Se amate la natura e siete appassionati di camminate all’aria aperta, la Riserva dello Zingaro è il luogo ideale per vivere un’esperienza indelebile.
Venne istituita ufficialmente grazie alla Legge Regionale 98/1981 dopo un lungo e complesso iter burocratico. Fu la prima riserva in Sicilia ad essere affidata in gestione all’ente regionale stesso.
Tutto nacque a metà degli anni Settanta, quando iniziarono i lavori di costruzione di una strada costiera, che a lavori ultimati avrebbe danneggiato gravemente l’ambiente e l’ecosistema dell’area.
Ne è tuttora testimone la galleria scavata nella roccia che si trova poche decine di metri dopo l’ingresso lato Scopello.

Raffigurazione marcia di protesta
Per ottenere la sospensione dei lavori e la revoca definitiva del finanziamento, alcune associazioni ambientaliste insieme a uomini di cultura e semplici cittadini si unirono in una marcia di protesta a cui parteciparono circa 3.000 persone.
Era il 18 maggio 1980.
Se state pianificando una vacanza nella Sicilia occidentale, la visita alla Riserva dello Zingaro è una delle attività che vi suggeriamo di inserire nel vostro programma.
La consigliamo a tutti, non solo alle persone che praticano trekking abitualmente.
Cosa trovate dunque in questo articolo?
Oltre a raccontavi la nostra esperienza, vi forniamo tutta una serie di informazioni e consigli utili per organizzare al meglio la visita.
Indice
- Dove si trova la Riserva dello Zingaro
- Come arrivare alla Riserva dello Zingaro
- Mappa Riserva dello Zingaro
- Le Spiagge
- Percorsi e Sentieri naturalistici
- I musei della Riserva dello Zingaro
- La Flora
- La Fauna
Dove si trova la Riserva dello Zingaro
La Riserva dello Zingaro si sviluppa per circa sette chilometri lungo la costa della Sicilia occidentale.
Per individuarla sulla cartina geografica dovete individuare quella specie di dente che sorge poco a nord di Trapani.
L’area naturale si trova proprio sulla costa orientale della penisola, più o meno a metà strada tra il delizioso borgo di Scopello e la ridente località balneare di San Vito lo Capo.

Ingresso Sud
Come arrivare alla Riserva dello Zingaro
Alla riserva si accede grazie a due ingressi principali.
L’ingresso Sud è situato un paio di chilometri dopo aver superato l’abitato di Scopello, quello Nord invece è collocato circa dodici chilometri a sud di San Vito lo Capo.
Nel pianificare la visita tenete presente che non c’è una strada che collega direttamente le due entrate.
Dall’ingresso Sud infatti bisogna tornare indietro fino alla spiaggia di Guidaloca, prendere la SS187 e dopo una quindicina di chilometri svoltare a destra in direzione Custonaci, Macari e San Vito lo Capo.
Entrambe le entrate sono dotate di un’area di sosta dove lasciare il mezzo e di spazi attrezzati per il pic-nic.
Per quanto riguarda le tariffe dei biglietti e gli orari di apertura vi consigliamo di consultare il sito web ufficiale della riserva.
I servizi igienici si trovano nel Museo Naturalistico, nel Centro di Educazione Ambientale e nel Museo delle Attività Marinare.
Riserva dello Zingaro: la mappa

Mappa della Riserva
Riserva dello Zingaro, cosa fare e vedere
Le Spiagge
Incastonate nella costa frastagliata della riserva, ci sono delle splendide insenature dove sdraiarsi a prendere il sole e immergersi nelle acque cristalline del mare.
Si tratta di sette piccole baie, in ciottoli e ghiaino, raggiungibili a piedi grazie a delle brevi deviazioni dal sentiero Costiero, oppure via mare.
Le elenchiamo in ordine cronologico partendo da sud e risalendo verso nord:
Lato Sud
Cala della Capreria, dista 1,4 chilometri dall’ingresso Sud percorribili in circa 20 minuti (senza soste).
Poche centinaia di metri dopo il Museo Naturalistico, dal sentiero principale si dirama un tracciato più stretto e ripido che scende giù verso il mare.
Cala del Varo, dista circa 2 chilometri dall’ingresso Sud e si raggiunge solo via mare.
A meno che non abbiate una imbarcazione propria o a noleggio, da Scopello, Castellamare del Golfo e San Vito lo Capo partono numerose escursioni giornaliere che sostano anche a Cala del Varo.
Proprio sopra la spiaggia, lungo il sentiero Costiero, si trova l’interessante Museo della Manna.

Cala del Varo
Zona Centro
Nella zona centrale della riserva, ad una distanza relativamente breve una dall’altra, ci sono in successione Cala della Disa, Cala Berretta (proprio a metà percorso) e Cala Marinella.
Quest’ultima è piccola e riparata e quindi se volete fermarvi dovete sapere che ci si deve sdraiare sugli scogli.
Lato Nord
Cala dell’Uzzo, dista circa 2 chilometri dall’ingresso Nord e prende il nome dall’omonima grotta situata nelle vicinanze.
Cala Tonnarella dell’Uzzo, dista ad appena 15 minuti dall’ingresso Nord e dicono sia la spiaggia più bella tra quelle presenti all’interno della riserva.
È la più frequentata dai villeggianti nei mesi estivi e si raggiunge grazie ad una scala ricavata nella roccia.
Proprio di fianco sorge l’edificio che ospita il Museo delle Attività Marinare.
Riserva dello Zingaro: Percorsi e Sentieri
All’interno della riserva si sviluppano tre sentieri principali da percorrere a piedi: Costiero, Mezzacosta e Alto.
Il sentiero Costiero è il più frequentato da escursionisti e turisti in quanto è il meno impegnativo dei tre.
Ha una lunghezza di circa 7 chilometri e richiede circa due ore di cammino senza soste, per andare da ingresso a ingresso (solo andata).
Il periodo ideale per la visita è sicuramente quello delle mezze stagioni, quando le giornate sono limpide e soleggiate, ma il caldo non è opprimente.
In primavera e autunno la vegetazione regala il suo lato migliore, grazie alle sfumature cromatiche dei fiori e delle piante.

Cartelli direzionali
Il sentiero di Mezzacosta viene classificato di media difficoltà ed ha uno sviluppo ad anello di circa 7,5 chilometri. Si percorre con una camminata di circa quattro ore.
È il più panoramico dei tre e lungo il percorso si superano i villaggi di Borgo Cusenza e Contrada Sughero.
Il sentiero Alto infine è sicuramente il più impegnativo ed è adatto agli escursionisti esperti.
Il tracciato ha uno sviluppo di 13 chilometri percorribili in circa 7 ore.
Dai tre sentieri primari si diramano dei percorsi che possiamo definire secondari, ben segnalati sia sulle mappe sia sui pannelli direzionali.
Seguendo le indicazioni ognuno è in grado di costruirsi l’itinerario a proprio piacimento.

Macchia mediterranea
Il Sentiero Costiero, la nostra esperienza
Dall’ingresso sud della Riserva naturale orientata dello Zingaro a Cala Beretta e ritorno, tempo di percorrenza due ore e mezza circa.
Lasciata l’auto nello spiazzo sterrato adiacente la biglietteria, abbiamo intrapreso il sentiero Costiero di buon mattino in una splendida giornata di sole di metà maggio.
Prima di addentrarci nella natura selvaggia, grazie ad alcuni pannelli informativi abbiamo appreso la storia e le vicissitudini che portarono alla realizzazione della Riserva.
Appena superata la famosa galleria, il tracciato si restringe notevolmente e da qui in avanti prosegue in un continuo saliscendi.

Sentiero Costiero
Ha il fondo in ghiaino e rocce, è piuttosto stretto e nelle zone più esposte è delimitato da una staccionata in legno.
Fin dall’inizio la riserva ostenta le sue meraviglie, con gli splendidi contrasti tra il bianco delle rocce, l’azzurro del mare ed il rosso tenue del suolo.
Il percorso principale e le relative deviazioni sono ben segnalate con dei cartelli direzionali in legno.
A meno che non vogliate percorrerne solo un breve tratto, il tracciato pur essendo semplice richiede un minimo di allenamento e preparazione.
L’addetto alla biglietteria ci aveva indicato sulla mappa i seguenti tempi di percorrenza: 20 minuti per Cala Capreria, un’ora per Cala Beretta e due ore circa per raggiungere l’ingresso di San Vito.
Vi diciamo subito che non li abbiamo rispettati.
Dalla nostra esperienza personale vi consigliamo di prendervi tutto il tempo necessario per godervi appieno questo paradiso.
Solo così vi porterete a casa un ricordo indelebile.

Rifugio forestale
Durante il tragitto ci siamo fermati diverse volte: al rifugio della forestale per chiacchierare con due ragazzi polacchi ed assaggiare dei lamponi, al Museo Naturalistico ed al Museo della Manna per apprendere nelle nozioni interessanti.
Abbiamo fatto inoltre delle brevi soste per fotografare gli scorci più suggestivi, per ammirare la spiaggia di Capreria ed infine per idratarci e assumere degli zuccheri.
Informazioni utili
Prima di intraprendere la camminata, in base alla nostra esperienza vi consigliamo di:
- indossare calzature comode o da trekking, un berretto e/o un cappellino;
- proteggere la pelle con crema solare per prevenire scottature se la giornata è soleggiata;
- portare una riserva di acqua e degli snack di semplice assimilazione. Tenete presente che all’interno della riserva non ci sono fonti di acqua potabile;
- utilizzare dei bastoncini da trekking nel caso li abbiate con voi.
Nonostante sia vietato accedere con calzature inadeguate come sandali e ciabatte infradito, abbiamo visto con i nostri occhi qualcuno avventurarsi con questo outfit.
Avendo appurato di persona lo stato del sentiero, pensiamo e vogliamo credere che non abbiano fatto molta strada.

Panorama dal sentiero costiero
I Musei della Riserva dello Zingaro
All’interno della Riserva ci sono cinque piccoli ed interessanti musei.
Entrando da sud, dopo una ventina di minuti c’è il Museo Naturalistico, mentre più in là, proprio sopra Cala del Varo, c’è il piccolo edificio in pietra che ospita il Museo della Manna.
Noi li abbiamo visitati entrambi.
Museo Naturalistico
il museo è ospitato in una piccola costruzione dalle pareti esterne tinteggiate di bianco, circondato da un cortile delimitato da una staccionata in legno nel punto esposto al mare.
Prima di accedere alla struttura vi consigliamo di sostare un momento all’esterno, dove si possono ammirare degli splendidi esemplari di fico d’India, piante di euforbia e palme nane.
C’è anche una rudimentale panchina in legno su cui sedersi a contemplare il paesaggio circostante, una vera e propria boccata d’ossigeno per il corpo e la mente.
All’interno invece sono illustrate la flora e la fauna che popolano la riserva dello Zingaro e la natura del sottosuolo che la compone.
Le sculture degli animali sono state realizzate modellando dapprima una rete zincata, quindi ricoperta con una garza immersa nel gesso ed infine rifinita con la creta.

Museo Naturalistico
Museo della Manna
la coltivazione della manna in Sicilia risale probabilmente al periodo della dominazione araba (IX-XI secolo d.C.).
Nel 1800 l’isola era il maggior produttore di manna grazie alle vaste piantagioni di frassino, soprattutto nelle province di Trapani e Palermo.
La manna viene estratta dal frassino tra la fine di luglio e l’inizio di settembre, applicando delle incisioni con un coltello a lama larga sul tronco della pianta, in modo tale che fuoriesca la linfa.
Una volta raccolta, la manna viene posta ad asciugare per una settimana su appositi stenditoi.
Il prodotto ha sia delle proprietà farmaceutiche, dato che è un ottimo lassativo naturale, sia alimentari dato che viene utilizzato come dolcificante.
Entrando infine dal lato di San Vito invece, ci sono:
- il Museo delle Attività Marinare ospitato in un edificio che in passato veniva utilizzato per lavorare il tonno;
- il Museo dell’Intreccio;
- ed infine il Museo della Civiltà Contadina, dove è stato riprodotto per intero il ciclo del grano e illustrate le tradizioni agricole della zona.

Panorama dal Museo Naturalistico
La Flora
Il tratto distintivo della flora presente nella Riserva è costituito dalla macchia mediterranea, formata da arbusti, piante endemiche e specie rare.
La macchia a palma nana è una vegetazione arbustiva che si insedia lungo le coste rocciose, interessate dall’azione dei venti.
Sui costoni rocciosi di natura calcarea e sugli aridi pendii invece trova il suo habitat ideale la macchia formata da arbusti di euforbia arborescente, di lentisco, di olivastro e di legno puzzo.
Nel territorio dello Zingaro, oltre alla macchia crescono delle specie di piante endemiche, tra cui la bocca di leone siciliana, il fiordaliso giallo, l’iberide florida, l’aglio di Coppoler e l’orchide di Branciforti.
Assieme alle piante endemiche ed alle orchidee spontanee, le specie rare rappresentano l’entità di maggior pregio della flora della zona.
Tra queste troviamo la cerretta spinulosa, le campanelle autunnali, il colchico di Cupani, l’ofride sicula, la violaciocca rossa e l’euforbia di Bivona.

Esemplari di fiori
La Fauna
Per quanto riguarda gli animali che popolano la Riserva invece, dobbiamo dire che l’avifauna la fa da padrone con oltre 40 specie stanziali, senza contare quelle che vengono qui a svernare o che si fermano durante le migrazioni stagionali.
Nella famiglia dei rettili troviamo il ramarro, il biacco e la vipera comune, tra gli uccelli l’allocco, la civetta, il gheppio e l’aquila di Bonelli.
Tra i roditori più comuni ci sono il quercino e l’istrice, tra gli altri animali infine il coniglio selvatico, la volpe, il riccio e la donnola.
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