati del fumo che esce dai narghilè di un shisha bar, situato proprio all’inizio del tratto pedonale.

Dalle terrazze all’aperto delle kafane escono le melodie tzigane delle orchestrine che allietano le serate degli avventori.

Sinceramente dobbiamo dirvi che abbiamo apprezzato l’atmosfera ma abbiamo mangiato meglio da altre parti.

 

Skandarska Belgrado

Skandarska

 

Itinerario 3 – Centro città

Anche questa camminata ha il punto di partenza a Terazije, ma rispetto all’itinerario n°1 questa volta si punta verso sud, in quella che abbiamo definito come la zona monumentale della città.

Un viaggio nella storia, nella scienza e nella letteratura a 360 gradi.

Andiamo a scoprirla assieme.

Attraversata la strada grazie al sottopasso ci dirigiamo immediatamente in Trg Nikole Pašića. Questa piazza, dedicata ad un importante politico serbo, è nata dal nulla dopo i bombardamenti delle truppe naziste del 1941.

Quando siamo passati noi purtroppo era un grande cantiere, nascosta dietro grandi teloni di delimitazione.

Si prosegue per Bulevar Kralja Aleksandra, il viale più lungo di Belgrado, che con i suoi 7 chilometri quasi completamente rettilinei conduce in pratica fuori città.

Poche centinaia di metri più avanti svetta l’imponente sagoma del Palazzo del Parlamento, in stile neoclassico, con la grande scalinata scortata da due cavalli rampanti in bronzo.

 

Il Palazzo del Parlamento a Belgrado

Palazzo del Parlamento

 

Questa è sicuramente la zona di Belgrado che si abbina meglio con l’accezione di capitale.

Proprio di fronte, sul lato opposto del viale, si sviluppa il Parco dei Pionieri, uno dei giardini più belli e ben curati tra quelli che abbiamo visto a Belgrado.

All’epoca di Tito i pionieri erano gli alunni delle scuole elementari e mi ricordo ancora quando TV Koper-Capodistria trasmetteva la Giornata della Gioventù (Dan Mladosti).

Si teneva ogni 25 maggio e la grande festa si celebrava nello stadio dell’armata popolare, quello del Partizan Belgrado.

Siamo sinceri, in queste giornate torride, i parchi sono stati una vera e propria benedizione per concederci delle soste all’ombra.

Per chi ha amato profondamente “Il ponte sulla Drina” come me, è stato emozionante visitare la piccola casa museo di Ivo Andrić.

L’arredamento è quello originale, come gli strumenti e gli ambienti in cui il famoso scrittore ha lavorato. La costruzione volta proprio le spalle al Parco dei Pionieri.

Proseguendo lungo Kralja Aleksandra, poche centinaia di metri dopo il Palazzo del Parlamento, si sviluppa un altro grande parco, il Tašmajdan.

Per i belgradesi ha un significato particolare, dato che in passato era una cava di pietra e il materiale estratto fu usato per costruire gli edifici della città.

 

La Chiesa di San Marco a Belgrado

Chiesa di San Marco

 

La Chiesa di San Marco, dalle caratteristiche facciate giallorosse, ha la pianta a forma di croce greca ed è la fedele riproduzione di quella di Gračanica, in Kosovo.

Appena entrati nell’edificio, sulla destra, noterete una tomba con delle corone di alloro. Si tratta del sepolcro dello Zar Stefan Uroš IV Dušan, re dei serbi nel Trecento.

Poco distante da qui, una decina di minuti a piedi, lungo Krunska, sorge l’interessante museo dedicato al famoso inventore Nikola Tesla.

Se siete appassionati di scienza e di esperimenti nel campo dell’energia elettrica allora questa esposizione diventa un luogo imperdibile tra quelli da vedere a Belgrado.

La visita non si fa in autonomia ma con dei tour guidati in lingua inglese che partono ogni ora.

Il nostro itinerario termina in uno dei luoghi più iconici della città, il maestoso tempio di San Sava, situato all’interno del parco Karođorđev.

Se siete stanchi di camminare potete tranquillamente prendere un bus come abbiamo fatto noi. In questo senso Slavija Trg è uno snodo importante per i mezzi pubblici.

La cattedrale con i suoi 3.000 metri quadri di superficie e l’altezza di 79 metri, croce compresa, è una delle chiese ortodosse più grandi al mondo e la più grande nell’area dei Balcani.

L’edificio è stato costruito nel punto in cui i resti di San Sava (1174-1235) furono profanati dagli Ottomani. Il cantiere ebbe inizio nel 1935 ma fu subito sospeso a causa della seconda guerra mondiale.

La cupola fu terminata nel 1989 e la chiesa aperta alle visite dei fedeli solo nel 2004.

 

L'interno del Tempio di San Sava a Belgrado

Tempio di San Sava

 

L’interno è magnifico.

Il mosaico copre una superficie di 15.000 metri quadri, fu disegnato da Nikolai Mukhin, membro dell’accademia delle belle arti russa, richiese la manodopera di circa 70 maestri mosaicisti per un periodo di sei anni.

La composizione riproduce l’Ascensione del Signore, con il Cristo Salvatore nella gloria celeste circondato dalla Vergine Maria, dagli arcangeli e dagli apostoli.

La tecnica usata si rifà alle antiche tradizioni di raffigurazione russa, bizantina e balcanica.

Di fianco alla cattedrale, sulla sinistra guardando l’entrata, nascosta tra la vegetazione, sorge l’antica chiesetta di San Sava.

È un luogo intimo, una chicca che vi consigliamo di visitare.

È frequentata per lo più dalla gente del posto e al suo interno conserva una splendida iconostasi e vari dipinti di scuola russa.

 

L'interno della chiesetta di San Sava a Belgrado

Chiesetta di San Sava

 

Itinerario 4 – Savamala

Questo itinerario ha come punto di riferimento Brankov Most e si sviluppa proprio nelle zone limitrofe al ponte, indicativamente nel quartiere conosciuto come Savamala.

Iniziamo la camminata immediatamente a nord del manufatto.

Passeggiando per le strade ed i vicoli in acciottolato ci siamo accorti che questa zona ospita diverse opere di street art.

In ulica Karađorđevac per esempio, proprio lungo il corso della Sava, sulla facciata laterale di un edificio è ben visibile già da lontano “La Sante de Belgrade”, opera dell’artista francese Remed.

Raffigura una donna con infinite braccia che distrugge e protegge allo stesso tempo i simboli della città.

Poco distante, in Pop-Lukina, proprio di fianco ad un distributore di benzina, c’è un’opera dell’artista italiano Blu, che con il suo inconfondibile stile di caricaturista ha abbellito i muri di numerose città in giro per il mondo.

Il murale raffigura un essere con denti a forma di palazzo che mangia un albero intero. Si tratta di un’aspra critica alla società dei consumi e all’impatto negativo dell’uomo sull’ambiente.

A causa dello smog e degli agenti atmosferici l’opera purtroppo mostra ormai i segni del tempo.

 

L'interno della casa della Principessa Ljubica a Belgrado

Casa della Principessa Ljubica

 

La casa della principessa Ljubica è secondo noi uno dei luoghi più raffinati di Belgrado.

La costruzione dell’edificio iniziò nel 1829 per volere del principe Miloš Obrenović, che con la nuova residenza intendeva dimostrare tutta la forza e il potere del nuovo stato serbo.

In pochi anni la residenza divenne però il palazzo della principessa e dei figli, mentre il principe Miloš continuò a vivere nella località di Topčider.

Ospitato in una tipica casa ottomana, il museo si sviluppa al piano terra e al primo piano dell’edificio, in un mix di stili delle suppellettili: ottomano, asburgico, barocco e rococò.

Rispecchiano fedelmente la tipicità del territorio e non gli originali, come ha tenuto a sottolineare l’addetto che ci ha accolti e presentato l’esposizione.

Quasi di fronte alla casa della principessa svetta l’imponente sagoma neoclassica della Chiesa di San Michele Arcangelo.

 

L'interno della Chiesa di San Michele Arcangelo a Belgrado

Chiesa di San Michele Arcangelo

 

Sorge sul luogo in cui da diversi secoli i cristiani professano il loro credo, in maniera carbonara anche durante il periodo di dominio turco.

Anche questo edificio fu costruito per volere del principe Miloš Obrenović sul posto di una precedente chiesa del 1728, e ospita le spoglie del principe e del figlio.

Proprio durante la nostra visita, sul sagrato della chiesa fremevano i preparativi per uno sposalizio, con la banda dei matrimoni che si esercitava nelle classiche melodie balcaniche tra cui il famoso Đurđevdan.

Se durante questo itinerario volete fermarvi a mangiare qualcosa, allora proprio di fianco alla chiesa c’è una delle trattorie in cui abbiamo mangiato meglio, la Kafana ?.

Dove il punto di domanda è il nome stesso del ristorante.

Durante la bella stagione hanno anche dei tavolini sul marciapiede esterno.

 

Kafana ? Belgrado

Kafana ?

 

Ci spostiamo ora a sud del ponte, in quella che per quattro giorni è stata un po’ “casa nostra” dato che abbiamo alloggiato in Kraljice Natalije.

Dobbiamo dirvi che quella che andiamo ad esplorare ora è una delle aree meno turistiche e per questo motivo, forse, una delle più autentiche.

Nei pressi della stazione dei bus di Zeleni Venac sorge uno dei più pittoreschi mercati degli agricoltori di Belgrado.

 

Bazar di Zeleni Venac a Belgrado

Bazar di Zeleni Venac

 

Chi ci segue abitualmente sul blog ormai sa che quando visitiamo una nuova città siamo soliti fare un giro in un bazar.

Lo riteniamo uno dei luoghi ideali per scoprire le dinamiche sociali della gente del posto e perché no, per acquistare della frutta fresca o qualche genere alimentare da consumare durante lo spuntino di metà giornata.

La struttura è coperta. Ci aggiriamo tra banchi di frutta e verdura, spezie, carni, formaggi, pane, dolciumi e fiori, in un continuo alternarsi di odori e profumi.

Poche centinaia di metri più a sud si imbocca Balkanska, una via in leggera discesa.

Più che una semplice strada è un ponte con il passato. È un susseguirsi di botteghe artigianali di calzolai, cappellai, barbieri e pasticcerie.

 

L'edificio della vecchia stazione dei treni di Belgrado

Vecchia stazione dei treni

 

Arrivati in fondo si gira a destra e ci si dirige verso il monumentale edificio dalle facciate gialle della vecchia stazione dei treni.

Ormai in disuso da alcuni anni, deve la sua fama per essere stata una delle fermate dell’Orient Express lungo la via in direzione İstanbul.

Di fianco all’edificio, quasi abbandonata dietro a delle erbacce alte, c’è una vecchia locomotiva. Si tratta del famoso treno blu di Tito, il convoglio con cui il maresciallo si spostava nei paesi della federazione.

Lo slargo di forma semi circolare che si sviluppa davanti alla stazione è dominato dall’imponente monumento di Stefan Nemanja. È stato inaugurato nel gennaio del 2021 e dedicato al fondatore dello stato serbo medioevale e padre della chiesa ortodossa.

Lungo Nemanjina, la via che collega la vecchia stazione con Trg Slavija, tra austeri palazzi che ospitano istituzioni statali, sbucano degli edifici che portano gli evidenti segni dei bombardamenti del 1999.

Sono stati lasciati così a ricordo di quei giorni.

 

Edifici bombardati, Nemanjina Belgrado

Edifici bombardati

 

Itinerario 5 – Dorcol

Camminare la domenica mattina per le strade alberate e tranquille di Dorcol ti fa entrare in una dinamica tipica della gente del posto piuttosto più che da turista.

Se avete tempo a disposizione è sicuramente una delle cose da inserire nella lista delle cose da vedere a Belgrado.

I locali e le gelaterie alzano lentamente le serrande. Dalle pekare (i panifici) esce l’inconfondibile profumo dei krapfen e del burek.

Poca gente seduta ai tavolini dei bar, con l’immancabile caffè e sigaretta.

Le facciate di anonimi palazzi sono abbellite dalle sapienti mani degli street artist.

In una di queste, per il progetto “Donne eccezionali di Serbia”, trova spazio la figura di Jelisaveta Načić, la prima donna architetta del paese, opera dell’artista Pijanistq.

 

Jelisaveta Načić, opera dell'artista Pijanistq a Belgrado

Jelisaveta Načić (di Pijanistq)

 

Una camminata in questo quartiere può iniziare da Studentski Trg, la piazza degli studenti.

È situata tra l’edificio che ospita il museo etnografico e il palazzo del rettorato, facilmente riconoscibile per le facciate bianche e rosse.

La piazza è racchiusa dentro un muretto di cinta in pietra e vi si accede grazie a delle porte in ferro battuto.

Lungo i vialetti, riparate dalle chiome degli alberi, delle panchine in legno invitano i passanti a sostare per un momento di relax, leggendo un libro o facendo quattro chiacchiere.

Sul vertice nord-orientale del giardino c’è una scultura bizzarra. Si tratta della cosiddetta “Panca Sofora”.

Dovete sapere che la pianta della pagoda giapponese, la Sofora appunto, è stato il primo albero piantato in questo parco.

Dopo 120 anni, raggiunta la fisiologica maturità, la pianta fu rimossa a causa di una malattia alle radici.

Dato l’importante significato storico che aveva, con il legno della pianta estirpata è stata costruita una panchina artistica.

 

Studentski Trg a Belgrado

Piazza degli Studenti

 

Nelle vicinanze sono state piantate tre giovani piante per non disperdere la specie.

Dall’altro lato della strada, confusa tra anonimi edifici, la tomba dello Sceicco Mustafà, costruzione di pianta esagonale costruita nel 1783.

Dovete sapere che in epoca ottomana quest’area era abitata da una confraternita di dervisci.

Pochi isolati più avanti sorge la Moschea Bajrakli del XVI secolo. È l’ultima moschea rimasta in città tra le tante che c’erano durante l’occupazione turca.

Quando siamo passati noi era appena terminata la cerimonia di un matrimonio e all’interno si sentivano ancora chiaramente i profumi dei bouquet di fiori.

 

L'interno della Moschea Bajrakli a Belgrado

Moschea Bajrakli

 

Itinerario 6 – Museo della Jugoslavia

Per chi come me ha vissuto in prima persona quel periodo, andando settimanalmente oltreconfine ad acquistare generi alimentari e benzina a buon mercato, la visita al Museo della Jugoslavia è quasi un must.

Il complesso è ubicato alla periferia sud della città, poco oltre la nuova stazione centrale dei treni.

Si raggiunge facilmente in pochi minuti da Terazije con le linee del filobus 40 e 41. La fermata porta proprio il nome del museo.

La struttura è immersa in un grande parco. Anzi, a prima vista questa è una zona completamente circondata dal verde.

Sull’ampio Bulevar Kneza Aleksandra Karađorđevića sfrecciano pochissime auto. Non so se la gente era in ferie, ma è stata quasi una costante in questi giorni a Belgrado.

Poche centinaia di metri più avanti, tra le folte chiome degli alberi, spuntano le torri inclinate dei fari dello stadio di calcio del Partizan.

A tal proposito, proprio durante il periodo della Jugoslavia, l’impianto si chiamava JNA (acronimo di Jugoslovenske Narodne Armije), lo stadio dell’armata popolare jugoslava.

 

La Fontana della Gioventù a Belgrado

Fontana della Gioventù

 

Torniamo al museo.

Una volta scesi dal filobus si prende un vialetto in leggera pendenza che porta alla fontana della gioventù, di forma circolare. Scie di acqua nebulizzata trascinate da un refolo di vento ci regalano una effimera sensazione di refrigerio.

Nonostante sia solo metà mattinata l’anticiclone di origine africana si fa già sentire e le temperature sono elevate.

L’entrata al museo si trova in un edificio di recente costruzione ben segnalato, situato di fianco alla struttura originaria, facilmente riconoscibile già da lontano grazie al caratteristico mosaico sulla parte superiore della facciata.

L’esposizione permanente si suddivide in due padiglioni. Si raggiungono grazie a dei suggestivi vialetti tra aiuole di rose in fiore, giardini perfettamente curati e varie sculture.

 

Il giardino del Museo della Jugoslavia a Belgrado

Giardino (Museo della Jugoslavia)

 

Nel primo edificio sono esposti una serie di cimeli, capi di abbigliamento e regali ricevuti da Tito dai vari capi di stato in visita in Jugoslavia.

Nella Casa dei Fiori invece, una specie di serra con il tetto in vetro, ci sono le tombe in marmo bianco del maresciallo e dell’ultima moglie, Jovanka.

In una delle due stanze di fianco al corpo centrale, un’interessante collezione di fotografie immortalano i giorni della scomparsa di Tito, dal momento in cui uscì la notizia della morte alla solenne celebrazione delle esequie.

In pochi metri quadri ho fatto un tuffo nel mio passato, ai miei 17 anni di allora, quando assistetti a tutto questo grazie a TV Koper-Capodistria.

 

Belgrado, consigli e informazioni pratiche

Assicurazione Sanitaria in Serbia

Chi si reca in Serbia per un soggiorno temporaneo, deve tenere presente che non è prevista alcuna forma di protezione da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

C’è ancora in essere una vecchia convenzione con la ex Jugoslavia del 1961 che, se non ho capito male, protegge però solo i lavoratori subordinati e i loro famigliari a carico.

Non è prevista neppure la tutela per le prestazioni urgenti di pronto soccorso, quindi è consigliabile la stipula di una assicurazione sanitaria privata prima di partire.

Noi solitamente, per questo tipo di servizio, ci affidiamo alla compagnia Heymondo.

Prenotando dal link presente in questo articolo potete beneficiare di uno sconto che solitamente è del 10%.

 

Come arrivare dall’aeroporto in centro città

L’aeroporto Nikola Tesla di Belgrado è situato a circa 18 chilometri in direzione ovest dal centro città, se per centro intendiamo per esempio piazza della Repubblica.

Il mezzo più pratico e soprattutto economico per compiere il tragitto è il bus. L’abbiamo fatto anche noi e lo consigliamo vivamente.

In base alla posizione del vostro alloggio avete a disposizione più opzioni:

A1 Minibus = ha il capolinea in Slavija Trg, uno degli snodi più importanti del traffico cittadino. La corsa ha una durata di circa 30 minuti e durante il tragitto fa pochissime fermate.

Linea 72 = ha il capolinea alla stazione di Zeleni Venac ed è la combinazione ideale per chi deve scendere nella città vecchia. Tanto per farvi un esempio, Trg Republike e Terazije distano una manciata di minuti a piedi.

La corsa ha una durata di circa 40 minuti e durante il tragitto ci sono numerose fermate, molte delle quali a Novi Beograd. È la soluzione che abbiamo adottato anche noi.

Linea 600 = ha il capolinea davanti alla nuova stazione centrale dei treni ed è ideale per chi deve recarsi nella periferia sud della città. Anche in questo caso la durata del tragitto è di circa 40 minuti.

 

La fermata dei bus in aeroporto si trova proprio di fronte all’uscita della sala arrivi e il biglietto si fa a bordo, anche con carta di credito.

Nel caso invece il vostro volo arrivi ad orari non comodi allora potete prendere in considerazione l’opzione di un transfer privato.

 

Edificio a Dorcol, Belgrado

Dorcol

 

Valuta Serbia

Dinaro Serbo (codice RSD) suddiviso in 100 Para (che non utilizzerete mai)

A livello di cambio valuta vi consigliamo di utilizzare l’applicazione su cellulare di una delle società di digital banking che operano sul mercato e aprire un conto in valuta locale.

È semplice e conveniente ed è la soluzione che utilizziamo spesso anche noi quando visitiamo un paese non in area Euro.

Oltre a non applicare commissioni di cambio durante le giornate feriali, associando la carta di credito virtuale al wallet del vostro cellulare potete tranquillamente pagare con il dispositivo mobile in tutti gli esercizi commerciali.

Nel caso vogliate invece utilizzare i metodi più tradizionali, in città ci sono numerosi uffici di cambio valute.

In lingua serba si chiamano Menjačnica, generalmente applicano una commissione che si aggira sul 1%, anche se avendo un po’ di pazienza si può trovare qualcosa di più favorevole.

In aeroporto invece vi sconsigliamo di effettuare operazioni di cambio, al limite cambiate quei pochi Euro necessari per le prime spese.

 

SIM Roaming

Prima di partire per Belgrado vi consigliamo di verificare con il vostro operatore telefonico se ci sono delle offerte interessanti per la Serbia, paese che è fuori dal circuito Roaming dell’Unione Europea.

Noi abbiamo acquistato una SIM di un operatore locale appena sbarcati.

Nella sala ritiro bagagli dell’aeroporto infatti ci sono gli stand di due operatori di telecomunicazioni, che per una manciata di Euro hanno delle offerte convenienti create appositamente per i turisti.

 

Come muoversi

Stari Grad e tutto il centro città si girano tranquillamente con delle piacevoli camminate.

Per raggiungere i luoghi di interesse situati nelle aree più periferiche invece, per esempio il Museo della Jugoslavia, Novi Beograd e Zemun, vi consigliamo di utilizzare la fitta rete di mezzi pubblici (bus, filobus e tram).

I biglietti si possono acquistare nei chioschi-edicole situati nelle vicinanze delle fermate oppure a bordo, utilizzando la carta di credito.

In alternativa potete utilizzare i taxi, quelli ufficiali hanno il numero di targa che termina con la sigla TX, oppure servizi privati tramite applicazione sul cellulare come Uber e/o Bolt.

Steve

Sono nato a Udine nel 1963 e vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. Appassionato di geografia, ho viaggiato fin da piccolo grazie ai miei genitori.

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Riccardo, Elisabetta e Stefano

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Un android developer a tempo perso, una polacca innamorata dell'Italia e un appassionato di geografia prestato all'informatica.

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